giovedì, Marzo 28, 2024

Area Riservata

HomeProsaHomologia

Homologia

Andato in scena all’Auditorium del Centro Sociale di Salerno il 18 maggio 2018

di Rocco Manfredi, Riccardo Reina, Alessandra Ventrella

con Francesco Napoli e Rocco Manfredi

regia Alessandra Ventrella

produzione DispensaBarzotti

Segnalazione speciale Premio Scenario 2015

———

Lo spettacolo poetico e originale ha ricevuto la segnalazione speciale al Premio Scenario 2015 con la seguente motivazione: “La purezza e la freschezza di una formazione giovane che esprime una profonda coesione di intenti e di prospettiva, l’approdo non scontato a un linguaggio erede della tradizione per raccontare la solitudine di un anziano in un paesaggio metropolitano osservato con poesia e trasfigurazione onirica, attraverso uno struggente gioco sul doppio. La sfida di un teatro di silenzio, senza parola che rimanda con semplicità a Beckett, Pinter, Kantor, per cercare una via contemporanea al teatro di figura. Un’epifania lieve unita all’umile consapevolezza di un percorso di studio ancora in fieri.”

———

Siamo arrivati all’ultimo appuntamento della terza edizione di Mutaverso Teatro, ideata e diretta da Vincenzo Albano che coraggiosamente con tenacia e con passione porta avanti il suo progetto seguito da tanti amici e spettatori.

Ancora una volta il silenzio in scena. Una poltrona, una copertina, una sveglia. Penombra che suggerisce gesti rallentati, sospiri trattenuti e sospensione temporale.

Una persona volutamente anziana (volutamente perché l’essere anziani può nascondere una scelta esistenziale a prescindere dall’età anagrafica) si muove come un bradipo a raccogliere un fazzoletto che si sposta nell’aria. Il volto è inserito in un mascherone grottesco a cui sono attaccati capelli lunghi fluidi e arruffati senza una precisa linea stilistica. Sono lasciati liberi nel lento progredire del tempo senza intervento alcuno (sembra) determinato dalla mano dell’uomo. E così diventa metafora dell’esistenza che scorre uguale a se stessa nella spirale della tartaruga che si muove senza fretta perché sa dove deve andare e sa che poi ritornerà. Tutto è già prestabilito, manca quindi la mordace istintiva voglia di cambiamento. È tutto ineluttabile, qualsiasi possibilità è preclusa, pur nell’apparente avvicendamento delle persone che possono sdoppiarsi e moltiplicarsi, senza mai riuscire davvero ad intervenire nella fatalità della esistenza umana.

DispensaBarzotti nasce nel 2014 dal comune intento di Alessandra Ventrella e Rocco Manfredi: buttare fuori dalla finestra le etichette, mischiando molti generi in favore dell’immaginazione e dell’inatteso. Al primo nucleo artistico si aggiunge poi Riccardo Reina. L’obiettivo che la compagnia si sta ponendo è quello di esplorare i meccanismi della magia teatrale; una ricerca che si interroghi su come funzioni l’attività percettiva e su che cosa sia la percezione: l’illusione e l’incanto, la meraviglia e l’inganno.

La scelta di comunicare senza espressione verbale è stata più volte presente in questa rassegna e ci viene immediata la voglia di riflessione accogliendo l’implicito invito a “fermarsi”. Tutte giovani le compagnie e pervase da effluvi di entusiasmi comprensibili e condivisibili. Un discorso a parte, ovviamente per Roberto Latini, già conosciuto nelle sue variegate espressioni spettacolari.

Fermarsi” a riflettere senza affanni di giudizi affrettati e di pregiudizi attempati.

Dove va la nuova scena? In quale direzione si muovono gli operatori e i ricercatori? Cosa vogliono dire e cosa cercano nella espressione povera e nello stesso tempo ricca di personalità e presunzione nel senso letterario del termine, cioè cosa presumono di aver compreso, diventando quindi arroganti nel significato di arrogarsi il diritto di comunicarlo agli altri?

In questa società dove tutto è stato ormai fagocitato dalle grandi immense imprese di comunicazione mondiale e dove talmente poco spazio è rimasto per infiltrazioni private e personali da sembrare quasi inesistente ed evanescente nel suo anelito di affermazione, ben vengano questi squarci di ingenua verità.

La verità è una? La questione presupporrebbe ampie divagazioni che rimandiamo ad altra sede, ma “fermandoci” alla Verità del Teatro possiamo a buon diritto affermare che la Verità è sempre una ed anche il suo esatto contrario e quindi ciascuno può raccontare la sua Verità, anche anacronistica o futurista o futuribile, anche e soprattutto con la pregiudiziale di poterla cambiare in corso d’opera.

La Verità a teatro ha mille sfumature ed anche qualcuna in più. E se il sole è giallo o dorato e la luna è bianca o argentata, sulla scena possono anche diventare viola, verde, rosso o grigio perché tutto è possibile e fantasticabile con la creatività che plasma le sue visioni.

Fermarsi” per fare un punto della situazione.

Lo strano pipistrello che osserva il mondo a testa in giù, icona simbolica di Mutaverso Teatro aveva presentato la terza Edizione con otto spettacoli, da ottobre a maggio come occasione di confronto culturale…. “prima di tutto il privilegio del silenzio e della lentezza di contro alle nostre narcosi quotidiane, e ad oggi che molti di noi non sono più certi che il teatro abbia una funzione e il diritto di esistere, questo Mutare Verso è nei suoi più rosei intenti, proprio un invito a scoprire e rinnovare la passione per quest’arte” così Vincenzo Albano nel programma di sala.

Intento riuscito, almeno in parte, perché ci auguriamo che il panorama teatrale abbia ancora tanto da offrire e mostrare, e in tal modo gli auguriamo buon lavoro per la quarta edizione.

RELATED ARTICLES

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Most Popular