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Umbria Jazz Winter (24° edizione)

Dal 28 dicembre al 1° gennaio a Orvieto

fotoIn Italia il jazz in inverno è prima di tutto – per la ventiquattresima volta! – Umbria Jazz Winter che dal 28 dicembre al primo gennaio propone grande jazz nel centro storico di Orvieto. 

Tanta buona musica ma anche l’ospitalità di una delle più belle città dell’Umbria, la possibilità di visitare luoghi che testimoniano una antica civiltà, ottimo cibo e grandi vini. Un festival a misura d’uomo in una terra che da sempre fa della qualità della vita un tratto fondamentale della sua identità. 

Orvieto quest’anno è il punto di arrivo di un lungo percorso che ha portato il marchio Umbria Jazz in giro per il mondo. Si è cominciato in aprile-maggio con una missione “esplorativa” in Cina: Pechino, Canton, Shanghai, Qingdao, prologo del festival di una settimana che si è svolto a Chengdu in ottobre, con una puntata anche a Shanghai per il JZ Festival. Prima, a luglio, c’era stata naturalmente l’edizione estiva a Perugia, mentre ad Assisi e Norcia si era tenuto dal 30 settembre al 2 ottobre un festival straordinario per raccogliere fondi a favore delle popolazioni vittime del terremoto del 24 agosto. Il 18 e 19 ottobre, infine, con il marchio “Umbria Jazz presents Top italian Jazz”, il quartetto di Fabrizio Bosso ha suonato al Blue Note di Tokyo nell’ambito delle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Giappone. 

Musicalmente parlando, Umbria Jazz Winter # 24 offre molto jazz americano, e di altissimo livello, ma un ruolo altrettanto importante lo ha il jazz tricolore. 

Dagli Stati Uniti arriva Ryan Truesdell con il suo rispettoso (ai limiti della filologia) progetto su Gil Evans, con Paolo Fresu special guest. Ad Orvieto viene presentato un nuovo lavoro sulle pagine originali di due dei quattro dischi che Evans incise con Miles Davis, Miles Ahead (1957) e Porgy and Bess (1958), capitoli fondamentali della storia del jazz. Paolo Fresu, il cui suono evoca Miles forse più di qualunque altro trombettista contemporaneo, è il valore aggiunto del progetto, di cui sono parte importante anche Steve Wilson, Jay Anderson e Lewis Nash. 

Ci saranno anche due spettacolosi gruppi diretti da altrettanti contrabbassisti, il nuovo trio di Christian McBride con Christian Sands al pianoforte e Jerome Jennings alla batteria, ed il quartetto (con due chitarristi, Jose Cardenas e Adam Rogers) di John Patitucci. Da non perdere il duo tutto contrabbasso McBride-Patitucci, improvvisato per l’occasione, mentre ormai stabile è l’altro duo Steve Wilson – Lewis Nash, che a Orvieto è già stato ascoltato più volte e sempre con successo: due maestri del sassofono (Wilson) e della batteria (Nash) che hanno trovato in questa piccola grande band una formidabile coesione. 

Un altro ospite abituale del festival, anche in estate a Perugia, è Allan Harris, vocalista e chitarrista che Umbria Jazz ha contribuito a lanciare: oggi Harris è un nome di primo piano nella ristretta cerchia della vocalità jazz da quando è stato nominato dall’annuale, prestigioso referendum dei critici di Downbeat “Rising star jazz vocalist”. 

Più che una curiosità è la giapponese, newyorkese di adozione, Chihiro Yamanaka, una allieva del Berklee College of Music di Boston che interpreta in modo originale la superclassica formula del piano trio.

Tutto italiano è invece un altro dei progetti di punta di Umbria Jazz Winter # 24, con Paolo Fresu e Gaetano Curreri, voce e leader degli Stadio, dedicato al “jazz di Lucio Dalla e Fabrizio De Andre'”. Con loro, anche Raffaele Casarano e Fabrizio Foschini. 

Il jazz italiano incontra dunque le canzoni di due dei nostri più grandi songwriter che il jazz lo hanno suonato, chi più chi meno, e che del jazz restarono sempre innamorati. Il suggestivo titolo è: “Le rondini e la luna”. 

Nel programma dell’edizione numero 24 figurano altre figure importanti del jazz italiano come il duo Dado Moroni, pianoforte, e Luigi Tessarollo, chitarra, ed il trio di Giovanni Tommaso al contrabbasso, Rita Marcotulli al piano e Alessandro Paternesi alla batteria in un progetto ispirato a George Gershwin. 

La formula del festival prevede molto altro: eventi diffusi nel centro storico a tutte le ore e per tutti i gusti in location importanti come il teatro Mancinelli, il museo Emilio Greco, il Palazzo del Capitano del Popolo. E ancora: jazz dinner, marching band (i Funk Off), jam session notturne, musica no stop a Palazzo dei Sette. Oltre al jazz qui si possono ascoltare anche “generi” più popolari, perché Umbria Jazz ha una visione aperta della musica, purché di qualità. 

Si va dunque dalle canzoni di Vincent Van Hessen, in arte solo Vince, con la sua tradizione di  musicista di strada, al jazz delle origini (New Orleans e dintorni) riproposto con freschezza dagli Sticky Bones; dall’organ trio di Max Ionata alla cantabilità della Swing Valley Band diretta da Giorgio Cuscito; da Accordi Disaccordi con il loro gypsy jazz alla gioiosa vitalità di Sammy Miller and the Congregation, una delle rivelazioni della scorsa edizione estiva di Umbria Jazz, fino a Mario Donatone, pianista, cantante ed entertainer tra blues, soul e jazz. 

Restano centrali i due momenti che da sempre caratterizzano il festival: la Messa di Capodanno nel Duomo con il gospel ed i canti religiosi della tradizione afroamericana (quest’anno, Dexter Walker & Zion Movement) e la notte che saluta l’arrivo del 2017 con i veglioni ed i concerti. Chi vuole, può tirar tardi fino all’alba. 

Umbria Jazz offre, infine, una vetrina a due giovani formazioni: la vincitrice del concorso 2016 di Umbria Jazz dedicato ai giovani emergenti ed il Berklee/Umbria Jazz Clinics 2016 Award Group. Magari tra loro ci sono le star di domani. 

C’è molto da ascoltare dunque nella Città della Rupe. Se volete passare un Capodanno emozionante, in uno scenario unico e ascoltando buona musica, Orvieto è la scelta giusta.

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MERCATO DI AZIENDE DI NORCIA A UMBRIA JAZZ WINTER

CONCERTO DI PAT METHENY IL 4 MAGGIO

EVENTI IN PIAZZA A NORCIA PER UJ 17

Umbria Jazz vuole contribuire alla ripresa e continuare a fare la sua parte. Già dopo il terremoto del 24 agosto con le manifestazioni ad Assisi e Norcia (30 settembre – 2 ottobre) il festival si era messo a disposizione del suo territorio per dare una mano. Il legame strettissimo con la sua terra, del resto, è sempre stato un tratto caratterizzante dell’identità di Umbria Jazz. Dell’Umbria il festival si sente nello stesso tempo parte indissolubile e suo strumento di sviluppo, sia culturale che economico.

Ad Orvieto, per Umbria Jazz Winter, la prima iniziativa. La Fondazione Umbria Jazz ha proposto, coinvolgendo i Comuni di Orvieto e Norcia e la Regione, di organizzare un mercato di aziende di Norcia che per il sisma hanno avuto inagibile il loro esercizio commerciale e trovano molte difficoltà a lavorare. Il Comune di Orvieto metterà a disposizione le proprie strutture mobili. Sarà per queste aziende una opportunità per vendere e soprattutto promuovere i prodotti tipici del territorio in un periodo ed in un luogo chiave del turismo invernale in Umbria, in particolare di quello natalizio.

C’è però altro.

Umbria Jazz ha ricevuto da Pat Metheny, forse oggi il più popolare musicista jazz in Italia, l’offerta di un concerto di beneficienza da tenersi il 4 Maggio 2017. Umbria Jazz ha ovviamente accettato con entusiasmo e sta studiando le diverse modalità operative per realizzarlo.

Al cuore di tutto c’è l’edizione estiva di Umbria Jazz, di cui a Norcia si terrà un evento importante. Per l’occasione, mettendo in conto un notevole impegno economico ed organizzativo, il festival progetta di riprendere per Norcia la formula con cui è nato 43 anni fa: la musica gratuita in piazza. Sarebbe un segnale, a livello internazionale, della voglia di rinascita del territorio ed una forte opportunità turistica, ma sarebbe anche, per gli abitanti di quella zona, un bel momento di aggregazione, condivisione, voglia di tornare alla normalità.

Da considerare che si tratterebbe di un esordio: mai nei 43 anni di vita Umbria Jazz è stata a Norcia, ad eccezione della street parade dei Funk Off lo scorso 2 ottobre in occasione di “Musica e (È) Solidarietà”.

Questo progetto è ancora da definire nei dettagli perché molto dipenderà dalle condizioni logistiche che si verranno a determinare nei prossimi mesi: agibilità di impianti, strade, strutture ricettive, garanzia di sicurezza etc. In ogni caso sarà fondamentale il confronto con la Protezione civile.

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MUSICA E (È) SOLIDARIETÀ AD ASSISI

Un primo momento della solidarietà di Umbria Jazz era stato l’evento di tre giorni, un vero e proprio festival, che si è svolto ad Assisi dal 30 settembre al 2 ottobre. Grazie alla generosa disponibilità di alcuni dei più importanti artisti italiani (tra gli altri, Rava, Bollani, Fresu, Rea, Di Battista, Ciammarughi, Rita Marcotulli, Gino Paoli, Fabrizio Bosso, Funk Off, oltre a Renzo Arbore) sono stati raccolti più di 40 mila euro da devolvere alla Protezione civile, ma soprattutto è stata tenuta viva l’attenzione sul dramma di queste popolazioni. Nella giornata conclusiva c’era stata anche una street parade dei Funk Off a Norcia.

Tutto il programma in dettaglio su www.umbriajazz.com.

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