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It’s app to you – o del solipsismo

Andato in scena il 3 febbraio 2017 all’Auditorium del Centro Sociale di Salerno

Il nuovo appuntamento di Mutaverso Teatro, la seconda stagione di Erre Teatro diretta da Vincenzo Albano, presenta la compagnia Bahamut con “It’s app to you” – o del solipsismo”, da un’idea di Leonardo Manzan e drammaturgia di Camilla Mattiuzzo, con Leonardo Manzan, Andrea Delfino, Paola Giannini, regia Leonardo Manzan, con il sostegno di Centro Teatrale MaMiMò.

Leggiamo nelle note di presentazione: “Uno spettacolo pluripremiato – menzione speciale del Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro 2015 dell’Accademia di Arte Drammatica Nico Pepe di Udine; vincitore del bando Giovani Direzioni 2016 del MaMiMò di Reggio Emilia e del Premio della Critica al Festival Direction Under 30 di Gualtieri 2016 – che nasce dall’esigenza di interrogarsi sul libero arbitrio: l’uomo è padrone delle proprie scelte? Oppure no? In un mondo in cui le opzioni sono limitate e già prestabilite da un sistema che risponde ad algoritmi matematici, il personaggio in scena è eterodiretto e senza alcuna libertà. In una sorta di videogioco, che confonde i piani reali e quelli virtuali, per la prima volta sarà il gioco a scegliere il giocatore, che rimane ‘incastrato’ all’interno della virtualità. E se anche la vita fosse così?

Molto giovane la Compagnia Bahamut è nata solo nel 2015, i tre attori si sono conosciuti alla scuola di teatro Paolo Grassi ed hanno subito iniziato a lavorare insieme per proporre la loro visione del mondo.

Presentazione della Compagnia: Noi siamo Bahamut, una compagnia nata da tre attori ed una drammaturga diplomati alla “Paolo Grassi”. Bahamut è il pesce che sostiene il mondo. I pesci sono scivolosi. Il mondo è in pericolo. Viviamo pensando a questo primo spettacolo come al nostro antidoto perché il mondo non ci scivoli via. Bahamut si agita sotto il pavimento di un quadratissimo condominio di periferia alla ricerca della pietra filosofale. Ci alleniamo, giochiamo, improvvisiamo, scriviamo e negli ultimi mesi abbiamo scoperto “It’s App To You”. Confidiamo nella giustizia di questo nostro gioco e desideriamo ardentemente scuotere le pareti del vostro teatro.

Premio della Critica

Motivazione della Giuria: Il Premio della Critica dell’edizione 2016 di Direction Under 30 viene attribuito, per lo sguardo con cui ha saputo rappresentare esperienze e sensazioni ricorrenti nella nostra generazione, attingendo a un immaginario condiviso, per l’originalità della drammaturgia e della struttura scenica capaci di coinvolgere e mantenere alti la tensione e l’interesse del pubblico, confidando che questo premio costituisca un’opportunità di ulteriore crescita, allo spettacolo “IT’S APP TO YOU- O DEL SOLIPSISMO” della Compagnia Bahamut

Da una parte ci sono citazioni derivanti dalla letteratura (come nel caso dell’immagine del chicco di caffè, tratta dal “Er caffettiere fisolofo” di Giuseppe Gioacchino Belli), dall’altra sono molti i riferimenti alla realtà filmica (“Matrix”) e videoludica: abbiamo studiato e poi riprodotto attentamente i meccanismi, gli elementi grafici (come nel caso delle scatole degli indizi, tratte chiaramente dal mondo di “Super Mario Bros”) e gli stessi personaggi, quali Lara Croft di “Tomb Raider” e Hitman (a cui si deve il nome del nostro personaggio “47” e l’abbigliamento di Andrea, che interpreta “Algoritmo”).

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A sipario aperto, in un angolo della scena, un attore dietro una scrivania attende che il pubblico prenda posto. Buio. Una voce si alza vibrante in uno sfogo personale affermando che nessun altro esiste e tutto è proiezione del suo pensiero e si addentra in una particolareggiata esposizione del significato del ‘solipsismo’. Si tace, sembra esausto dal fiume di parole fuoriuscite dalla sua gola. Ancora buio. Al centro della scena si materializza una graziosa figura femminile, con belle gambe, calze a rete, treccine e ….pistola.

Dalla sala l’attore sale sul palco con un salto, entrando così in scena e contestualmente nel gioco che oscilla tra reale e virtuale.

Aiutami! Trova il mio assassino e uccidilo”. Con questo grido di aiuto lei, Paola Giannini coinvolge il recalcitrante Umano 47 morto che parla, nella ricerca del colpevole. Lasciamo che la sfumatura di giallo colori le battute del testo che cerca di far emergere problematiche e domande esistenziali laddove appare solo la banalità del quotidiano non reale.

Quanto di reale c’è nel virtuale e viceversa?

E perché sempre il male al centro della questione? Perché la pistola? L’assassino? E di conseguenza l’indagine…

Ben altre indagini e ricerche hanno visto l’individuo come protagonista della speculazione filosofico-esistenziale.

La sfera delle emozioni scivola lontano rotolando senza lasciare impronte.

Molto giovani gli attori e molto motivati portano avanti il loro spettacolo con determinazione e con la malcelata supponenza propria della giovane età.

Il mondo è loro e basta solo sfiorare il tasto del telefonino per addentrarsi in avventure nuove e diverse…

Tutto rigorosamente in inglese. Termini e Applicazioni. Tutto ciò che è diverso da noi ci attrae e nello stesso ci spaventa perché oggi ci hanno abituati ad essere uguali, tutti uguali, tutti insieme, nella decantata meraviglia della Globalizzazione…

Un tempo bastava aprire le pagine di un libro per sognare e vivere esperienze fantastiche, uniche ed irripetibili, con personaggi mitologici, viaggiare in paesi lontani, misteriosi ed affascinanti. L’immaginazione permetteva a tutti di creare realtà parallele ed oggi??? Forse non siamo che la naturale evoluzione di tali percorsi mentali. Infinite ripetizioni sempre uguali a se stesse dal mentale alla raffigurazione visuale.

Ieri un libro, oggi un telefonino. Tutto corre intersecando mutazioni e meccanicismi.

Quanto è creato da noi e quanto invece siamo noi ad essere creati da… Immagini visualizzate da altri?

Gli attori sono bravi e sicuramente potranno continuare il loro viaggio, forse anche confrontandosi con i classici o con testi strutturati di teatro non necessariamente tradizionale, ma rispondente a canoni già sperimentati e praticati.

Apprezziamo l’originalità, la leggerezza, il ritmo e la velocità della messa in scena, i movimenti e la gestualità del corpo e del viso, la precisa sequenza ed incisività dei rumori ed anche la freschezza della proposta.

Qualche battuta divertente, molte ripetizioni, ma tutto fa parte del programma di gioco.

Ecco forse ci si può chiedere il perché di tale scelta. È ovvio che è il loro mondo e come tutti coloro che iniziano hanno voglia di parlare di ciò che conoscono, ma il teatro è anche la magia dell’ignoto.

Lasciamo che il tempo giochi il suo ruolo e nel frattempo tutti i giochi sono aperti…

Il pubblico si è divertito ed ha applaudito con piacere.

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