‘Non sono fatta per le emozioni umane’. Questo dice di sé – quasi in una diagnosi conclusiva arrivata ancora prima di cominciare – Laura, la protagonista di ‘Miss Universo’, il monologo scritto con sagace umorismo da Walter Fontana che ha debuttato al Politeama Genovese giovedì 6 ottobre nell’ambito del Festival ‘Non ci resta che ridere’ e resterà in scena fino a sabato 8. Ad interpretare Laura ecco Eleonora D’Urso, chiamata a una ‘sfida nella sfida’ come ogni monologo che si rispetti in fondo è per un attore.
Anche regista dello spettacolo insieme a Massimo Chiesa, la D’Urso cambia di continuo postura, tono di voce, influenze dialettali per dar vita a tutti i personaggi che dominano l’universo interiore di Laura. Un universo che la donna si ritrova a esplorare mentre attende pazientemente e testardamente di poter essere visitata dal suo dermatologo, seduta nella sala d’aspetto. Del resto il medico la conosce da sempre, si prenderà cura scrupolosamente del suo nuovo attacco di herpes. Ma il dottore non sa quando potrà rientrare in studio. I pazienti sono molti, tutti urgenti, per cui… ‘oggi è impossibile, domani neanche a parlarne, e giovedì, giovedì, giovedì… vediamo!!!’
Il Dr. Bellucci non è l’unico personaggio in cui l’immaginario di Laura – insieme nevrotica e volitiva – si dipana. Ecco l’antennista ‘di Afragola trapiantato a Bolzaneto e con origini pugliesi’ ad esempio, fulminato per errore da un Dio – sì, proprio Dio – che del resto non è certo l’Onnipotente Creatore dell’Universo che noi tutti probabilmente abbiamo sempre immaginato. Perché l’Universo è vecchio e ha bisogno di manutenzione, anche straordinaria.
Insomma, in un incessante saliscendi tra le tre sedie che costituiscono la minimale scenografia e alcuni giochi sonori e di luce che la accompagnano al centro del palco, un’accattivante e molto divertente Eleonora D’Urso ci presenta la vicenda di una donna la cui esistenza è sì ‘il riflesso dei pareri altrui’, ma che l’alternarsi tra il Celeste e il Terrestre consentirà infine di aggrapparsi al Dio del Sapersi Immaginare un’Altra Vita, per riscattarsi e poter finalmente far ruggire quella pantera interiore che troppo a lungo ha dovuto lasciare spazio a un remissivo topolino.