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Teatro di Roma, Antonio Calbi riconfermato direttore

In carica fino al 2021 dopo l’ottimo bilancio del triennio di rilancio del Teatro romano

Antonio Calbi riconfermato direttore del Teatro di Roma per il triennio 2018 2021: una nomina arrivata dal Consiglio di Amministrazione dello Stabile capitolino presieduto da Emanuele Bevilacqua di cui fanno parte anche Cristina Da Milano, Nicola Fano, Raffaele Squitieri, alla luce degli risultati raggiunti in questi anni.

Nominato direttore dello Stabile romano nel maggio 2014, Calbi ha rilanciato il Teatro di Roma trasformandolo in un punto di aggregazione un’agorà artistica, culturale, civile della Capitale, fra produzioni originali e nuove strategie in un sistema teatrale innovativo.

La conferma di Antonio arriva in seguito agli obiettivi e alla qualità raggiunta nel corso di questi anni conferma Bevilacqua, presidente del consiglio d’Amministrazione del Teatro di Roma – tre anni rappresentano un segno importante. A questo era necessario optare per un cambio di passo o per la continuità: abbiamo scelto la continuità. Con Antonio abbiamo subito avviato un metodo di lavoro valido e abbiamo fatto esattamente quello che andava fatto ottenendo risultato importanti. Siamo diventati teatro nazionale, ma dopo l’incremento dell’offerta doveva necessariamente arrivare il momento della crescita e della stabilizzazione con il consolidamento fra le linee guida del nuovo triennio” conclude il presidente.

Il triennio gestito da Calbi ha segnato un grande fermento creativo e produttivo con in forte incremento delle attività e i numeri parlano chiaro: 366 spettacoli di cui 79 produzioni e 257 ospitalità, 330 accadimenti culturali 1718 alzate di sipario e un incremento dei ricavi al botteghino del 20% dimostrano che è possibile che la qualità dell’offerta sia premiata dal pubblico.

Non meno importante il nuovo Sistema di Teatro Pubblico plurale voluto dall’amministrazione capitolina che mette in rete i teatri del Comune, il Teatro Biblioteca Quarticciolo, il Teatro Tor Bella Monaca, il Teatro Villa Pamphilj, il Silvano Toti Globe Theatre, insieme alle sale del Teatro Argentina, dell’India e del Teatro Valle, seppur come apertura temporanea e al momento ancora centro di installazione.

È importante fare in bilancio di questi anni e voglio ringraziare il consiglio di amministrazione – esordisce Calbi il Teatro di Roma andava rimesso al centro della città e andava “stressato” prima della stabilizzazione. Nel corso del triennio abbiamo rinnovato la funzione pubblica del teatro rispettando le nostre linee guida dando spazio al teatro contemporaneo con 186 autori viventi messi in scena, abbiamo dato spazio alla creatività romana abbiamo puntato sul pop d’autore puntando su progetti come Ragazzi di vita diretto da Massimo Popolizio che dimostra di poter soddisfare i palati raffinati chiamando nuovo pubblico a teatro, abbiamo creato stagioni con percorsi e rilanciato la Libertina Card che consente di comporre l’abbonamento”.

Confermate anche per il triennio a venire le nuove linee guida che possano soddisfare l’idea di “una regia culturale con l’intento di diventare teatro di produzione e allargare il pubblico” cercando di “contrastare la dispersione in una città molto disarticolata – continua il direttore dello stabile romano – Puntiamo ancora sull’attenzione alla creatività italiana anche se ridurremo le alzate di sipario per poter stabilizzare: puntiamo all’internazionalizzazione cercando di farci vedere all’estero e prendendo spettacoli dall’estero”.

Novità in vista anche per gli spazi del Teatro India con il coinvolgimento di tre donne cui è stato chiesto di curare un progetto di tre mesi chiedendo di “essere sensibili a ciò che non è stato detto” puntando su un progetto di ricucitura urbana” conferma Calbi impegnato in un nuovo ambizioso progetto anche per i prossimi tre anni fra contemporaneo, internazionalizzazione, sostegno alla nuova creatività e collaborazione come linee guida del Teatro di Roma. “Faremo una battaglia con il nuovo governo per avere uno statuto speciale  per diventare teatro della nazione e nn solo della città” annuncia Calbi confermando che la danza sarà affidata a Michele Di Stefano e che Massimo Popolizio diventerà il regista di residenza.

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