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In onore di Arturo Toscanini

Il 24 e 26 marzo all'Auditorium di Milano

Foto di Ennevi

Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi

Violino Giovanni Andrea Zanon

Direttore Jader Bignamini

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Un grande ritorno e un atteso debutto, uniti a un programma tra i più popolari, sulla scia delle celebrazioni per il 150° anniversario della nascita di Arturo Toscanini. Questa, in estrema sintesi, la “ricetta” vincente che segna il 13° appuntamento della Stagione principale de laVerdi. Il ritorno: Jader Bignamini – fresco “reduce” dal successo dell’Opera di Roma, dove ha diretto il verdiano Trovatore – sarà di nuovo alla guida dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, per un duplice impegno in cartellone venerdì 24 (ore 20.00) e domenica 26 marzo (ore 16.00), all’Auditorium di Milano.

Il debutto: sul palco di largo Mahler, la giovanissima star del violino Giovanni Andrea Zanon si esibisce per la prima volta a Milano in una stagione ufficiale.

Popolarissimo il programma, dicevamo, quanto amatissimo dal grande Maestro parmigiano: la Sinfonia n. 8 di Schubert, universalmente conosciuta come Incompiuta, accoppiata, in apertura, al Concerto per violino e orchestra di Beethoven, l’unico scritto dal Genio di Bonn. E sarà proprio Giovanni Andrea Zanon, classe 1998 da Castelfranco Veneto, pluripremiato in tutto il mondo e riconosciuto come uno dei migliori talenti in assoluto, ad interpretare il capolavoro beethoveniano.

laVerdi eseguirà lo stesso programma, sempre sotto la direzione di Bignamini e con la partecipazione di Zanon, giovedì 23, all’Auditorium Paganini di Parma, nell’ambito delle celebrazioni per il 150° anniversario della nascita di Toscanini.

Lasciamo la parola a Jader Bignamini, che ci introduce all’ascolto:

Il programma de laVerdi scelto per i 150 della nascita di Arturo Toscanini accosta non a caso due brani a lui molto cari, classici del suo repertorio. L’austriaco Schubert si sentiva in debito verso il grande di Bonn, e pare che uno dei motivi per cui l’Incompiuta (che dirigo per la prima volta) è rimasta tale è perchè il viennese si rese conto di non poter scrivere niente di meglio dopo Beethoven. Storie (o leggende) a parte, la caratteristica peculiare dell’opera è che i due movimenti completati sono in tempo ternario: sarebbe stato dunque difficile continuare nella sequenza, con una oggettiva difficoltà tecnica da superare. I due movimenti hanno melodie molto liriche, con un’orchestrazione dove anche l’accompagnamento dell’orchestra ha una funzione melodica: caratteristica quest’ultima debitrice di Beethoven. E veniamo al geniale tedesco. Intanto si tratta dell’unico concerto per violino, caratterizzato dall’apertura molto originale, con quattro colpi di timpano, poi subito seguita dall’attacco della melodia: una soluzione talmente semplice da risultare – paradossalmente – originalissima per l’epoca. Alcune originalità (che non gli hanno dato immediato successo): primo movimento molto lungo, con orchestra protagonista, sempre controcorrente rispetto ai gusti dei contemporanei, cosa che l’avvicina a Schubert. Secondo movimento: a mò di romanza, con una sola melodia che viene ripetuta con variazioni del solista, ma senza <appendici> secondarie, senza una forma sonata. Terzo movimento, il più brillante: nella prima esecuzione assoluta venne addirittura suonato separatamente, come finale: per il pubblico è sicuramente il più accattivante, virtuosistico, con un violino davvero funambolico: da non perdere!”.

(Biglietti: euro 42,00/16,00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 14.30/ 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, www.laverdi.org).

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Programma

Il Concerto per violino di Beethoven, scritto nel 1806, è il compimento di un processo di innovazione che porta lo stile del concerto per violino all’italiana verso una forma più ampia e con un ruolo del solista più marcato. Questo unico concerto per violino del Genio di Bonn, composto in una fase estremamente creativa ed esuberante, è uno dei più famosi brani solistici per questo strumento ed è pervaso da una estroversa gioia decorativa della parte solistica, che pur nel suo virtuosismo regala momenti di delizioso canto.

Nella seconda parte del programma, la Sinfonia n. 8 di Schubert, universalmente conosciuta come Incompiuta. È l’ultima scritta dal compositore viennese: alla sua morte, nel 1828, risultavano completati solo i primi due movimenti, Allegro moderato e Andante con moto, mentre di un terzo movimento (Scherzo) rimane lo spartito per pianoforte quasi completo, ma con sole due pagine già orchestrate. E apparentemente è anche la più misteriosa; si può infatti pensare alla compiutezza intrinseca dell’opera, con i due movimenti completi entrambi stranamente in ritmo ternario: questa analogia crea un’intima relazione ritmica che li rende legati, inscindibili e complementari, come le due fasi di un respiro.

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Biografie

Jader Bignamini, direttore. Scelto nel 1998 da Riccardo Chailly come clarinetto piccolo dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, inizia il suo percorso all’interno dell’Istituzione che lo vedrà passare dalle file dell’orchestra al podio, fino ad essere nominato nel 2010 Direttore Assistente e dal 2012 Direttore Associato. Nato a Crema, dopo gli studi al Conservatorio di Piacenza inizia giovanissimo a collaborare, anche come solista, con diverse orchestre e avvia contemporaneamente l’attività di direttore con gruppi da camera, orchestre sinfoniche e di enti lirici. Nell’autunno 2012 partecipa per il secondo anno consecutivo al Festival MiTo con la Messe Solennelle di Berlioz. Prosegue inoltre la sua intensa collaborazione con laVerdi dove dirige, oltre a quello inaugurale, svariati concerti con programmi lirici e sinfonici (Brahms, Cajkovskij, Glinka, Musorgskij, Prokofiev, Ravel, Respighi, Rimsky-Korsakov, Paganini, Piazzolla, Stravinskij, Vivaldi), sia a Milano che nella tournée in Russia (Cajkovskij Hall a Mosca e Glinka Philarmonic Hall a San Pietroburgo), collaborando con solisti quali Karen Gomyo, Francesca Dego, Natasha Korsakova, Kolya Blacher e Lylia Zilberstein. Seguono i debutti sinfonici in Giappone alla Biwako Hall di Otsu, in Brasile al Teatro Municipal di Sao Paulo, a Palermo con l’Orchestra Sinfonica Siciliana e a Firenze col Maggio Musicale. Inaugura poi il XXXIX Festival della Valle d’Itria con Crispino e la Comare, la XX Stagione Sinfonica de laVerdi con un programma verdiano e il Festival Verdi 2013 a Parma con Simon Boccanegra, a seguito del quale gli viene offerto dal Teatro Regio un invito triennale per il Festival.

Tra gli impegni recenti, oltre ai numerosi appuntamenti sinfonici con laVerdi, tra i quali il verdiano Requiem, ricordiamo i Carmina Burana con la Filarmonica del Comunale di Bologna, La bohème al Municipal di Sao Paulo e al Teatro la Fenice di Venezia, L’elisir d’amore ad Ancona, Tosca al Comunale di Bologna, La forza del destino al Festival Verdi di Parma e La bohème al Filarmonico di Verona.

Il 2015 lo ha visto protagonista di felici debutti come Cavalleria rusticana e L’amor brujo al Teatro Filarmonico di Verona, Aida al Teatro dell’Opera di Roma, Madama Butterfly al Teatro la Fenice di Venezia oltre al debutto americano con Rigoletto al Festival di Santa Fe in New Mexico, dove tornerà nel 2018 per una nuova produzione di Madama Butterfly.

Reduce del successo americano ha quindi diretto un concerto al Teatro alla Scala di Milano con laVerdi per poi inaugurare anche la stagione autunnale all’ Auditorium di Milano con una serie di concerti sinfonici, la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi e un gala lirico sinfonico al Musikverein di Graz con il soprano Anna Netrebko.

Il 2016 l’ha già visto protagonista a Francoforte per Oberto, conte di San Bonifacio, in tournée in Korea e Giappone per una serie di concerti con Anna Netrebko, a Tokyo con per una produzione di Andrea Chenier e al Teatro dell’Opera di Roma con un nuovo allestimento di Traviata con la regia di Sofia Coppola e i costumi di Valentino.

I debutti del 2016: all’Arena di Verona per la produzione di Traviata nel cartellone estivo, al Rossini Opera Festival con Ciro in Babilonia per la regia di Davide Livermore, a Palermo con Madama Butterfly e al Bolshoi a Mosca con Manon Lescaut di Puccini con Anna Netrebko e Yusif Eyvazov, ancora a Verona (Dicembre, Teatro Lirico) con Turandot, oltre a Colonia e Amburgo per concerti.

Nel 2017 debutta ne Il trovatore al Teatro dell’Opera di Roma e Francoforte e, sempre nel 2017, è atteso al Metropolitan di New York con Madama Buterfly. Nel 2018 è atteso all’Opera di Vienna.

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Giovanni Andrea Zanon, violino. Nasce a Castelfranco Veneto nel 1998. Nel corso della sua attività musicale vince oltre 30 concorsi nazionali ed internazionali (il primo, il “Riviera Etrusca” di Piombino-Livorno, all’età di 4 anni), esegue più di 150 concerti come solista in Italia, Svizzera, Germania, Polonia, Russia, Austria, Canada e Stati Uniti.

Debutta come solista, all’età di 13 anni, con l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, ed a 14 con l’Orchestra del Teatro Filarmonico di Verona.

Riceve numerose menzioni e riconoscimenti fra i quali, a sei anni, quello del Presidente della Repubblica Italiana Ciampi e recentemente quelli dalla Reale Escuela Superior de Musica Reina Sofia di Spagna, nonché dall’Ambasciata Generale degli Stati Uniti in Canada.

Iscritto nel 2002, all’età di quattro anni, con il massimo dei voti e la lode al conservatorio di Padova, risulterà essere il più giovane ammesso nella storia delle istituzioni musicali statali italiane. Si diploma al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia.

Nel 2012 riceve il diploma di laurea alla finale del più importante concorso internazionale per giovani violinisti il “Wieniawski-Lipinski” in Polonia, nel quale mai nessun italiano era riuscito a superare le prove eliminatorie. Successivamente, vince il “Premio Nazionale delle Arti”, indetto dal Ministero dell’Università e Ricerca Scientifica.

Debutta alla Carnegie Hall di New York nel 2013, grazie alla vittoria riportata al “2013 New York International Artists Violin Competition”.

Successivamente ottiene il primo premio assoluto in uno dei più prestigiosi concorsi internazionali, quello di Novosibirsk, tenutosi presso il Conservatorio di Stato M. I. Glinka indetto dal Ministero della Cultura della Federazione Russa che gli assegna anche, all’unanimità della giuria, tutti i premi speciali previsti.

Sempre nel 2013 riceve il “Leone d’Oro” dalla Regione Veneto per i “meriti artistici conseguiti all’estero”.

Su consiglio di Zubin Mehta, nel 2014 si trasferisce negli Stati Uniti per studiare con Pinchas Zukerman, presso la Manhattan School di New York, dove risulterà vincitore della selezione per il “Master of Art” di violino e unico caso di ammissione ad un corso post universitario all’età di 16 anni.

Le ultime affermazioni lo hanno visto premiato come miglior allievo ai master della “National Arts Centre” dell’Università di Ottawa in Canada e suonare il concerto per violino e orchestra Op. 35 di P. I. Tchaikovsky al “Lincoln Center” di New York in rappresentanza della Manhattan School.

Il 13 Maggio 2016 ha ottenuto il “Master of Art” presso la Manhattan School di New York e successivamente la nomina di “Dean of School”.

Nel mese di luglio 2016 è stato invitato a partecipare ai master della prestigiosa Kromberg Academy ed ammesso, per meriti artistici, direttamente alla semifinale del concorso “Young Concert Artists” di New York.

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