Évariste Galois (1811-1832) è una figura romantica e tragica al tempo stesso, che ricorda più il temperamento di un grande poeta piuttosto che quello di un uomo di scienza. Il suo lavoro ha posto le basi per la teoria che porta il suo nome, la Teoria di Galois appunto, un’importante branca dell’algebra astratta. Galois era un fervente repubblicano, ed è famoso un suo brindisi al Re con in mano un coltello: proprio questo brindisi lo portò in prigione e solo grazie a degli amici che testimoniarono a suo favore riuscì ad essere scarcerato. Pochi mesi dopo il giovane morì durante un duello, combattendo per salvare l’onore di una donna, con un colpo di pistola sparato da venticinque passi di distanza da un compagno di battaglie politiche. Durante la sua ultima notte di vita, certo che la fine stesse per giungere, si gettò a capofitto sui propri appunti per rimetterli a posto e scrisse una lettera all’amico matematico Auguste Chevalier.
Lo scrittore Paolo Giordano, Premio Strega per La solitudine dei numeri primi, celebra la figura di Galois mescolando realtà e leggenda, e consegnandoci, attraverso la forma di una lettera, un monologo-confessione di grande intensità. Ne viene fuori il ritratto di un meraviglioso personaggio dai tratti irruenti e passionali: la passione matematica, la militanza politica, le delusioni, le amicizie e gli amori.
Alla regia e in scena, nei panni del protagonista, l’attore siciliano Fabrizio Falco, già sul palco del Piccolo diretto da Luca Ronconi in Panico, Celestina e Lehman Trilogy nonché attore apprezzato sul grande schermo con Daniele Ciprì e Marco Bellocchio.
Galois affronta tre grandi temi della vita di questo genio precoce: la matematica, la passione politica e l’amore, ognuno dei quali ci svela diversi livelli di consapevolezza. Nella matematica troviamo una spocchia e una naturalezza nel parlare di cose difficilmente comprensibili ai più, nella politica un’ardente militanza, nell’amore invece una totale ingenuità. Il far convivere insieme queste contraddizioni, trovare l’aspetto umano e non teatrale è stato il lavoro più affascinante da un punto di vista dell’interpretazione. Fabrizio Falco
Galois sarebbe potuto rimanere uno dei molti nomi che si imparano legati ai teoremi, nomi senza la persona. Nel 2010 m’imbattei invece nella sua biografia scritta da Leopold Infeld e, dopo quella, scoprii l’immaginario esteso che nel tempo si è accumulato intorno al mito del matematico francese. La sua vita offre spunti pressoché inesauribili a un narratore. È uno dei casi rari nei quali ci si trova a disposizione del materiale drammatico in eccesso: il genio, la morte precoce, l’ardore politico, il fato ostinatamente avverso; la matematica come sola redenzione possibile di un’adolescenza troppo tormentata. Ma, ancora più di ciò che si sapeva della sua vita, fui attratto da ciò che ne restava all’oscuro e che avrei potuto colmare con l’immaginazione. Paolo Giordano
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Piccolo Teatro Studio Melato (Via Rivoli, 6 – M2 Lanza)
dal 29 novembre al 3 dicembre 2017
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Galois
di Paolo Giordano
interpretazione e regia Fabrizio Falco
con la partecipazione in scena di Francesco Marino
scene Eleonora Rossi
costumi Gianluca Sbicca
luci Daniele Ciprì
musiche Angelo Vitaliano
aiuto regia Maurizio Spicuzza
produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
in collaborazione con Minimo Comune Teatro e Officina Einaudi
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Orari: giovedì e sabato ore 19.30; mercoledì e venerdì ore 20.30; domenica ore 16.
Durata: 60 minuti
Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro
Informazioni e prenotazioni 0242411889 – www.piccoloteatro.org
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