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Orchestra Haydn di Bolzano e Trento in concerto

Il 24 e 26 febbraio all'Auditorium di Milano

Orchestra Haydn di Bolzano e Trento

Pianoforte Chloe Mun

Direttore Benjamin Bayl

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Continua l’apertura de laVerdi verso le collaborazioni esterne, con il gradito ritorno nel cartellone della stagione principale dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, diretta dall’australiano Benjamin Bayl, e la partecipazione della pianista sudcoreana Chloe Mun, Primo premio “Busoni 2015”. Lo scorso dicembre fu l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, guidata da Zhang Xian, ad esibirsi nella doppia sede di Bolzano e Trento della Haydn.

Doppio appuntamento venerdì 24 (ore 20.00) e domenica 26 febbraio (ore 16.00), all’Auditorium di Milano in largo Mahler, con una locandina all’insegna del Classicismo viennese. Sui leggii dei musicisti della Haydn vi saranno Lexicon III di Ivan Fedele, pagina che l’autore pugliese ha realizzato su commissione della stessa Orchestra; il Concerto per pianoforte e orchestra in mi bemolle maggiore K 482 di Wolfgang Amadeus Mozart e, a chiudere, la Sinfonia n. 101 di Joseph Haydn.

Venerdì 24, sempre in Auditorium (Foyer della balconata, ore 18.00, ingresso libero), la tradizionale conferenza di introduzione all’ascolto dal titolo: La cultura pianistica mozartiana: il Concerto n. 22, in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano, vedrà il relatore Enrico Reggiani portarci a Vienna sul finire del 1785, in un periodo sereno per Mozart sul piano personale e prospero dal punto di vista musicale, quando vide la luce e fu eseguito per la prima volta il Concerto per pianoforte e orchestra K 482, con immediato e unanime successo.

(Biglietti: euro 36,00/16,00; info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar/dom, ore 10.00/19.00, tel. 02.83389401/2/3; on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it).

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Programma

Lexikon III di Ivan Fedele chiude un ciclo di composizioni sinfoniche che prendono come spunto altrettanti argomenti musicali e extra-musicali come quelli proposti dalle Lezioni americane che Italo Calvino scrisse nel 1985 per una serie di conferenze all’Università di Harvard, che non poté tenere perché la morte lo colse prima: Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità e Consistenza (quest’ultima non fece in tempo a redigerla). Questi concetti – scrive Ivan Fedele nella sua nota introduttiva – sono per Calvino le qualità che avrebbero assicurato la sopravvivenza della letteratura nel terzo millennio, a fronte di una profetica intuizione di come e quanto la diffusione dell’informatica nella vita quotidiana potesse rappresentare, accanto alle conquiste importanti nel campo dell’informazione e della comunicazione, una seria minaccia al romanzo e alla letteratura.

Il Concerto per pianoforte e orchestra K 482 di Wolfgang Amadeus Mozart porta la data del 16 dicembre 1785 e fu eseguito a Vienna la prima volta il 23 dicembre dello stesso anno, ottenendo un grande successo da parte del pubblico che volle la replica del secondo tempo. Si trattava del resto di un periodo fortunato nella vita viennese del musicista. Le poche lettere di quegli anni rispecchiano uno stato d’animo sollevato ed euforico, vivaci istantanee dell’ambiente musicale viennese in quell’epoca, in cui gli artisti lavoravano personalmente a contatto col pubblico. La maggiore novità dell’opera è rappresentata dalla formazione dell’orchestra, che comprende, come il solito, archi, un flauto, due fagotti, due corni, due trombe e timpani, ma anche (è il primo caso nella produzione mozartiana) al posto dei due oboi, due clarinetti, che ne determinano un diverso colore orchestrale.

Composta da Joseph Haydn a Londra nel 1794, la Sinfonia n. 101 è una delle gemme più preziose del ciclo delle dodici Sinfonie cosiddette “londinesi” con le quali Haydn, spinto dall’esempio degli ultimi capolavori di Mozart, getta un ponte verso il titanico sinfonismo beethoveniano e anticipa modi addirittura romantici, rivelandosi artista di smisurata grandezza inventiva. Accolta a Londra con trionfale successo, la Sinfonia in Re maggiore deve gran parte della sua popolarità a un fortunato sottotitolo affibbiatole all’inizio dell’Ottocento, “L’orologio”, a causa del movimento ritmico regolare che accompagna le entrate del tema nel secondo tempo (Andante), dove lo staccato dei fagotti e il pizzicato degli archi sembrano imitare il ticchettio di una pendola. Ma, come ben scrive il Manzoni, “non c’è assolutamente nulla di banalmente descrittivo o di superficialmente imitativo in questa Sinfonia, che risulta invece una costruzione ampia e solida, dal possente alito già quasi beethoveniano”.

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Biografie

Benjamin Bayl, si divide con successo tra repertorio moderno e antico. La sua perizia ed eleganza nel dirigere sia ensemble di strumenti originali sia compagini moderne lo hanno portato a collaborare con la Symfoniorkester Norrlandsoperan, l’Orquesta Sinfónica del Principado de Asturias, la Hanover Band e la Aalborg Symfoniorkester. Ha diretto all’Opéra National de Lorraine e alla Royal Philharmonic Orchestra, al Summer Festival di Zagabria, alla Wigmore Hall di Londra, al South Bank Centre di Londra e al Wratislavia Festival in Polonia ed ha collaborato con l’Akademie für Alte Musik di Berlino. Nell’ambito del repertorio contemporaneo, Bayl ha inciso per Signum Classics opere di Hindemith con la Britten Sinfonia, album che è stato recensito con cinque stelle dal BBC Music Magazine.

Ha fondato e dirige l’ensemble The Saraband Consort, con cui ha debuttato alla Wigmore Hall ed ha partecipato a numerosi festival tra cui “Martes Musicales” a Vitoria-Gasteiz (Spagna) e “Aste Nagusia” a Bilbao. Altre compagini con cui collabora regolarmente sono Concerto Copenhagen, Monteverdi Choir, English Baroque Soloists, The Sixteen, Gabrieli Consort, Staatskapelle Halle, His Majesties Sagbutts & Cornetts e The English Concert.

Benjamin Bayl è stato assistente di Iván Fischer alla Budapest Festival Orchestra, assistente direttore artistico di Paul McCreesh e del Gabrieli Consort, che ha diretto a Londra e Roma, ha collaborato con Daniel Harding e Yannick Nézet-Séguin alla Mahler Chamber Orchestra, e con Emmanuelle Haïm e Le concert d’Astrée all’Opéra National de Paris.

Ha lavorato come direttore di coro ed assistente direttore d’orchestra, sviluppando collaborazioni con importanti teatri d’opera in particolare a Madrid, Barcellona, Valencia, Parigi, Strasburgo, Copenaghen, Londra e Sidney, ed importanti direttori d’orchestra tra cui Maazel, Gardiner, Bolton, Bicket e Hickox, in un vasto repertorio che include opere di Monteverdi, Handel, Mozart, Bizet e Verdi.

Nato a Sidney nel 1978, Benjamin Bayl ha studiato organo al King’s College di Cambridge. Ha inoltre studiato alla Guildhall School of Music & Drama, National Opera Studio, Schola Cantorum Basel ed alla Royal Academy of Music con Colin Metters, Sir Colin Davis e George Hurst grazie alla borsa di studio “Sir Charles Mackerras”.

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Chloe Mun Vincitrice assoluta del Concorso di Ginevra (primo premio all’unanimità) e del Concorso Busoni 2015 (prima pianista asiatica dal 1949), Jiyeong Mun – in arte Chloe Mun – pare ricalcare le orme di Martha Argerich, che nel 1957 si aggiudicò entrambi i premi dando il via a una brillante carriera su scala mondiale. Grazie al suo approccio assolutamente genuino e naturale verso lo strumento, la giovane sudcoreana classe 1995 si è guadagnata negli ultimi anni il consenso del pubblico e di prestigiose giurie internazionali. Jörg Demus, presidente della giuria della 60’ edizione del Concorso Busoni, ha affermato sul suo conto: “ho riscoperto in lei una naturalezza musicale che credevo scomparsa”.

Chloe Mun si avvicina allo studio del pianoforte all’età di cinque anni. Cresciuta in condizioni svantaggiate poiché entrambi i genitori sono disabili e ricevono soltanto un sussidio statale, inizia a studiare lo strumento di propria iniziativa, esercitandosi a scuola e nella chiesa del quartiere per molte ore al giorno, perché nei primi anni non possedeva un pianoforte a casa. Nonostante le ristrettezze economiche in famiglia, ben presto decide a voler intraprendere seriamente la carriera pianistica e non si lascia abbattere da nessun ostacolo: per realizzare il suo sogno, dopo le elementari interrompe il percorso scolastico tradizionale per poter dedicare più tempo al pianoforte, e si diploma in seguito da privatista con molto anticipo rispetto ai suoi coetanei. Nel 2012 vince l’Ettlingen Music Award International Youth Competition in Germania, premiata per la sua “sorprendente immaginazione musicale, così ricca e completa per i suoi appena diciassette anni”. Nel 2009 si aggiudica nella sua categoria il primo premio al concorso “Art Dream Competition” indetto dal Korean Business Council, che permette a persone delle fasce più basse della società di accedere a un’educazione artistica superiore. In quell’occasione incontra il suo maestro, Daejin Kim, che da allora è suo insegnante e mentore. Attualmente studia alla Korean National University.

Tra il 2009 e il 2013 ha vinto diversi concorsi quali il Rubinstein in Memoriam International Piano Competition in Polonia e il Takamatsu International Competition in Giappone, ottenendo inoltre prestigiose borse di studio da fondazioni quali la Daewon Foundation for Culture e la Dorean Foundation. Considerata oggi in Corea come una delle pianiste di maggior talento della sua generazione, si è esibita in Corea del Sud e Giappone, mentre in Europa ha suonato recital e concerti con orchestra in Germania, Francia, Polonia, Italia e Repubblica Ceca.

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Orchestra Haydn di Bolzano e Trento si è costituita nel 1960 per iniziativa dei Comuni e delle Province di Bolzano e di Trento e gode dei finanziamenti ministeriali del Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS). Il suo repertorio spazia dal barocco ai contemporanei; in più occasioni autori come Luigi Dallapiccola, Luigi Nono, Luciano Berio, Franco Donatoni, Giorgio Battistelli, Matteo D’Amico e Giovanni Sollima le hanno affidato dei loro lavori in prima esecuzione assoluta. L’Orchestra Haydn ha preso parte a diversi festival internazionali, apparendo in Austria (a Bregenz, Erl, al Mozarteum di Salisburgo e al Musikverein di Vienna), Germania, Giappone (a Otsu e Tokio), Italia (al Maggio Musicale Fiorentino, alla Sagra Musicale Umbra di Perugia, al Rossini Opera Festival di Pesaro, ad Anima Mundi di Pisa e a MiTo SettembreMusica di Torino), nei Paesi Bassi, negli Stati Uniti d’America, in Svizzera e in Ungheria. Sul suo podio sono saliti, fra gli altri, Claudio Abbado, Rinaldo Alessandrini, Riccardo Chailly, Ottavio Dantone, Eliahu Inbal, Alain Lombard, Jesús López-Cobos, Neville Marriner, Riccardo Muti, Daniel Oren, José Serebrier, Jeffrey Tate, Juraj Valčuha e Alberto Zedda. Dopo il fondatore Antonio Pedrotti si sono avvicendati come direttori stabili Hermann Michael, Alun Francis, Christian Mandeal e Ola Rudner. Dopo la quasi trentennale guida di Andrea Mascagni, alla direzione artistica si sono avvicendati Hubert Stuppner, Gustav Kuhn (2003-2012) e Daniele Spini (dal 2013); dal 2014 Arvo Volmer è il nuovo direttore principale dell’Orchestra. Moltissime sono le registrazioni radiofoniche e televisive per la rai; ampio il catalogo di lp, cd e dvd realizzati per Agorá (i Concerti di Liszt con Jeffrey Swann e l’Oratorio San Francesco dell’altoatesino Padre Hartmann), Amadeus (il Triplo Concerto di Beethoven con il Trio di Parma), Arts, Brilliant Classics (Piccolo Concertos), Camerata Tokyo (Concerti per flauto con Wolfgang Schulz), col legno (i cicli completi delle Sinfonie di Beethoven, Schumann e Brahms con Gustav Kuhn), Concerto, cpo (musiche di Domenico Cimarosa, Alfredo Casella e Riccardo Zandonai nonché del bolzanino Ludwig Thuille), Dynamic (Concerti per violino di Henri Vieuxtemps con Massimo Quarta), Multigram, Naxos (diverse opere di Rossini), Opus Arte, rca (Adelia di Donizetti), stradivarius (Murales e Promenade di Giorgio Gaslini con Alfonso Alberti), Turnabout (Sinfonie di Haydn con Antonio Pedrotti), Unitel (Alzira di Verdi), Universal (arie d’opera con il tenore Saimir Pirgu), Verdi Records, vmc Classics (Concerti di Haydn con Anna Kravtchenko, Benjamin Schmid e Sandro Verzari) e Zecchini.

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