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The Gender Show

Venezia, Teatro Ca’ Foscari, 9 novembre 2017

©Compagnia teatrale Atopos

Atopos, fondata nel 2010 con l’intento di indagare gli aspetti legati all’identità di genere, presta particolare attenzione al transgenderismo, inteso in primis come concetto da cui far nascere stimoli creativi. Vi prendono parte professionisti del teatro e non, uomini e donne di qualsiasi orientamento sessuale accomunati dal desiderio di dare un senso al proprio sé nella società. The Gender Show porta in scena il dibattito su quella fantomatica teoria che per alcuni mesi ha trovato ampio spazio tra i media e torna periodicamente a ragliare, soprattutto quando s’alzano venti di campagna elettorale. All’inizio la regista-attrice Marcela Serli spiega l’articolazione dello spettacolo. Un prologo, tre parti per illustrare in sequenza l’ignoranza culturale, sociale e scientifica sul tema del transessualismo e un epilogo. Partendo dalla satira delle adunate anti gender, proseguendo verso i beceri talk-show generalisti della tv pomeridiana e la mediocrità di psichiatri impreparati, Serli mette spalle al muro lo spettatore mostrandogli nell’essenzialità due storie di transizione, quella di Giacomo Arrigoni Gilaberte, FtoM, e Nicole De Leo, MtoF. Alcune trovate risultano oggettivamente apprezzabili, come le controscene alla conferenza in cui un’assistente, la brava Nicole Bresciani, scrive al pc strafalcioni dall’innegabile portata comica e il romantico coinvolgimento di una ragazza del pubblico nella storia di Giacomo, ma permane purtroppo, sotto le forme d’una narrazione epica, una base di retorica, evitabile lavorando con maggiore attenzione su testo, drammaturgia e interpreti. Ci sono margini da rifinire nel breve prologo di Antonia Monopoli, nella dottoressa di Nicole De Leo, da cui echeggiano pose da drag queen, discorso altro di cui Il giardino delle ciliegie delle Nina’s Drag è meraviglioso esempio, e nella storia di Giacomo. Se quindi The Gender Show risponde bene al secondo degli interrogativi su cui si regge – qui prodest la propria identità? – è sul primo – si può fare arte con essa? – che riservo, contestualmente a quanto visto, qualche dubbio. L’arte si deve fare, ma necessita di essere sempre perfezionata per raggiungere livelli alti. Devo invece riconoscere a Serli una poliedricità notevole perché i suoi tre personaggi, perfettamente studiati, sembrano altrettanti membri in più nella compagnia, per l’occasione composta solo da cinque della ventina di persone che la formano. Lodevole inoltre è il coraggio di Atopos, in un Paese bigotto e ipocrita come l’Italia, non solo a dare spazio a voci che hanno storie da raccontare, ma anche a formare e sensibilizzare le menti verso l’accettazione di un’identità condivisa da tutti senza pregiudizi.

Pubblico giovanissimo, entusiasta e partecipe riempie la sala del Teatro Ca’ Foscari.

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The Gender Show. Teoria del gender questo sconosciuto [singolare maschile]

Drammaturgia e regia: Marcela Serli

Con Giacomo Arrigoni Gilaberte, Noemi Bresciani, Nicole De Leo, Antonia Monopoli, Marcela Serli

Assistente alla drammaturgia: Irene Petra Zani

Produzione: Atopos

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Lo spettacolo è ospitato in collaborazione con il Comitato Unico di Garanzia (CUG) dell’Università Ca’ Foscari

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