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“Locandiera B&B”, uno studio sulla Locandiera di Goldoni

In scena al Teatro Franco Parenti di Milano fino all’11 febbraio 2018

Foto di Fiorenzo Niccoli

Edoardo Erba compie, con questa Locandiera B&B un’operazione che, forse, sulla carta risultava molto più interessante di quanto ci sia sembrata dal vivo.

Ispirandosi alla celeberrima commedia di Goldoni, l’autore attua una trasposizione simbolica ai giorni nostri, passando dalla Venezia del ‘700 ad un non-luogo odierno, una antica dimora signorile, che è simbolo della decadenza e del malaffare italico, incarnando in 6 personaggi gli archetipi di un’amoralità imperante, tratteggiata quasi come il filo conduttore dell’odierna società italiana.

Sul palco vediamo quindi l’imprenditore lombardo che “fa affari con i russi”, l’antiquario meridionale che traffica in non meglio identificati brillanti da pagare in contanti, le attrici più o meno disinibite che partecipano a cene eleganti per far contento un fantomatico zio, un sedicente contabile che somiglia più ad uno scagnozzo e infine la locandiera, solo all’apparenza ingenua, onesta ed estranea.

Il mosaico ci è sembrato però non del tutto compiuto, con un copione che, soprattutto nel primo atto, è decisamente prolisso ed eccessivamente macchiettistico nel disegno dei personaggi, sebbene nel secondo atto si risollevi egregiamente, concedendo un finale non scontato e inaspettato.

Insomma, l’epifania arriva tra le ultime battute, come il senso di quella che, forse per troppi minuti, ci è sembrata una Situation Comedy nemmeno troppo divertente, che però, in ultima battuta, lascia realmente sorpresi.

Magnifica Laura Morante nel ruolo della protagonista: l’esagerazione dei tratti stereotipati che inizialmente risulta fastidiosa, va piano piano affievolendosi per lasciar spazio alla vera natura del personaggio, in un’interpretazione intensa e magistrale.

Bravi anche gli altri attori sul palco: Giulia Andò, Bruno Armando, Eugenia Costantini, Vincenzo Ferrera, Danilo Nigrelli e Roberto Salemi.

Anche la regia di Roberto Andò è asciutta e funzionale, così come le scene di Gianni Carluccio.

A fine recita applausi sonori ma non proprio entusiastici, da un teatro gremito.

La recensione si riferisce alla replica di giovedì 8 febbraio 2018.

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