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Danza, un’alchimia di emozioni: intervista a Donatello Jacobellis

Intervista a cura di Michele Olivieri

fotoDonatello Jacobellis nasce a Castellaneta. Il suo percorso di danza va dal genere classico al contemporaneo. Nel 1996, giovanissimo, vola in Corea per il suo primo importante impegno nel mondo della danza con il “Seoul Ballet Theatre”, sotto la direzione di Roy Tobias e James Jeon. Da quel momento la sua carriera è un lungo percorso costellato di numerose esperienze con i nomi più importanti nel panorama internazionale. Infatti, Donatello diventa in breve tempo ballerino solista in molte produzioni del teatro italiano a partire dal 1997 nello spettacolo “Six Memos” con la compagnia Aterballetto. Nel 2000 il suo primo musical, “Beatrice e Isidoro”; nel 2002 ancora un musical dal titolo “Malgrado tutto beati voi”, questa volta con la compagnia del teatro Sistina, mentre nel 2003 è in tournee con “Tutto a posto”. Nel frattempo, una breve pausa dai suoi impegni, lo porta in America, dove egli perfeziona la sua tecnica nelle migliori scuole di New York. Ma il lavoro di Donatello non è solo in teatro, anche la televisione lo scoprirà presto; egli, infatti, può contare la partecipazione a gran parte degli show televisivi delle reti Rai e Mediaset come danzatore e coreografo: “A Tutta Festa, Scopriamo le Carte, Trenta Ore per la Vita, I Cervelloni, Innamorati Pazzi, Festa del Disco, Sogni di Primavera, Ciao Darwin, Alle Falde del Chilimangiaro, Passo Doppio, Theleton, Uno Mattina, Giro Festival, La Corrida, In Famiglia, Sanremo, Stasera Pago Io Revolution, Promosse o Bocciate, Cross Roads, Miss Italia”. Nel 2004 avviene l’incontro con Moses Pendleton che, dopo averlo diretto in uno show sulle reti Rai, lo vuole nella compagnia dei “Momix” come danzatore e assistente coreografico di numerosi spettacoli. Donatello, inoltre, in questi anni è in diversi video-clip di cantanti italiani ed internazionali e può contare diverse partecipazioni cinematografiche; tra tutte, il film “Gangs of New York” con Leonardo Di Caprio per la regia di Martin Scorsese. Prende parte a numerosi Fashion Show ed è inoltre testimonial di celebri brands italiani.

Carissimo Donatello, che ricordi artistici conservi della tua permanenza in Corea?

È stata la mia prima esperienza, ero giovanissimo avevo 14 anni. All’inizio un grande impatto perché comunque i coreani possiedono una cultura totalmente diversa, però è stata un’avventura straordinaria che mi ha donato una forte esperienza, mi ha formato e mi ha dato una base tecnica fondamentale!

Mentre nella celebre compagnia “Aterballetto”?

Ho lavorato con Fabrizio Monteverde in Six Memos… una straordinaria occasione che mi ha arricchito!

Raccontami del tuo incontro con il geniale Moses Pendleton, fondatore dei Momix?

È stato un incontro molto particolare… in occasione delle audizioni per la trasmissione “Stasera pago io Revolution”, un programma di Fiorello del 2003/2004. Le audizioni come primo step si svolgevano tramite invio di foto e curriculum, senza che noi aspiranti danzatori fossimo al corrente di chi si celasse dietro al coreografo richiedente, lui selezionava foto e cv e una volta avuta la chiamata ci si presentava in teatro scoprendo chi era veramente: Moses Pendleton dei Momix… “Wow!” Li seguivo sempre da giovane, non perdevo una puntata di “Maratona d’estate” della Ottolenghi tant’è che conservo tutte le puntate registrate in cui naturalmente c’erano anche quelle dedicate ai Momix. Sono sempre stati i miei miti e un sogno che alla fine si è realizzato… La prima audizione è andata benissimo e la produzione della Ballandi mi ha fatto chiamare e ho firmato subito il contratto come primo ballerino e assistente della trasmissione: per me è stata una forte emozione. Ricordo che il giorno dopo la firma sono ritornato in studio nella veste ufficiale di “assistente” di Moses Pendleton tant’è che anche per i miei amici è stato un impatto da urlo… Poi durante il programma è stato interessante il percorso perché Moses mi ha dato tanto spazio per creare le coreografie del programma e durante questo periodo lui e la moglie Cyntia Quinn mi hanno proposto di trasferirmi a New York, precisamente in Connecticut per la creazione di “Sun Flower Moon”, un nuovo spettacolo basato tutto sulla black light, molto illusionismo e lì ci sono stati sei mesi di creazione e quattro anni di tournée. In seguito è stata la volta di “Bothanica” con altri quattro anni di tournée e poi “Alchemy” e “Lunar Sea”… una straordinaria esperienza anche perché ero l’unico italiano maschile dei Momix e tutto ciò mi ha permesso di essere creatore ed esecutore delle coreografie.

Dalla loro comparsa sulla scena internazionale, a tuo avviso, in cosa hanno fatto la differenza i Momix?

Tanta gente pensa che i Momix siano più che altro degli acrobati mentre ognuno di noi danzatori possedeva una base tecnica classica incredibile… infatti le selezioni, che ancora tutt’oggi facciamo in America, avvengono tramite il primo step che è una lezione di puro classico. È un goodmix perché c’è tanta fantasia e sensibilità all’interno nelle coreografie… ci sono parecchie Compagnie nazionali ed internazionali che in effetti vogliono imitare questo stile ma sinceramente (non perché sono di parte) non trovo negli altri quell’essenza e quella sfumatura che permettono ai Momix di fare la differenza!

Nel tuo ruolo di insegnante cosa ti appaga maggiormente?

Il trasmettere tutto quello che ho dentro, mi piace coinvolgere i miei allievi e riesco sempre ad avere un rapporto bellissimo ed intenso con loro… infatti mi adorano!

Per tua esperienza gli Stage ed i Concorsi che valore hanno nella formazione coreutica?

I Concorsi servono perché i ragazzi iniziano a masticare il palcoscenico e a prendere confidenza con il pubblico e serve loro anche per il futuro perché saranno meno terrorizzati nell’affrontare poi le audizioni. Gli stage intesi come una lezione “inizio e fine” possono andare bene però non permettono di conoscere a fondo lo stile dell’insegnante. Sicuramente una lezione durante uno stage ti lascia un ricordo dello stile però io non amo partecipare a questi eventi – di una sola giornata – ma preferisco instaurare con le scuole una collaborazione più duratura affinché i ragazzi riescano a percepire totalmente il mio stile… ci vuole tempo e non si può riassumere in un’ora… anche perché quello che creo ed insegno non è commerciale!

Cosa significa comunicare con il linguaggio del corpo?

È una delle cose più belle, non c’è bisogno di parlare, la comunicazione del corpo dice ed esprime tutto in maniera totale ed avvolgente!

Da dove parte la tua ricerca coreografica ed ispirazione?

Prendo ispirazione dal quotidiano, qualsiasi momento mi ispira qualcosa… anche questa intervista tra me e te mi lascerà un qualcosa che rimarrà nel mio vissuto e potrà essere un inizio per una nuova coreografia. Mi affido molto alle emozioni e alle sensazioni.

Qual è il tratto principale del tuo carattere?

La sincerità.

E il tuo peggior difetto?

La precisione.

Sei superstizioso?

No!

Hai mai sofferto d’invidia?

Invidia sana… tranquilla! Quella vera no, grazie a Dio!

Tu invece sei stato oggetto d’invidia?

Assolutamente sì… quasi a livello di stalker!

Cosa volevi fare da grande?

Il danzatore e coreografo.

Di che cosa hai paura?

Dell’ipocrisia, della falsità e di tutte le forme negative che può tirare fuori l’essere umano.

Hai un sogno ricorrente?

Tutti i sogni che ho sempre immaginato e desiderato si sono realizzati.

Collezioni qualche oggetto?

Sì occhiali da sole perché amo molto anche la parte fashion.

Cos’è per te la moda?

La moda è una sfumatura del carattere!

Quali sono le tue letture o autori preferiti?

Mi piace molto Alessandro Baricco!

Città preferita?

Ne amo tante ma sono un po’ particolare… mi piace New York come grande metropoli, ma anche il paesino della Puglia dove sono nato perché entrambi mi regalano due emozioni completamente diverse.

Colore preferito?

Rosso.

Che musica ascolti?

Vario genere, in prevalenza quella sperimentale!

Ricordi il primo disco che hai acquistato?

Michael Jackson e Jovanotti!

Qual è il film che hai amato di più?

Canone inverso diretto da Ricky Tognazzi!

Che rapporto hai con la tecnologia?

Abbastanza buono.

Hai delle cause che ti stanno particolarmente a cuore?

Sì seguo molto i bambini che non hanno possibilità… ma preferisco non sponsorizzarmi in questo senso perché la beneficenza dev’essere un atto privato!

Giorno o notte?

Giorno!

Qual è la situazione che consideri più rilassante?

Quando sono con il mio cane al parco!

Qual è il tuo rifugio da tutto e tutti?

Ho una casa in Puglia molto particolare… un’abitazione del ‘400 costruita a strapiombo su una vallata e lì sono totalmente fuori dal mondo e diventa il mio rifugio ideale, non solo inteso come luogo di relax ma anche sotto il profilo creativo!

Cosa ti manca di più quando sei lontano da casa?

Ovvio il mio cane… Ettore!

Qual è la vacanza o il viaggio che vorresti fare e che non hai ancora fatto?

Thailandia… ho girato tutto il mondo ma mi manca questo paese e certamente sarà il mio prossimo viaggio!

Chi o cosa ti imbarazza?

Bella domanda… ignoranti e cafoni sicuramente: mi imbarazzo più che altro per loro! Ma vorrei aggiungere anche il finto buonismo!

Qual è il tuo piatto preferito?

Mangio di tutto ma da buon italiano rispondo la pasta.

Stato d’animo attuale?

Tranquillo e sereno!

Televisione, Rai, Mediaset… come reputi, oggigiorno, il mondo della danza tv visto dall’interno?

Attualmente sono cambiate un bel po’ di cose… erano meglio i miei tempi perché c’era proprio il momento del “balletto” e avevamo sette giorni di prova durante la settimana. Esisteva maggiore spazio per la danza mentre oggi il balletto televisivo è usato più come rientro dalla pubblicità, sono solo degli stacchettini e la qualità con la Q maiuscola si è un po’ persa. Spero che in un futuro prossimo si possa cambiare con un ritorno al glorioso passato…

In conclusione, caro Donatello, per te cosa rappresenta l’arte della danza in tutte le sue discipline?

Oltre alla vita è un’alchimia di emozioni… è difficile spiegarlo a parole perché è una sensazione unica che parte dal cuore. In qualità di danzatore mi ritengo molto fortunato perché so esattamente, nel mio intimo più profondo, cosa significa il sostantivo “danza”!

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