“Esodo” di Valentino Mannìas riconnette in maniera programmatica il teatro di narrazione con la tradizione del racconto orale, che il giovane artista sardo (Premio Hystrio 2015 – “Miglior Attore alla vocazione”) deriva direttamente dal patrimonio popolare della sua terra d’origine.
Il titolo allude al tema dell’emigrazione, che negli isolani amplifica i suoi toni, drammatici ma anche mitici, riuscendo a coinvolgere trasversalmente anche il pubblico “continentale”.
L’aspetto forse più interessante dello spettacolo sta nella sua dualità: lavoro pirotecnico sul piano del ritmo e della comicità, quanto geometrico e studiato nella gestione dell’emozione; ti incolla con tutti i mezzi della tecnica teatrale a ciò che accade ora in scena, pur essendo uno spettacolo dove il testo gioca un ruolo rilevante e la spettacolarità ottenuta è in buona parte già contenuta e predisposta nelle maglie della scrittura.
Così, Mannìas dissimula sul palco la sua tempra di scafato autore tramite una recitazione calda, fisicamente indefessa, apparentemente istintiva e genuina, dove riesce a riversare tutte le sue doti istrioniche. La musicalità della parola si trasfonde nella musica tout court, affidata sul palco a Luca Spanu, fine polistrumentista ma anche fido deuteragonista nel farsi della narrazione. Il lavoro vive difatti di una fusione integrale tra gli elementi della parola e della musica (esplorata a 360° fino ai territori della rumoristica), coinvolgendo il piano sonoro nella funzione drammaturgica.
Eccellente prova di bravura, con punte di aperta e ricorrente mattatorialità, in cui manca il raggiungimento di quella quiddità in cui si compie lo statuto pieno dell’opera d’arte. Per il futuro che gli arride, la scelta spetta tutta a Mannìas: se proseguire su di una strada collaudata dal sicuro riscontro popolare o se completare l’affinamento del suo indiscutibile talento tramite il coinvolgimento di colorazioni più misurate e trattenute, addentrandosi nelle dimensioni più ampie e chiaroscurali (eppure artisticamente più dense e luminose) che scaturiscono da un lavoro di sottrazione.
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CREDITS:
“Esodo”
Genere: teatro di narrazione
Testo e Regia di Valentino Mannìas
Musiche: Luca Spanu
In scena: Valentino Mannìas e Luca Spanu