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Men in Motion

Andato in scena il 23 novembre 2017 presso London Coliseum, Londra

Foto di Elliott Franks

Men in Motion, concepito da Ivan Putrov come una vetrina sul talento e il ruolo della danza maschile attraverso i secoli, non ha pienamente soddisfatto le aspettative del pubblico londinese.

La prima serata, ospitata il 22 novembre al London Coliseum, inaugura infatti con un’accoglienza tutt’altro che calorosa per il primo artista in scena, Daniel Proietto: il suo monologo The Mockracy, ispirato alle parole de The Great Dictator di Charlie Chaplin, ha suscitato reazioni tutt’altro che positive nella platea che, a quanto pare con poco garbo, ha perfino suggerito di abbandonare la scena.

La serata del 23 novembre, quindi, si apre con il rifiuto da parte dell’artista nello svolgere la sua performance. Proietto si presenta sul palcoscenico solo con una lettera, esprimendo tutto il suo rammarico per la mancata comprensione della sua pièce.

Dopo questo episodio la serata scorre senza intoppi, ma risulta comunque sottotono.

In un programma fatto perlopiù di a soli e di duetti, poche sono le performance davvero degne di nota.

Ricordiamo System/AI del coreografo Ludovic Ondiviela, un duetto ispirato al tema dell’intelligenza artificiale con protagonisti Ivan Putrov e Mathew Ball, senza dubbio il migliore in scena nei panni di un robot/automa.

Note di merito anche per Proust ou les intermittences du coeur di Alessandro Staiano e Marian Walter, di cui ammiriamo linee e potenza muscolare anche nell’a solo Berlin.

Il resto del programma è debole: Mathiew Ganio interpreta Clair de Lune e la variazione del primo atto de Il lago dei cigni, l’italiano Giovanni Princic Ballet 101, Anton Lukovkin Petrushka, Daniele Proietto si riscatta con Afterlight e Sinnerman.

Vediamo Putrov, artefice della serata, impegnato con Francesca Hayward nel pas de deux Le Spectre de la Rose: la sua danza è però troppo blanda a fianco della grazia della Principal del Royal Ballet, unica presenza femminile in scena.

In conclusione il pubblico risulta comunque soddisfatto, quasi in visibilio per l’interpretazione finale Jingling from the zills di Irek Mukhamedov – divertente ma non certo di livello.

Ci aspettavamo comunque una serata di grande danza e miglior stile.. What a pity!

Letizia Cantù

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