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Un’ora di tranquillità

Fino all’8 gennaio al Teatro Quirino, Roma

Massimo Ghini ha deciso di misurarsi con la travolgente comicità di un testo mai rappresentato in Italia Unora di tranquillità di Florian Zeller uno dei più apprezzati drammaturghi francesi contemporanei.

Unora di tranquillità è una commedia moderna, brillante e divertente grazie al meccanismo del vaudeville giocato tra equivoci e battute esilaranti, è una macchina drammaturgicamente perfetta inventata da questo geniale scrittore francese che è stata in patria un grandissimo successo teatrale, definita una spassosa, intelligente e geniale operazione da non perdere. Il meccanismo della comicità presente nel testo consente di non dover ricorrere a imponenti adattamenti, anzi è proprio nel meccanismo utilizzato nella scrittura che si poggia la forza di questa commedia brillante. I personaggi hanno ciascuno un ruolo fondamentale nella vicenda, è come se fossero loro stessi gli ingranaggi che mettono in moto la macchina della risata già dalle prime battute del testo.

Si tratta di un’opera corale dove ogni attore deve legare la propria arte agli altri.

Il personaggio “centrale” di Un’ora di tranquillità è un uomo che cerca disperatamente un momento di solitudine e serenità.

E’ riuscito a rintracciare e acquistare un vecchio disco in vinile da un rigattiere ma, mentre cerca di trovare il modo per dedicarsi a questo cimelio, una serie di eventi e personaggi lo interrompono: la moglie che, gli deve parlare di cose importanti del loro rapporto, il vicino di casa che, a causa dei lavori che sta effettuando nella propria abitazione, irrompe mentre Michel sta cercando di ascoltare il disco, fino ad un improbabile idraulico che invece di riparare i guasti, ne provoca ulteriori. A questi si aggiungono altri amici, amanti e figli che entrano in scena inconsapevoli di rendere impossibile al povero protagonista di godersi solo un’ora di tranquillità.

Senza poterli minimamente prevedere verranno alla luce vecchi amori, tradimenti, bugie… il tutto tenuto sempre sotto perfetto controllo ma con la genuinità dirompente del non programmato.

Il tempo di pace è praticamente un sogno irraggiungibile fino al momento in cui tutto si ferma e il disco finalmente sta per essere ascoltato…

L’abilità di Florian Zeller non è solo nella scrittura brillante, ma anche nell’arte di gestire l’imprevisto continuo, in un vortice in cui le collisioni sono inevitabili, con un gusto che amplifica il divertimento. Lo spettatore è invitato e sollecitato a conoscere la verità ma continua ad avere ben presente l’impossibilità di riuscire a sistemare le cose perché ci sono troppe varianti che interferiscono con quello che sembrava un banale progetto per trascorrere un po’ di tempo, anzi solo un’ora, di tranquillità.

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NOTE DI REGIA

Un’ora di tranquillità. Ho avuto proprio bisogno di questo, per riuscire a scrivere queste poche note di regia. Un titolo che rappresenta in maniera precisa un sogno, un’esigenza che, dati i momenti convulsi che viviamo, si fa quasi utopia.

La commedia mi è stata segnalata da un direttore di teatro che l’aveva appena vista a Parigi. La prima lettura è stata immediatamente rivelatrice delle potenzialità del testo stesso. Una intelaiatura da farsa, composta e sviluppata con eleganza che, non disdegna la memoria geometrica di tanta commedia francese cinica e moderna che, ancora continua ad essere fonte di ispirazione per molti film di successo. Il nostro protagonista, che più che essere un protagonista finisce per essere il Caronte di sé stesso, andrà incontro ad uno tsunami che lo travolgerà. Onda anomala composta da una serie di persone, di affetti, di sconosciuti che scaricheranno su di lui le loro nevrosi, spinti, a loro pensare, da un senso di giustizia che vorrebbe riparare al male fatto. La meravigliosa doppiezza dei protagonisti fa sì che qualunque opera riparatrice essi vogliano compiere, si trasformerà in tortura. Il cinismo che pervade tutta la storia mi ha affascinato. Quando la mancanza di ipocrisia permette ad un autore di poter essere così diretto e spietatamente onesto, la risata arriva là dove tanta morale, tanta ipocrisia appunto, fa spesso danni irreparabili. Ridere continuando a descrivere la doppiezza della società che non parla e, se lo fa, mente, accettando tutti di essere protagonisti del nulla. Il testo è di Florian Zeller, uno dei talenti più affermati della nuova drammaturgia francese. I suoi testi sono rappresentati nei maggiori paesi d’Europa riscuotendo successo di critica e di pubblico. Un’ora di tranquillità è stata realizzata la scorsa stagione a Parigi diretta ed interpretata da Fabrice Lucchini con un successo travolgente, tanto da ottenere l’interesse di Patrice Leconte che ne ha fatto un film con Christian Claviert e Carol Bouquet, campione d’incassi.

Massimo Ghini

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con (in ordine alfabetico) Claudio Bigagli Massimo Ciavarro Massimo Ghini Alessandro Giuggioli Galatea Ranzi Luca Scapparone Marta Zoffoli

scene Roberto Crea

costumi Silvia Frattolillo

luci Marco Palmieri

regia MASSIMO GHINI

personaggi e interpreti

Michel Massimo Ghini

Nathalie Galatea Ranzi

Pavel Claudio Bigagli

Pierre Massimo Ciavarro

Elsa Marta Zoffoli

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