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I Gatti Mezzi danno il via al Festival “Suoni e Colori in Toscana”

IMG-20160905-WA0000Suoni e Colori in Toscana” è giunto alla sua XXVII edizione. Ormai riferimento nel panorama musicale e culturale del Valdarno Fiorentino, il Festival si è aperto quest’anno con lo spettacolo dei Gatti Mezzi.

È stato il gruppo pisano dei Gatti Mezzi a dare il via alla XXVII edizione della rassegna, con uno spettacolo all’interno del cortile di Villa Il Palagio di Rignano sull’Arno (FI). Un palco completamente immerso nella campagna toscana, laddove una definizione forse abusata come ‘location suggestiva’ ritrova tutto il suo perché.

I Gatti Mezzi portano avanti da anni uno spettacolo di teatro canzone agrodolce, divertendo ma scandagliando sempre più gli aspetti più intimi dell’animo umano con irresistibile e tragicomica ironia. In questo, lo spettacolo di Rignano non ha fatto eccezione. Giunti al sesto disco (“Perché hanno sempre quella faccia”, uscito all’inizio dell’anno, probabilmente il loro lavoro più intimo e maturo), la scaletta dello spettacolo è saldamente strutturata sui pezzi di questo lavoro. Si alternano gioiellini intimi come “Nora” o “Mario, fino a qui tutto bene”, a ritratti esilaranti come quello del livornese in “Cacciucco blues” o l’immancabile “Gallaccio di Riglione”, personaggio che non ha mai lavorato un giorno in vita sua e che fa dell’esagerazione il suo stile di vita.

La lezione di Conte, Buscaglione e Gaber, è ben presente nell’ironia sfacciata, ma anche quando i testi accarezzano la tristezza o giocano con il tragico (“Morirò d’incidente stradale” o “Tragedia dell’estate”). I Gatti Mezzi ci regalano, nelle canzoni e nei monologhi, come anche nel loro autentico e mai mediato rapporto con il pubblico, perle di saggezza e toscanità. ‘Chi semina pruni ‘un vada scarzo’, ad esempio, o i commoventi racconti di quando ‘hanno sparecchiato’, ovvero quando un rapporto importante con una donna è giunto al termine, con la poetica e toccante riflessione che sarebbe bastato un divano per poter salvare qualcosa.

Uno spettacolo da non perdere, insomma. Vivace, autentico, capace di condurre lo spettatore in sorprendenti profondità. Capita, infatti, che si vada a vedere i Gatti Mezzi per ridere e ci si ritrovi a fare i conti con i propri sentimenti, quasi in una seduta psicanalitica. Un regalo non certo da poco.

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