Appunti di viaggio è il percorso dell’anima.
Davanti al sipario chiuso un paio di rosse décolleté giacciono abbandonate a ricordare che Lina Sastri giganteggia con spontanea naturalezza anche scalza, ondeggiando sinuosamente ad abbracciare l’aria satura di musica e poesia. Il suo abito sanguigno catalizza come icastica immagine della passione e dell’amore che fanno da tessitura alle canzoni della tradizione musicale napoletana.
Attorniata da sei musicisti, l’artista inizia il suo spettacolo di canto, teatro e danza, autrice della regia e della drammaturgia in cui sintetizza i propri pensieri, sensazioni ed emozioni che si legano alla musica immortale della sua terra e ai ricordi di bambina quando la madre cantava svolgendo i servizi, in un continuo flusso e riflusso, come la marea, abbattendo, come lei stessa afferma, la quarta parete per entrare in profonda sintonia con il pubblico.
Di lato, la scultura di Pulcinella del maestro Alessandro Kokocinski veglia su di lei mentre racconta della ragazzina diciassettenne che va via di casa a inseguire il teatro e debutta nell’innovativo Masaniello di Armando Pugliese sotto una tenda da circo. Poi, con Eduardo le prime battute a teatro ne Gli esami non finiscono mai e Patroni Griffi con cui sperimenta Goldoni, Pirandello e Filumena Marturano con Luca De Filippo, di cui recita uno struggente monologo.
La musica continua a incantarla, anche quella napoletana che da ragazza riteneva troppo popolare sentendola cantare nei vicoli e, con Nanni Loy, scopre di poter affrontare anche l’esperienza del cinema nel film Mi manda Picone, per il quale Pino Daniele scrive Assaje. Nel lungo viaggio di appunti, citazioni e incontri eccezionali la musica permea la sua vita artistica e personale e si eleva a spettacolo musicale di parola e danza, in cui lei canta con l’anima e il cuore perché appartengono alla sua vita gli odori e i sapori napoletani.
Intona, elegante e sanguigna, Madonna de lu Carmine di Roberto De Simone (da Masaniello), la voce che sussurra le dolenti parole di Core ‘ngrato provoca brividi di struggimento. Immancabile il capolavoro di Bovio Reginella, cantata per la prima volta in un evento a Cinecittà in onore di Anna Magnani.
Si rinnovano le emozioni che si provano a ogni spettacolo della Sastri: lei non canta e non interpreta, lei vive i sentimenti che esprime con la modulazione vocale e accompagna con la flessuosità del corpo, svelando le sue “stanze del cuore” ed espandendole nello spazio circostante, con il ritmo ereditato dal padre che portava dal Sudamerica bolero, fado, tango e l’armonia appresa dalla madre.
Si strugge, balla e canta Guarracino, il successo di Carosone Maruzzella, Tammuriata nera, Torna a Surriento e tanti altri testi che hanno diffuso la napoletanità nel mondo, e anche alcuni scritti per lei da autori contemporanei.
A conclusione di tanti brani della tradizione canora partenopea che evocano passione, gelosia, rassegnazione, vendetta e altri sentimenti viscerali, è inevitabile il bis, un emozionato omaggio all’indimenticabile Pino Daniele con Napule è, estrema sintesi dello spettacolo.