Platonov
La Compagnia Il Mulino di Amleto porta in scena al Festival delle Colline “Platonov”, una delle prime opere di Cechov, in cui sono già presenti tutti gli aspetti principali della produzione del grande drammaturgo russo. Una vetrata mobile, un tavolo, alcune sedie: una scena spoglia e frugale per dare spazio all’intreccio denso delle relazioni fra i personaggi, fatta di rimpianti e delusioni, speranze disattese e miraggi di felicità. Platonov ritorna al paese delle origini portando in dote una finta aria di successo, una giovialità sardonica che nasconde una tristezza e un vuoto che l’accompagnano anche ora che pare aver trovato una parvenza di realizzazione. Tutto ruota intorno ad un passato congelato che ritorna a bruciare prepotente appena le scintille delle presenze si riaccendono con vigore. Matrimoni avviati al naufragio, ipocrisie nascoste, donne disposte a tutto pur di non perdere terreni e averi: fra le miserie dell’umanità e la volontà di trovare una vera felicità, i personaggi di Platonov si muovono scossi da forti tempeste emotive per poi non ottenere nulla, sancendo la vittoria dell’ignavia. Gli attori in scena sono abili e tratteggiano con precisione i caratteri delle loro funzioni drammaturgiche, muovendo lo spazio e generando sempre scene nuove e diversificate, anche con l’ausilio della tecnologia. Uno spettacolo intenso e dinamico che non mancherà anche di strappare qualche amara risata.
di Anton Cechov
regia Marco Lorenzi
uno spettacolo di Il Mulino Di Amleto
regia Marco Lorenzi
con Michele Sinisi
e con Stefano Braschi, Roberta Calia, Yuri D’agostino, Barbara Mazzi, Raffaele Musella, Rebecca Rossetti, Angelo Maria Tronca
riscrittura di Marco Lorenzi e Lorenzo De Iacovo
regista assistente Anne Hirth
style e visual concept Eleonora Diana
disegno luci Giorgio Tedesco
costumi Monica Di Pasqua
co-produzione Elsinor Centro Di Produzione Teatrale, Festival Delle Colline Torinesi, Tpe Teatro Piemonte Europa
con il sostegno di La Corte Ospitale – Progetto Residenziale 2018
in collaborazione con Viartisti per La Residenza Al Parco Culturale Le Serre
——–
La Buona Educazione
La bravissima Serena Balivo porta in scena il nuovo testo di Mariano Dammacco, mostrando tutta la sua bravura fatta di costruzione ritmica e fisica del personaggio, di una straordinaria consapevolezza della propria presenza scenica, giocando con delicatezza fra comico e drammatico. Una donna abbastanza avanti con gli anni si trova a dover crescere il figlio della sorella, prematuramente scomparsa, accogliendo nella propria casa di single un giovane ragazzo con tutti i riti, le turbolenze e i desideri di un giovane uomo. Si scontrerà ben presto con le proprie paure, con i fantasmi reali della famiglia che vengono a trovarla per ammonirla, guidarla, consigliarla, con i disagi e le fragilità di un adolescente alle prese con un mondo che gli ha riservato un destino crudele. La scena è ingombra di manufatti abilmente ammassati in un accumulo volutamente disordinato con un occhio allo stile steampunk e alla visione distopica di certi fumetti contemporanei; in questo ammasso di detriti si sviluppa la diatriba interiore della protagonista che cerca in qualche modo di approcciare ed educare il ragazzo che le è stato affidato. Un testo profondo e mai banale, interpretato con naturalezza, pur all’interno di una costruzione fisica precisa, a cavallo fra tragico e comico, rivelando le abilità espressiva della Balivo, che restituisce un personaggio amabile e agrodolce. Uno spettacolo ironico, delicato, fiabesco, ma anche contemporaneo ed emozionante.
di Mariano Dammacco
regia Mariano Dammacco
con Serena Balivo
ideazione e drammaturgia Mariano Dammacco
spazio scenico Mariano Dammacco e Stella Monesi
organizzazione Nicoletta Scrivo
amministrazione Paola Falorni
ufficio stampa Teatro di Dioniso Paola Maritan
ufficio stampa Piccola Compagnia Dammacco Maddalena Peluso
produzione Piccola Compagnia Dammacco / Teatro di Dioniso
in collaborazione con L’arboreto Teatro Dimora, Teatro Franco Parenti, Primavera dei Teatri, Asti Teatro 40
con il sostegno delle residenze artistiche Compagnia Diaghilev Residenza Teatro Van Westerhout, Residenza Teatrale di Novoli – Principio Attivo Teatro – Factory Compagnia Transadriatica, Giallo Mare Minimal Teatro, Capotrave Kilowatt/Bando Sillumina Siae 2017, Residenza teatrale Qui e Ora
La compagnia ringrazia per il confronto durante la preparazione dello spettacoloMaurizio Agostinetto, Fabio Biondi, Antonio Catalano, Michela Cescon, Gerardo Guccini, Valter Malosti, Roberta Nicolai, Lorenza Zambon. Grazie a Casa degli Alfieri e Spazio Kor
——–
Causa di Beatificazione
Dopo l’esperienza del Progetto Maldiplaco presso il Tangram Teatro, Matilde Vigna approda al Festival delle Colline con la messa in scena integrale del testo “Causa di beatificazione – tre canti per voce e tempesta” di Massimo Sgorbani, avvalendosi della regia ultra-pop di Michele Di Mauro, il corpo scenico e illuministico di Lucio Diana e la creazione video di Giulio Maria Cavallini, anche in scena. Sul fondo uno schermo di proiezione, sempre in uso, definisce l’apparato sacrale dello spazio, decorato ai lati dagli oggetti e dagli attrezzi che faranno comparsa durante lo spettacolo, grazie all’opera dall’energico Giulio Maria Cavallini, a vista e senza pudore. Tre donne – una prostituta kosovara, una kamikaze palestinese, una suora nell’Italia del medioevo – in cammino verso la beatificazione, verso la procreazione, sopraffatte dalla vita, assolute e sempre in lotta, con sguardo guerriero affrontano un mondo che tenta, senza riuscirvi, di schiacciarle, di impastarle, di confonderle in un indefinita massa umana post-moderna. Azzannano a morsi la violenza del maschio prevaricatore e scompaiono in una luce protesa verso un misticismo fatto di carnalità pura. La regia di Michele Di Mauro incornicia ogni istante con la presenza di segni abbondanti e moltiplicatori di vita, di colore, desiderio: parrucche, abiti sgargianti, scarpe, bambolotti, candele, crocifisso, luci al led, telecamere che riprendono dal vivo e rimandano sullo schermo, spade di plastica, inginocchiatoio, fiori finti. Un’abbondanza di materia estatica che scompare nel gioco ultra-pop di elidere i segni nell’accumulo, che si fa piramide per raggiungere l’essenza, in una pira artificiale di immolazione e incenerimento. Matilde Vigna si inserisce perfettamente in questa triade di santità e perdizione, creando il testo ardito di Sgorbani con la protervia di una ferita aperta che non vuole riemarginarsi, esondando le parole come un fiume in piena. I video di Giulio Maria Cavallini fecondano la scena di un’ulteriore moltiplicazione, rendendo l’operazione visiva un piacere da assecondare. Spettacolo che regala tripudi eidetici e momenti di pura poesia scenica.
di Massimo Sgorbani
regia Michele Di Mauro
con Matilde Vigna
adattamento e progetto sonoro Michele Di Mauro
luci e scene Lucio Diana
video Giulio Maria Cavallini
suono Alessio Foglia
make up artist Katerina Di Mauro
studio di registrazione Arca Studios Torino
factotum Elvis Flanella
produzione Teatro Piemonte Europa/Festival Delle Colline Torinesi
Grazie a Gabriele Zecchiaroli e Carmela Santoro