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Enrico Pieranunzi suona Domenico Scarlatti

Il 1° febbraio al Teatro Argentina, Roma

L’incontro tra Domenico Scarlatti ed Enrico Pieranunzi è di quelli che si possono davvero definire fatali. E per chi non vorrà perdersi questo sorprendente incontro lappuntamento è per la stagione dellAccademia Filarmonica Romana giovedì 1 febbraio al Teatro Argentina (ore 21). Due strade, quella della musica classica e quella del jazz, che si fondono in questo progetto che Pieranunzi porta avanti da anni, rinnovandosi ad ogni concerto. Quando nel 2007 il pianista romano dedicò il suo CD Plays Scarlatti al geniale compositore napoletano, aprì una strada che non era mai stata percorsa da altri prima di lui. Sorprendentemente, infatti, Scarlatti fino ad allora non era mai stato oggetto di interesse da parte di musicisti in cerca di nuove, stimolanti contaminazioni. Forse era destino che fosse proprio Pieranunzi, improvvisatore e compositore di rinomanza internazionale, a soffermare per primo la sua attenzione su Sonate che vivono di un miracoloso equilibrio tra spirito improvvisativo e sapienza compositiva. Sonate che fin dal suo nascere nel Settecento, hanno affascinato da sempre per la vitalità, il calore e una fantasia narrativa senza eguali e che, sotto le dita di Pieranunzi, rivelano, con un paradosso davvero barocco, come Domenico Scarlatti possa essere senzaltro considerato un geniale antesignano di quel fantastico gioco dellimprovvisar-componendo, o del comporre-improvvisando, che costituisce il senso più profondo e affascinante del jazz.

Ed Enrico Pieranunzi, ogni volta che le reinterpreta dal vivo, compie una nuova (e irripetibile, come tutta la musica dal vivo) esperienza sonora. Così ci anticipa: Elaborerò in tempo reale per mezzo dellimprovvisazione elementi tratti dalle sonate di Scarlatti cercando di dar vita a forme narrativamente compiute. Tutti gli accorgimenti propri della composizione scritta serviranno allo scopo: aumentazioni, diminuzioni, inversioni, repentini cambi di tonalità, di ritmo, di colore. Un vocabolario da musica del 900, insomma

E su cosa accomuni la musica di Scarlatti al jazz, Pieranunzi risponde: La sua è una musica umorale, cangiante, piena di movimento, le sue linee sono inscritte nel flusso della vita, come quando si improvvisa jazz. E lui, è ben noto, era uno straordinario improvvisatore. In più il suo linguaggio, anche se fissato sulla carta, condivide col jazz una grande, pagana fisicità. Lo si percepisce chiaramente da moltissimi dei suoi geniali spunti tematici. Sono disegni ritmici, nuclei melodici, a volte semplici intervalli non pensati a tavolino ma creati direttamente dalle sue mani sulla tastiera e poi elaborati e sviluppati”. 

Composte per la quasi totalità per luso privato della sua allieva Maria Barbara, figlia di Giovanni V del Portogallo e sposa di Ferdinando VI di Spagna, le Sonate di Domenico Scarlatti (1685-1757) – il catalogo ne registra ben 555 – acquisirono ben presto fama quando nel 1738 ne vennero pubblicate alcune a Londra col titolo di Essercizi attirando lattenzione dei più raffinati intenditori di musica dEuropa. Quasi tutte formate da un breve movimento, divise in due parti simmetriche, in esse si riversa una varietà imprevedibile di idee musicali, di atteggiamenti espressivi e di espedienti tecnici. Da brani di carattere pastorale, a brillanti pezzi di estrema difficoltà, si passa per echi e reminiscenze della musica popolare iberica, unincessante vitalità ritmica, animando loriginalità e la ricchezza della scrittura scarlattiana. 

Il concerto si inserisce nellambito della rassegna La musica da camera dal barocco al contemporaneo sostenuta dalla Regione Lazio – Assessorato alla Cultura e Politiche giovanili.

www.filarmonicaromana.org

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Info: tel. 06-3201752, email promozione@filarmonicaromana.org 

Biglietti: da 23 a 12 euro (più diritto di prevendita), ragazzi fino a 14 anni 7 euro.

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Teatro Argentina

Giovedì 1 febbraio ore 21 

ENRICO PIERANUNZI

SUONA DOMENICO SCARLATTI

suggestioni ed improvvisazioni 

Enrico Pieranunzi pianoforte

Domenico Scarlatti (1685-1757)

Sonata K 9 in re minore

Sonata K 239 in fa minore

Sonata K 377 in si minore

Sonata K 183 in fa minore

Sonata K 420 in do maggiore

Sonata K 3 in la minore

Sonata K 492 in do maggiore

Sonata K 208 in la maggiore

Sonata K 531 in mi maggiore

Sonata K 159 in do maggiore

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Enrico Pieranunzi

Nasce a Roma nel 1949. Pianista, compositore, arrangiatore, ha registrato più di 70 CD a suo nome spaziando dal piano solo al trio, dal duo al quintetto e collaborando, in concerto o in studio dincisione, con Chet Baker, Lee Konitz, Paul Motian, Charlie Haden, Chris Potter, Marc Johnson, Joey Baron.

Pluripremiato come miglior musicista italiano nel Top Jazz, annualmente indetto dalla rivista Musica Jazz (1989, 2003, 2008) e come miglior musicista europeo (Django dOr, 1997), Pieranunzi ha portato la sua musica sui palcoscenici di tutto il mondo esibendosi nei più importanti festival internazionali, da Montreal a Copenaghen, da Berlino e Madrid a Tokyo, da Rio de Janeiro a Pechino. A partire dal 1982 si è recato numerose volte negli Stati Uniti dando concerti in varie città tra cui New York, Boston, San Francisco.

Di rilievo la sua partecipazione a Spoleto Festival Usa 2007 (Charleston, North Carolina) che ne ha voluto dare un ritratto completo proponendolo in concerti di piano solo, duo e trio.

È l’unico musicista italiano di sempre e uno dei pochissimi europei ad aver suonato e registrato più volte nello storico Village Vanguard di New York con Marc Johnson and Paul Motian (Camjazz, 2010).

Proprio per il Live at The Village Vanguard con Marc Johnson e Paul Motian (Camjazz, 2010) gli è stato assegnato nel 2014 lEcho Jazz Award equivalente tedesco dello statunitense Grammy come Best International Piano Player.

La prestigiosa rivista americana Down Beat ha incluso il suo CD Live in Paris, in trio con Hein Van de Geyn e André Ceccarelli (Challenge), tra i migliori CD del decennio 2000-2010.

Ha composto diverse centinaia di brani, alcuni dei quali sono ormai veri e propri standard suonati e incisi da musicisti di tutto il mondo (Night bird, Dont forget the poet, Fellinis waltz).

È stato scritto di lui: Pieranunzi è un pianista di intenso lirismo, in grado di swingare con energia e freschezza e, nello stesso tempo, di non perdere mai la sua capacità poetica. La sua musica canta” ((Nat Hentoff, 1990), “Enrico Pieranunzi immette nuova linfa nel jazz contemporaneo (Ray Spencer, Jazz Journal International, 1992) “Ricordate il suo nome, perdetevi nella sua musica (Josef Woodard, Jazz Times, 2000).

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