C’era una volta un ragazzo che voleva farsi danzatore. È un racconto che affonda le radici nell’autobiografia, protendendo poi rami e foglie nelle nuove identità multiculturali, nel rapporto tra generazioni e nell’odierna tensione tecnologica, quello messo in scena dalla Akram Khan Company, con cui si è aperta la sezione Kids del Romaeuropa Festival. “Chotto Desh” (in lingua bengali “Piccola patria”) è uno straordinario “solo” di danza (del bravissimo Dennis Alamanos), messo in scena dalla compagnia formata 18 anni dall’ormai celebre coreografo e ballerino anglo-bengalese, tra i nomi più importanti del panorama mondiale. Uno spettacolo, in realtà, nato nel 2011 come performance per un pubblico adulto (col nome di “Desh”), due anni fa adattato per bambini e famiglie.
Ad aprire lo spettacolo è una conversazione telefonica tra il protagonista (che appunto si chiama Akram) e un’operatrice di call center riguardo un problema allo smartphone. Ma l’operatrice ha soltanto 12 anni, e questo magicamente porta Akram a ripercorrere le proprie infanzia e adolescenza. Grazie a un mix mirabile di musiche e trovate registiche (la figura del padre, ad esempio, è realizzata dal danzatore disegnando un volto sul proprio cranio rasato, e quindi muovendosi con la testa spinta in avanti verso il pubblico), voci fuoricampo e animazioni video (proiettate su un grande diaframma grigio in fondo al palcoscenico, con il nostro protagonista che ci si muove “dentro”), in scena si avvicendano di continuo nuovi mondi.
Ci troviamo prima nel traffico caotico di una metropoli bengalese, poi nelle mille attività di un villaggio, poi ancora in una foresta incantata evocata dal racconto della nonna. Qui, tra elefanti, api e coccodrilli, si racconta la moderna favola “ambientalista” (tratta dal libro The Honey Hunter – Il cacciatore di miele, di Karthika Naïr) di Shonu, un bambino della regione bengalese di Sunderban (la più grande foresta di mangrovie al mondo) che fa arrabbiare il dio della foresta Bonbibi e il Demone Tigre rubando il loro miele. Ed è stata questa favola, dove si evidenziano i disastrosi effetti dei cambiamenti climatici e il mancato rispetto della natura, a ispirare il lavoro della Akram Khan Company.
Chotto Desh è una storia di sogni e ribellioni, di relazioni familiari che si scompongono e si riannodano, di memorie ritrovate e di aspirazioni realizzate. Da rimarcare, infine, è la performance di Dennis Alamanos, sia dal punto di vista della purezza dei movimenti, dove si mescolano magistralmente danza tradizionale indiana e atletismo contemporaneo, sia da quello della capacità “attoriale”, ossia nel riuscire a interpretare le diverse situazioni solo con gesti e mimica facciale, in modo da farsi comprendere anche dai bambini.
Attivo da più di trent’anni, da questa edizione il Romaeuropa Festival si è arricchito anche della sezione Kids. “Dove essere bambini è divertente come tornare a esserlo”, questo lo slogan di una programmazione variegata e d’indiscussa qualità, articolata su tre weekend (dal venerdì alla domenica), con spettacoli al Macro Testaccio – La Pelanda (in piazza Orazio Giustiniani 4). Trascorsa la prima settimana (oltre a Chotto Desh, visto al Teatro Vascello, sono andate in scena le compagnie BonteHond, Farrés brothers i cia e Stereoptik), nel prossimo weekend (dal 17 al 19 novembre) sarà possibile assistere agli spettacoli dei romani Teatro delle Apparizioni (con “La mia grande avventura”), della compagnia fiamminga Theater de Spiegel (“Beat the Drum”) e del duo francese Stereoptik (“Congés Payés”). L’ultimo fine settimana, dal 24 al 26 novembre, sarà il turno dei catalani Imaginart (“Sensacional”), del francese Laurent Bigot (“Le Petit Cirque”) e del concerto del gruppo di 40 giovani musicisti romani RusticaXBand.
La rassegna prevede anche installazioni interattive permanenti pensate per bambini e famiglie (nello spazio Factory del Macro Testaccio) e quattro incontri su temi come l’abuso di videogames o il cyberbullismo. Vi sono, infine, una serie di laboratori curati da Flying Tiger Copenaghen (come la creazione di una marionetta o un labirinto magnetico), altri centrati sull’arte (interamente in inglese) curati da ArtAndSeek, e uno per genitori a cura dell’Accademia degli Stracuriosi.