Sono già trascorsi 4 anni dal suo debutto (finale Premio Scenario 2011), ma la “Madama Bovary” di Lorena Senestro è ancora assolutamente irresistibile. Qualunque sia l’aspettativa dello spettatore, il risultato sarà sorprendente. Potete attendervi un lavoro filologicamente corretto su Flaubert oppure una riscrittura coraggiosa, finanche una parodia irriverente verso un classico immarcescibile della nostra tradizione, ma nessuno sforzo di immaginazione potrà condurvi così in là. Lorena Senestro non si pone limiti in scena nel suo inglobare e pasteggiare voluttuosamente parole e singulti della sua eroina. Certo, nessun limite se non quello del gusto teatrale (e che gusto!). Sì perché “Madama Bovary” è uno spettacolo che si imbeve di capacità istrioniche che derivano direttamente dalla pratica intensa del mestiere attorico (la confidenza con la scena, il rapporto con il pubblico, l’immediatezza dell’espressione e la ricchezza mimico-vocale della recitazione), ma qui non siamo di fronte al mero teatro d’attore. C’è una fantasia drammaturgica corredata da una riflessione lucida e da una passione schietta per la letteratura (la conferma viene dagli altri lavori di Lorena Senestro, dedicati a Leopardi, Gozzano, Pavese). Questa inedita Emma Bovary ci ammicca con la prossimità modale dei giorni nostri, ma non disperde il profumo di un passato eroico, delle feste galanti, delle delusioni tragiche, dei gesti estremi. Il pastiche linguistico escogitato magistralmente dall’attrice piemontese mescola la prosa fine con il verso poetico, ma anche con la tradizione popolare, dal sermo quotidiano all’estro dialettale, fino al patrimonio popolare ed alla cultura pop. Il testo così sapientemente intelaiato funge in scena da trampolino di lancio per virtuosismi stilistici, che Lorena Senestro riempie sempre di energia e luce. Sola e quasi infissa come la bambolina di un carillon in una postura di attesa, protesa ad afferrare un momento che non verrà mai perché mai sarà all’altezza della sua immaginazione, noi spettatori quasi non ci accorgiamo della solitudine di Emma nel vuoto enorme del palcoscenico spoglio, tanto è pieno e costante il suo dondolare ed oscillare sul posto, tra le discese in picchiata imposte dagli andirivieni del suo viaggio umorale. Lorena Senestro, pur concedendo un saggio esaustivo della sua formidabile macchina attoriale, confeziona con acume, misura e maturità uno spettacolo dalla teatralità semplicemente completa e totale. Applausi.
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CREDITS
“MADAMA BOVARY” di e con Lorena Senestro
(liberamente ispirato a “M.me Bovary” di Flaubert con brani tratti da Guido Gozzano)
Genere: Monologo
Regia: Massimo Betti Merlin e Marco Bianchini
Musiche originali: Eric Maestri
Costumi: Stefania Berrino
Disegno Luci: Roberto Tarasco