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Luca Buratto in concerto con laVerdi

Il 12, 13 e 15 aprile all’Auditorium di Milano

Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi

Pianoforte Luca Buratto

Direttore Claus Peter Flor

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Claus Peter Flor, direttore musicale de laVerdi, torna alla guida della “sua” orchestra in un programma interamente dedicato alla Russia, che vede protagonista al pianoforte la giovane star internazionale Luca Buratto. Triplo appuntamento giovedì 12 (ore 20.30), venerdì 13 (ore 20.00) e domenica 15 (ore 16.00) Aprile, all’Auditorium di Milano Fondazione Cariplo.

Buratto, classe 1992, vincitore dell’edizione 2015 dell’Honens International Piano Competition di Calgary (Canada), debuttò con laVerdi all’Auditorium di Milano nell’ottobre 2011, in occasione del concerto per il centenario del Liceo Berchet, per riproporsi nel settembre 2016 nel concerto straordinario al Teatro alla Scala, quando eseguì il secondo concerto di Rachmaninov. Ora lo ritroviamo alle prese con un altro grande classico del repertorio russo: il Concerto numero 2 in Sol minore di Prokof’ev.

Completano la locandina in esclusiva “salsa russa” le esecuzioni dell’Ouverture festiva di Sostakovic e della Suite de L’Uccello di fuoco di Stravinskij.

La parola a Luca Buratto, guest star all’Auditorium di Milano:

Sono molto contento ed elettrizzato di tornare a suonare all’Auditorium di Milano, specialmente un pezzo così incredibile e profondo come il Concerto numero 2 di Prokof’ev. Si tratta di un lavoro estremo da ogni punto di vista: in primis per quello del virtuosismo, infatti è considerato tra i concerti più difficili ed impegnativi, e solamente negli ultimi decenni è entrato stabilmente in repertorio. Dal mio punto di vista, però, è molto più estesa la portata del messaggio musicale e vastità della scrittura, che varia dall’estremo lirismo, al sardonico, dalla musica più tagliente e beffarda, alla catastrofe quasi apocalittica. La cosa incredibile, a mio avviso, è anche la sincerità estrema di questo lavoro: è quasi toccante come Prokof’ev abbia veicolato l’ultimo messaggio di un caro amico suicida in una musica così densa e pregna. E il tutto a soli 22 anni. 

Spero che anche il pubblico de laVerdi possa immergersi e farsi travolgere da quest’opera che, per me, è stata una fonte di scoperte e sconvolgimento. Vi aspetto tutti all’Auditorium!”.

(Biglietti: euro 36,00/16,00; info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar/dom, ore 10.00/19.00, tel. 02.83389401/2; on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it).

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Prokof’ev: Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in Sol min. op. 16

Composto tra il 1912 e il 1913 (la versione attuale è la riscrittura del 1923, poichè la partitura originale andò perduta nel 1918 durante la rivoluzione russa), il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in Sol minore di Sergei Prokofiev è una delle più spettacolari e impegnative opere del repertorio per pianoforte e orchestra. Segue a breve distanza il Concerto n. 1, eseguito nel 1912 dal compositore poco più che ventenne, che ebbe un destino contraddittorio tra successo e contrasti per via della forma inconsueta, dell’abbondanza di idee concretizzate in una durata ristretta e per le sonorità aspre e frenetiche. Con il concerto n. 2, Prokof’ev affina le sue risorse e il suo dominio della forma e si porta sulla scia della tradizione virtuosistica ottocentesca, in cui il pianoforte domina sull’orchestra. Di proporzioni architettoniche e lunghezza più consone, sfrutta appieno la forza brutale di un virtuosismo pianistico volutamente grandioso e debordante, simbolo di lotta titanica, sintetizzabile nella lunga cadenza solistica del primo movimento, di estrema difficoltà e grande intensità drammatica, e nell’impetuoso ultimo movimento. Il concerto è diviso in quattro movimenti, con la caratteristica assenza di un movimento lento, per la durata di circa 30 minuti.

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Biografie

Claus Peter Flor, direttore. Riconosciuto a livello mondiale quale direttore dall’istintivo ed incisivo talento musicale, ha costruito una prestigiosa carriera internazionale. È apprezzato per la sua competenza e per l’interpretazione del repertorio austro-tedesco (Bruckner, Mahler, Strauss, Brahms, Schumann e Mendelssohn), delle opere di Shostakovich ed ha una particolare affinità con il repertorio ceco di Dvorak e Suk, di cui ha inciso molti brani durante il suo incarico di Direttore principale della Malaysian Philharmonic.

Flor ha iniziato la sua carriera musicale studiando violino nella sua città natale, Lipsia, e a Weimar, prima di concentrarsi sulla direzione d’orchestra con Rolf Reuter ed in seguito con Rafael Kubelik e Kurt Sanderling. Nel 1984 è stato nominato General Music Director della Konzerthausorchester di Berlino, attivando allo stesso tempo regolari collaborazioni con le altre principali orchestre tedesche: la Gewandhaus di Lipsia e la Staatskapelle di Dresda. Nel 1988 ha debuttato con la Filarmonica di Berlino, dove è poi tornato in altre due occasioni.

Nel corso della sua carriera ha ricoperto diverse posizioni presso un gran numero di importanti orchestre: la Philharmonia Orchestra, la Dallas Symphony Orchestra, la Zürich Tonhalle Orchestra e la Malaysian Philharmonic, prima di diventare Direttore Principale della Malaysian Philharmonic Orchestra dal 2008 al 2014.

Su invito personale di Riccardo Chailly (all’epoca Direttore Principale) Flor è stato nominato Direttore Ospite Principale dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi (2003/08), con la quale ha svolto un intenso lavoro di approfondimento sul repertorio dell’Europa centrale. Il lungo rapporto con l’orchestra milanese culmina con la nomina a Direttore Musicale a partire dalla Stagione 2017/18.

Nelle stagioni più recenti ha ottenuto importanti consensi di pubblico e di critica dirigendo la London Symphony Orchestra (Sinfonia n.4 di Bruckner) e l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma con un programma tutto dedicato a Mozart. Nella stagione 15/16 è stato nuovamente invitato dalla Tonkünstler Orchestra con concerti al Festival di Grafenegg, dalla Singapore Symphony Orchestra e dalla Osaka Philharmonic.

Importanti appuntamenti nella stagione 2016/17 e in quella successiva includono concerti in Europa con l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, la RAI di Torino, la Het Gelders Orkest e la RTE National Symphony, in Asia (Giappone e Cina) e negli Stati Uniti (Aspen).

Come direttore d’opera, mantiene una stretta collaborazione con il Theatre du Capitole di Tolosa. Nella scorsa stagione ha diretto una ripresa di Faust di Gounod e Tristan und Isolde di Wagner. Nel corso della sua lunga collaborazione con il Theatre du Capitole, ha diretto diversi titoli d’opera tra cui Madama Butterfly di Puccini, Die Zauberflöte di Mozart, Hansel and Gretel di Humperdinck. Tornerà nella prossima stagione per una nuova produzione de Le Prophète di Meyerbeer e Die Walküre di Wagner.

Precedenti collaborazioni in ambito operistico includono una produzione di Siegfried di Wagner con la regia di David McVicar all’Opera di Strasburgo ed un elevato numero di titoli presso la Staatsoper Berlin, la Deutsche Oper Berlin e nei teatri di Monaco, Dresda, Amburgo e Colonia. Ha diretto Le Nozze di Figaro di Mozart e Die Meistersinger di Wagner al Teatro La Monnaie di Brussels, portando l’opera wagneriana in tournée a Tokyo; Die Zauberflöte di Mozart alla Grand Opera di Houston; Euryanthe di Weber alla Netherlands Opera con la Royal Concertgebouw Orchestra e La Bohème di Puccini alla Dallas Opera.

Claus Peter Flor ha un’estesa e variegata discografia, che include una serie di incisioni con la Bamberg Symphony dedicate a Mendelssohn, particolarmente apprezzate, e che Sony/BMG ha recentemente deciso di ripubblicare. Tra le incisioni effettuate con la Malaysian Philharmonic per la casa discografica BIS vanno certamente menzionate la Asrael Symphony di Suk (2009) e le Sinfonie n. 7 e n. 8 di Dvorak (2012).

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Luca Buratto, pianoforte. Milanese, classe 1992, vincitore dell’edizione 2015 dell’Honens International Piano Competition di Calgary, si distingue per le sue interpretazioni “ricche di finezza e di una fortissima immaginazione” (Musical America). Grazie alla vittoria al prestigioso concorso canadese, ha già avuto modo di esibirsi in importanti sale da concerto quali la Wigmore Hall di Londra (“Graceful, analytical, meticulous, Buratto is a name to watch” The Guardian) e alla Carnegie Hall di New York (“…an artist who is both illuminating and unafraid” Concerto.net) mentre nel marzo 2018 debutterà alla Konzerthaus di Berlino. E’ stato inoltre invitato ad esibirsi in importanti Festival internazionali quali il Lugano Festival per il Progetto Martha Argerich, il Busoni Festival e il Marlboro Music Festival, invitato da Mitsuko Uchida nel 2016 e nel 2017.

Oltre che in recital, Luca Buratto esprime al meglio le sue doti pianistiche anche con orchestra. Nonostante la giovane età, ha già suonato con orchestre quali laVerdi di Milano (presso l’Auditorium di Milano e al Teatro alla Scala), la Toronto Symphony Orchestra (Roy Thomson Hall) e la Edmonton Symphony Orchestra. Nel febbraio 2018 il debutto con la Calgary Philharmonic e nell’aprile 2018 con la London Philharmonic. Molto attivo anche nel repertorio cameristico, Luca Buratto è già stato più volte invitato all’Ottawa International Chamber Music Festival e al Tee Khoon Tang Grand Series di Singapore.

Terzo classificato alla XVI International Schumann Competition nel 2012 mantiene da sempre un profondo legame con la musica di Robert Schumann, suo autore di riferimento. Oltre ad essersi esibito più volte a Zwickau presso la casa natale del compositore tedesco, il pianista milanese ha scelto di dedicare proprio a Schumann il suo primo album in studio, edito da Hyperyon nell’aprile 2017. Il cd ha ottenuto recensioni entusiastiche sulle principali testate specializzate a livello internazionale ed è stato presentato su diverse radio europee e canadesi.

In Italia debutta già nel 2003 presso la Sala Verdi del Conservatorio di Milano con un concerto per la “Giornata della Memoria”, eseguendo musiche di Renzo Massarani, suo bisnonno, attirando l’attenzione del pubblico e della critica. Si è poi diplomato proprio a Milano nel 2010 nella classe di Edda Ponti, perfezionandosi successivamente con Davide Cabassi (Conservatorio di Bolzano) e con William Grant Naboré (Conservatorio di Lugano).

L’affinità di Luca Buratto con la musica di Robert Schumann è proporzionata alla sua curiosità per il repertorio contemporaneo, con una particolare predilezione per le composizioni di Thomas Adès, eseguite spesso alla presenza del compositore.

È un appassionato di puzzle e di ping-pong, si interessa di fisica e legge volentieri letteratura americana post-moderna.

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