L’intenso tour di Questo è il mio nome fa tappa a Cassano Magnago. Un’occasione da non perdere.
«Questo gruppo è nato nel 2015. I nostri attori, insieme a molti altri che frequentavano il laboratorio, erano arrivati da poco e si trovavano nella condizione di “richiedenti asilo”. Allora la memoria degli sbarchi, del grande viaggio dai paesi in guerra attraverso il deserto, l’inferno della Libia e poi le carrette del mare erano ferite aperte»: Bernardino Bonzani introduce la genesi di Questo è il mio nome, spettacolo del Teatro dell’Orsa con attori rifugiati che venerdì 23 marzo alle ore 21 sarà in scena a Cassano Magnago, in provincia di Varese, negli spazi del Cinema Teatro Auditorio.
«“Voi siete felici?” è la prima domanda rivolta al pubblico» spiega Annamaria Gozzi, collaboratrice alla drammaturgia dello spettacolo «E dalla parola, felicità, parte la trama dei racconti. I cinque attori sul palco non danno voce solo alle loro storie, sono portatori narranti di migliaia di altri giovani rifugiati, anche di chi non ha mai toccato il suolo d’Europa. Momenti felici, memorie e canti d’infanzia, amori, paure, sogni di futuro, tutto questo da agganciare a una nuova lingua. Da Mali, Gambia, Costa d’Avorio e Nigeria sul palco si srotolano le orme di Odissei in viaggio».
Questo è il mio nome è da circa tre anni in tour in tutta Italia. Ha ricevuto, tra l’altro, il Premio del Pubblico al Festival di Resistenza, Premio Museo Cervi – Teatro per la Memoria a Gattatico (RE), è stato selezionato al Festival I Teatri del Sacro 2017 e ha ottenuto l’attenzione di numerosi media nazionali: «Uno spettacolo è vivo se continua a evolversi, ad arricchirsi. Per Questo è il mio nome a ogni rappresentazione modifichiamo battute, proviamo a costruire nuove scene» aggiunge Bernardino Bonzani «Questo accade grazie ai cinque attori che hanno scelto di continuare l’esperienza teatrale inizialmente vissuta come richiedenti asilo. Lo fanno oggi in una veste di lavoro professionale in teatro. Dopo ormai più di quattro anni di vita in Italia, ciascuno di loro ha studiato, si è integrato nella lingua, nel lavoro e nelle amicizie».
«Viviamo un tempo fragile, ma il teatro ci riporta a casa, nello spazio e nel tempo dell’incontro con l’altro. Il teatro smaschera il pregiudizio, fa lo sgambetto alla superiorità supposta di un uomo sull’altro. Ci mette su una scala che fa salire e scendere i gradini della comprensione. Mentre camminiamo verso l’altro in fondo ci interroghiamo su chi siamo e che cosa portiamo, se le radici che ci hanno germogliati sono davvero così distanti da quelle dell’altro, se l’ombra che facciamo può ristorare solo noi» conclude Monica Morini, che insieme a Bernardino Bonzani firma ideazione e regia dello spettacolo «Sono stati migliaia gli spettatori toccati dall’autenticità di questi racconti, che abbracciano la vita nella profondità e nella leggerezza. Un’avventura necessaria, in un tempo di muri e pregiudizi, che ha toccato i teatri all’italiana, i Festival, le piazze e le scuole. Dalla Sardegna al Piemonte, dalle Marche al Trentino. E che ancora continua a camminare».
Questo è il mio nome vede in scena gli attori rifugiati del progetto Sprar di Reggio Emilia Ogochukwu Aninye, Djibril Cheickna Dembélé, Ousmane Coulibaly, Ezekiel Ebhodaghe e Lamin Singhateh.
Al termine dello spettacolo, il pubblico potrà dialogare con attori e registi.
L’ingresso è libero e gratuito.
Il Cinema Teatro Auditorio si trova in piazza San Giulio a Cassano Magnago (VA).
Info sulla Compagnia: http://www.teatrodellorsa.com/