con Mario Spallino
Drammaturgia e Regia Patrizia Pasqui
Produzione Emergency Ong Onlus
Durata: atto unico – 75 minuti
———
Semplicità. Un telo come fondale. Una rudimentale carta geografica molto colorata apre i confini dello spazio. Le quinte nere servono a dare risalto alla centralità del messaggio.
Bravo Mario Spallino, attore sornione e fugacemente “ganzo” nel senso di persona furbescamente simpatica, riesce da subito ad entrare in sintonia con il pubblico. Ragazzi (classi liceali ma anche qualche studente delle medie) e professori, anzi quasi tutte professoresse (la scuola è sempre più femminile) e volontari di Emergency.
75 minuti per parlare della guerra, della stupidità della guerra, di quanto sia dannosa per l’intera umanità, di come sia possibile ancora oggi…allontanare la pace.
Pace. Parola fin troppo abusata per nascondere violenze ed eccidi. Missioni di pace per invadere paesi e distruggere popoli.
Una geografia di guerra poiché oggi non si studiano più solo fiumi, montagne, laghi, ma soprattutto le linee di confine, che cambiano di continuo sconvolgendo intere popolazioni.
Non è facile mantenere la scena divertendo con un simile argomento, ma Mario Spallini è riuscito perfettamente a catturare l’attenzione dell’uditorio, che ha seguito l’andamento delle operazioni belliche raccontate dal protagonista, con vivo interesse.
“Mi chiamo Mario Spallino, anzi Super-soldato Mario, mi sono arruolato perché pensavo che fare il soldato fosse un buon lavoro per costruirmi un futuro solido, per avere un’indipendenza economica, per girare il mondo, per difendere la Patria! Sono diventato un soldato e ho fatto la guerra. Necessaria? Giusta? Umanitaria? Io sono solo un soldato, non sono uno stratega, né un politico, ma ho visto che la guerra uccide. E che si può evitare.”
Il soldato, che ha firmato il contratto come ‘marine’, parla toscano e scrive alla mamma dalla trincea, ha il pregio di umanizzare una tragedia nei suoi risvolti pratici e banali. Il disagio diventa orrore quando il nemico non è più solo un ologramma ma prende forma e concretezza nelle fattezze umane di un individuo che deve morire ammazzato perché ‘qualcuno’ così ha deciso.
La gestualità di Mario Spallino riempie tutta la scena, si muove a ritmo delle parole in sintonia con lo stato d’animo che descrive provocando reazioni a suo completo piacimento. Non mancano le battute, dai baffetti di Hitler e di Charlot alle invenzioni di Nobel alla famosa risposta di Picasso in relazione al suo Guernica (“l’avete fatto voi”) e via discorrendo. Come un fumetto semplifica ed incuriosisce, divertendo.
Patrizia Pasqui, autrice e regista, che lavora da anni con e per Emergency spiega: «Da anni con Emergency diffondiamo l’idea che per creare la pace occorrono medici, medicine e giustizia, non la guerra. In Stupidorisiko insieme all’attore Spallino, che è anche uno studioso di storia, abbiamo sintetizzato in un’ora di spettacolo il Novecento, non per semplificare gli eventi drammatici trattati, ma seguendo la linea temporale come accade nel programma scolastico, cercando però anche di fare sorridere gli spettatori. Il titolo mette insieme il gioco del Risiko in cui si conquistano territori nel mondo, appunto per gioco, e la stupidità che da sempre purtroppo governa le vicende umane.»
Paolo Busoni, storico militare e volontario di Emergency, ha fornito documentazione, competenza specifica e supervisione del testo.
E così la guerra raccontata arriva ai nostri ragazzi, che per fortuna non ne hanno idea se non attraverso immagini che sembrano lontane dalla realtà, virtuali come frammenti cinematografici. E mentre qualcuno gioca alla guerra nelle colline dietro casa, con divise ed armi a raggi laser (simil-giocattoli), l’eco della morte e della distruzione arriva a sconvolgere gli animi. Noi, che abbiamo abolito anche l’obbligo di leva militare per proteggere i nostri figli, ci troviamo a vivere in un mondo che pratica la barbarie ed assiste impassibile e quando interviene peggiora soltanto la situazione con ferocia e disprezzo.
È questa la civiltà? È questo il progresso?
“Ogni riferimento a personaggi realmente esistiti o a fatti realmente accaduti è da ritenersi assolutamente volontario” dice il soldato Mario, alla fine del suo racconto geografico-bellico.
Lo spettacolo che ha superato di gran lunga le 500 repliche riscontra dovunque un convinto ed entusiasta consenso. Proposto nelle scuole riesce a coinvolgere gli adolescenti «I ragazzi sono attenti e curiosi di conoscere, se le storie vengono loro proposte in modo accattivante: il copione non deve essere bugiardo, deve contenere una verità di fondo, infatti i ragazzi si accorgono quando non c’è verità. Il teatro non è il cinema, non ha effetti speciali, non ha sovrastrutture, racconta i fatti con onestà in modo diretto, infatti l’attore parla davanti ai ragazzi e non dietro a uno schermo. – dice ancora l’autrice-regista Patrizia Pasqui – Io parlo anche come mamma, oggi i nostri figli sono abituati ai videogame, agli smartphone, alle app, e vedono il mondo attraverso il filtro di una macchina, che sia lo schermo del telefono, del computer o della televisione, invece il teatro arriva al pubblico non filtrato, la vecchia formula del teatro anche oggi risulta vincente, poiché ha l’intento di scuotere e commuovere, sentimenti che mezzi freddi non possono attivare.»
Il teatro diviene così strumento per valorizzare e divulgare il lavoro di Emergency e il suo impegno contro la guerra.
Semplicità. La verità è semplice ed anche il teatro può essere semplice perché quando il messaggio è profondo arriva alla testa e, se si è davvero bravi, anche al cuore del pubblico.
Uno spettacolo da vedere e da consigliare.