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I Bonobo

Al Teatro Roma di Roma fino al 19 novembre 2017

La prima nazionale dello spettacolo I Bonobo di Laurent Baffie apre la stagione. Nuove produzioni, prime nazionali, allestimenti con lunga tenitura caratterizzano il cartellone del teatro Roma, di cui hanno curato la programmazione Pietro Longhi e Gianluca Ramazzotti. La doppia direzione artistica ha invertito la tendenza a portare in scena spettacoli per pochi giorni, impegnandosi in un notevole sforzo produttivo per una programmazione di cinque o sei settimane, adeguandosi agli standard dei teatri europei, unendo l’entusiasmo all’esperienza.

Ecco quindi che andranno in scena commedie internazionali di successo che hanno coinvolto molti spettatori e drammaturghi italiani di razza capaci di affrontare tematiche coinvolgenti, facendo divertire e pensare.

Per incuriosire il pubblico per così lungo tempo è anche indispensabile il passaparola, al quale ci associamo, confermando che questo primo allestimento è puro divertimento.

Occorre un preambolo. Il bonobo, detto scimpanzé nano, è un primate della famiglia degli ominidi che vive in Congo, ha una mappa genetica molto simile a quella umana, si organizza in gruppi sociali matriarcali, è incline alla gentilezza e alla pacifica convivenza. Peculiarità comportamentale è l’esuberanza sessuale che lo rende disponibile al sesso ludico poiché la femmina inganna il maschio sulla sua fertilità. Tale comportamento riduce l’aggressività e la competizione per l’accoppiamento dei maschi, che si mostrano più affettuosi.

Date il potere alle donne e avrete la pace!

Passiamo alla commedia: scanzonata, politicamente scorretta e profondamente umana, che Gianluca Ramazzotti ha voluto portare in Italia dopo averla vista a Parigi chiedendo i diritti a Laurent Baffie, autore e scrittore francese di dissacrante umorismo, spregiudicato e irriverente nell’infrangere tabù.

Tre amici disabili sono la rappresentazione umana delle tre scimmiette guardiane del tempio giapponese di Nikko. Andrea è cieco, Daniele è sordo e Leonardo è muto, esuberanti e legati da un forte vincolo di solidarietà. Insoddisfatti del sesso a pagamento che non consente di innescare i meccanismi della seduzione, elaborano un raffinato stratagemma per proporsi come normodotati col supporto strategico (pratico e tecnologico) degli altri due, dopodiché contattano tre ragazze su un sito online che incontrano alternativamente nei rispettivi appartamenti (le scene di Alessandro Chiti cambiano a vista).

Equivoci e perplessità imprevedibili si susseguono senza soluzione di continuità, che disorientano le ragazze ma anche i giovanotti, spiazzati dal desiderio di stabilità delle loro interlocutrici.

Dopo una girandola di spassose alternanze, il finale è tutto all’insegna della sensibilità e dell’amore poiché nessuno è esente dall’esperienza del dolore. La normalità sta nell’accettazione e perfino il disabile si deve liberare dal pregiudizio di non essere in grado di suscitare amore.

La regista Virginia Acqua, adusa alle commedie francesi, mischia il drammatico al comico, proprio come nella vita.

Tutti immedesimati nel rispettivo ruolo gli interpreti, bravissimi anche nella lingua dei segni: Gianluca Ramazzotti il muto, Fabio Ferrari il sordo e Giorgio Borghetti il cieco che recita a occhi chiusi per rendere più realistico il senso di disorientamento.

Viva le donne e viva la disabilità che rende più umani!

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