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Beyond Vanja

Dal 14 al 20 novembre al Teatro Litta, Milano

foto(tratto da Zio Vanja di Anton Cechov)

elaborazione drammaturgica Antonello Antinolfi e Francesco Leschiera

regia Francesco Leschiera

con Sonia Burgarello, Ettore Distasio, Alessandro Macchi, Matteo Ippolito, Giulia Pes

scene e costumi Francesco Leschiera, Alice Manieri, Chiara Bartali e Alice Francesca Sabbadini/Mentozero

luci Luca Lombardi

assistente regia Edoardo Visentin

scenografie digitali Dora VisualArt

elaborazioni e scelte musicali Antonello Antinolfi

produzione Teatro del Simposio

in collaborazione con Manifatture Teatrali Milanesi

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E’ una rilettura in chiave contemporanea di “Zio Vanja” di Anton Cechov, quella che il Teatro del Simposio presenta in “Beyond Vanja” al Teatro Litta, Sala La Cavallerizza di Milano, (C.so Magenta 24) dal 14 al 20 novembre (da lunedì a sabato ore 21.00, la domenica ore 17.00), nell’ambito della stagione 2016.2017 di Manifatture Teatrali Milanesi, elaborazione drammaturgica di Antonello Antinolfi e Francesco Leschiera, regia Francesco Leschiera, con Sonia Burgarello, Ettore Distasio, Alessandro Macchi, Matteo Ippolito, Giulia Pes.

Senza snaturarne le tematiche, il clima e la storia che Cechov ha trasmesso attraverso i suoi testi, lo spettacolo – segnalato tra i migliori spettacoli della stagione 2015/2016 da Milano Teatri – rappresenta un mondo di personaggi che non vivono, ma trascinano la propria vita senza scosse, senza emozioni, senza ideali. In realtà questo avviene solo in apparenza, perché essi, seppure incapaci di effettuare scelte nel timore del cambiamento, sono trascinati dalle passioni. In tale inquietudine di sentimenti non corrisposti, arriva la scintilla che fa vacillare i già precari equilibri. Ma è solo un temporale autunnale che arriva all’improvviso e si dissolve con la stessa rapidità, per tornare alla calma triste e rassegnata di sempre.

Perché scegliere un testo e un autore classico? Perché scegliere un testo classico di Cechov, come Zio Vanja in un periodo storico dove siamo idealmente sempre più spinti verso la drammaturgia contemporanea? – scrive il regista Francesco Leschiera – I motivi che mi hanno spinto a scegliere tale testo sono molteplici. Primo su tutti la tematica e la voglia di raccontare l’identità dell’uomo, psiche e materia, attraverso i personaggi cechoviani, nei quali ritrovo una contemporaneità disarmante. Secondo motivo, non meno importante del primo, il voler sperimentare partendo dall’elaborazione drammaturgica che si concentra innanzitutto sulla sottrazione di alcuni personaggi principali. Ciò non si traduce nella loro assenza, ma al contrario essi sono presenti nelle parole e nel pensiero degli altri.

È una caratteristica della Compagnia ormai da parecchi anni quella di contaminare i propri lavori con altre forme d’arte quali la performance, l’installazione, il light design così come il linguaggio olfattivo ed è in tale contesto che nasce la scelta del titolo, “beyond Vanja”, ossia la necessità di andare oltre la semplice trasposizione del testo, cercando invece nuove forme di rappresentazione senza mai tradire l’essenza delle atmosfere e delle tematiche.

I temi su cui la messa in scena si concentra sono quelli della manipolazione, della costrizione: il Professore appartiene alla vasta famiglia dei gretti santoni e dei barbassori che imbrigliano le aspirazioni degli uomini; Astrov ubriaco vorrebbe che Teleghin suonasse la chitarra, ma “non si può”, perché in casa dormono tutti. La stessa Elena Andreevna è presa dal desiderio di mettersi al pianoforte ma “non si può, perché il Professore sta male e la musica lo irrita”. Il “non si può” mormorato da Sonja sembra significare l’inevitabile soggezione dell’uomo, la sua desolata inabilità a frantumare le imposizioni, i soprusi.

L’altro tema fondamentale è quello dei rapporti d’amore che si intrecciano: due donne (Elena Andrèevna, Sonja) che si innamorano dello stesso uomo (Astrov); due uomini (Astrov, Zio Vanja) che amano la stessa donna; (Elena Andrèevna) in contrapposizione alla delusione di Sonja e Zio Vanja che non trovano rispondenza da chi desiderano.

Tutto questo avvolto dall’afa e dal profumo d’incenso di chiesa, in una giornata di sole, in un clima di totale passività e apatia nei confronti della vita, fino a quando un temporale autunnale nella notte scatena conflitti, turbolenze d’amore, fantasmi.

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SINOSSI

Nelle vite monotone e laboriose di Zio Vanja e sua nipote Sonja irrompe improvvisamente il professor Serebrjakov, marito della defunta sorella di Vanja e sposato in seconde nozze con la bellissima Elena, pigra, indolente, ma raggiante di giovinezza. Vanja e il medico Astrov si innamorano di lei. Vanja smette di occuparsi dei campi, Astrov trascura i malati, mentre Sonja, segretamente innamorata di Astrov, soffre. Un giorno Serebrjakov propone di vendere la proprietà della defunta moglie per investire il capitale in modo più redditizio.

Vanja reagisce, esplode, esternando tutto l’odio represso per il vecchio ed egoista professore. La situazione diventa insostenibile e Serebrjakov parte insieme alla moglie. Alla fine la vita riprende con la stessa monotonia di prima: le ferite si rimarginano, non c’è che aspettare.

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Durata: 2 ore

Link siti

http://www.mtmteatro.it/stagione-2016-2017/beyond-vanja/

http://teatrodelsimposio.wixsite.com/teatrodelsimposio

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Teatro del Simposio

Gruppo milanese di sperimentazione che lavora dal 2012 su molteplici forme teatrali, nato da comuni esperienze formative e professionali elaborate nel corso degli anni.

L’incontro di Francesco Leschiera, Alessandro Macchi e Antonello Antinolfi avviene su un aspetto contenutistico, che ha creato un filo conduttore nelle produzioni del gruppo: l’esigenza di raccontare l’identità dell’uomo, psiche e materia, delle sfaccettature che gli appartengono in modo universale ma che inevitabilmente si legano alla concretezza della vita e al vissuto individuale.

Il lavoro si sviluppa dal testo, individuando ed evidenziando la tematica che si vuole affrontare e il messaggio da comunicare. Da questa impronta nasce la costruzione dei personaggi che parte dall’ elaborazione delle fisicità e vocalità. Spesso lo spunto viene da opere d’arte, in particolare i quadri di Francis Bacon, ma anche dalla gente comune, entrambi, seppur molto diversi, sono fonte di interpretazione e rielaborazioni importanti. Attraverso l’improvvisazione, sul corpo e sulla parola, si raggiunge la messinscena finale.

Il fine è quello di trasmettere al pubblico uno spunto di riflessione sul mondo e sull’uomo che lo vive, lo sperimenta e lo agisce.

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Francesco Leschiera si forma come attore e regista lavorando con Marco Maria Linzi, Carmelo Rifici, Andrea Lanza, Paolo Trotti, Antonio Sixty, Renzo Martinelli, Claudio Collovà, Paolo Rossi. Nel 2007 scrive e dirige la sua prima regia cinematografica girando il cortometraggio Vittoria selezionato al Festival Cinemadamare e nel 2010 scrive e dirige il cortometraggio Dentro la Testa selezionato e proiettato al Milano FilmFestival nella Scatola Nera del Piccolo Teatro di Milano. Per il Teatro del Simposio firma le regie de Le Serve di Jean Genet, Una (disprezzata) sera d’autunno di Frederich Dürenmatt, La Città degli Specchi di Antonello Antinolfi, la Bi(g)sbetica domata di William Shakespeare in co-produzione con lo Spazio Tertulliano e Frammenti di Contemporaneità (Meno Emergenze) di Martin Crimp in co-produzione con il Teatro Litta, Rumori di Antonello Antinolfi.

Da due anni segue come assistente regia Carmelo Rifici nelle produzioni del Lac di Lugano e il Piccolo Teatro di Milano.

Alessandro Macchi si forma e lavora come attore con Marco Maria Linzi, Andrea Lanza, Gaddo Bagnoli, Irina Jilieva, Andrea Novicov; amplia la propria formazione attraverso vari laboratori: Ister Teatar di Belgrado, Chris White, Carmelo Rifici, Claudio Collovà, Vincenzo Attingenti, Elena Arcuri, Scimmie Nude.

Antonello Antinolfi matura le sue esperienze teatrali con il Teatro della Contraddizione, Marco Maria Linzi, Paolo Trotti, Carmelo Rifici, ampliando la formazione attraverso i vari laboratori: Eugenio Allegri, Carolina Calle Casanova, Christian di Domenico, Ister Teatar; con il Teatro del Simposio collabora come drammaturgo e musicista, in questo ruolo sperimentando sovrapposizioni di generi e nuove modalità espressive (noise, glitch, voices, microsound).

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