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Premio Navicella Sardegna alle sue eccellenze nel mondo

La manifestazione è organizzata dall'Associazione Sardegna Oltre il Mare, e premia le eccellenze sarde che si sono messe in luce a livello nazionale ed internazionale

Premio Navicella SardegnaGiunto alla sua 17esima edizione, la manifestazione organizzata dall’Associazione Sardegna Oltre il Mare, premia, nella suggestiva cornice dell’anfiteatro Mario Ceroli a Porto Rotondo, le eccellenze sarde che si sono messe in luce a livello nazionale ed internazionale.

Presentata dalla giornalista Egidiangela Sechi, la serata è stata introdotta dalla bella voce dell’attore Marco Spiga, inserendo di volta in volta, le motivazioni che la giuria ha elaborato per i candidati.

Premio Navicella SardegnaIl Premio Navicella d’argento, dell’artista orafo cagliaritano Bruno Busonera, è una riproduzione di un bronzetto nuragico, simbolo votivo, metafora delle numerose partenze dall’isola di un popolo dalle tradizioni ancestrali, costretto spesso a migrare altrove, per raggiungere i propri obiettivi.

Grande assente, per motivi giustificati di registrazione programmi a Roma, Maurizio Costanzo. Raggiunto con video messaggio, ringrazia per il Premio speciale Olimpia Matacena, intitolato a colei che per anni è stata una presenza significativa dell’organizzazione dell’evento. Maurizio, ricordando con affetto gli anni ’80-’90 nei quali, a cavallo dello scandalo della P2, fu coinvolto, lavorò per l’emittente sarda Videolina, di cui conserva un caro ricordo delle persone “serie e perbene”, che ha conosciuto.

Premio Navicella SardegnaFesteggiamenti tripli per Costanzo, quest’anno, che il 28 agosto ha festeggiato oltre al suo anniversario di matrimonio con Maria De Filippi, anche 80 anni di età. Il baffo più famoso della TV ha ricevuto, tra gli altri, anche gli auguri da Gina Lollobrigida, mentre, suo desiderio non ancora realizzato, è di poter intervistate Papa Francesco. Per l’ottuagenario Maurizio, agli esordi, galeotta fu la lettera che scrisse all’età di quindici anni a Indro Montanelli, iniziando così la sua ricca e lunga e corposa carriera.

Il Premio Navicella d’argento è stato assegnato, a scrittori, musicisti, cantanti, sportivi, ricercatori, registi, giornalisti, qui nello specifico della serata a Gesuino Nemus, Enzo Favata, Valerio Scanu, Chiara Obino, Lia Palomba e Elvira Serra con le seguenti motivazioni.

Premio Navicella SardegnaGesuino Nemus, pseudonimo di Matteo Locci, nativo di Jerzu, provincia di Nuoro, arriva al grande pubblico in età matura, dopo aver intrapreso numerosi mestieri, e celato nel cassetto per quasi quarant’anni, scritti e pagine di romanzo. Arriva alla narrativa nel 2015, con il romanzo La teologia del cinghiale, aggiudicandosi il Premio Campiello, nella sezione opere prime, ed arrivando in finale al Premio Bancarella. Così incredulo della vittoria, Nemus racconta al pubblico di avere spento istintivamente cellulare e tv, per non essere richiamato. Scrittore di altri due romanzi, I bambini sardi non piangono mai, che vince nel 2016 il Premio Fedeli e Ora pro loco. Con l’inseparabile cappello bianco, la vena sarcastica e la penna pungente, Nemus apre le danze della premiazione con l’ambita Navicella in argento.

Dagli abissi più profondi, Chiara Obino, atleta apneista cagliaritana. La wonder woman sarda, già campionessa del mondo di apnea con i suoi 82 mt. di profondità, non riesce quest’anno a replicare e battere il suo record, ma conferma e migliora il suo personale nazionale di un metro. Madre di due bambine e dentista di professione, alterna e concilia l’allenamento sportivo alla vita quotidiana, con cui ha imparato con il tempo a convivere con i sensi di colpa per la sconfitta, la vittoria e la volontà di arrivare fino in fondo, agli obiettivi prefissati, come nel suo mare profondo. “…Non è facile tenere alta la motivazione e mantenere costanti gli allenamenti – dice la quarantaduenne Obino – complice avverso, spesso il mare con correnti non favorevoli, nel momento dell’immersione…”. Un Premio quindi alla tenacia combattiva di una donna sportiva esile, che riceve dalle mani del conte Luigi Donà dalle Rose, fondatore di Porto Rotondo, la Navicella Sardegna 2018.

Premio Navicella SardegnaLa serata prosegue con il musicista di Alghero, Enzo Favata, saxofonista. Esordisce con quartetto al Festival Jazz, negli anni ’80. Pur essendo di estrazione classica, nel corso della sua carriera si è reso noto per aver contaminato, intrecciato la musica, incontrando culture altre, con il ritmo di altre etnie. La miscellanea con i colori sonori del Folk tipico sardo e il Jazz, sono gli ingredienti della sua cifra stilistica, presenti nella sua opera più nota Voyage en Sardaigne, seguita un anno dopo da Atlantico. A lui si attribuiscono, in veste di compositore, colonne sonore, per il cinema, il teatro, la radio e la televisione. Direttore del Festival Musica sulle Bocche, che si svolge ogni anno nell’estate agostana a Santa Teresa, sulla spiaggia di Cala Luna, rivolta sullo stretto di Bonifacio, Favata, insieme ad artisti internazionali, danno vita ad happening ai quali accorrono migliaia di persone per ascoltare, nel silenzio delle onde del mare, in simbiosi con la natura, note che veleggiano nell’aria. Il Premio Navicella gli viene attribuito per la sensibile ricerca nella tradizione del folk sardo ed etnico internazionale con il jazz classico.

Dalla musica alla voce con Valerio Scanu, cantante e cantautore maddalenino, isola nell’isola. Giovanissimo muove i primi passi nel gruppo musicale del padre alle feste e ai matrimoni, nutrendo fin da bambino, la voce limpida e cristallina come l’acqua del mare nel quale ama tuffarsi. La trasmissione di Amici lo rende noto al grande pubblico, conquistando il secondo posto dell’ottava edizione. Firma un contratto con la casa discografica EMI Music, per poi passare alla NatyLoveYou, di cui è il titolare. Nel 2010, a soli 19 anni, vince il Festival di Sanremo, con la canzone Per tutte le volte che, e nel 2016 con Finalmente piove. Partecipa alle trasmissioni Tale e quale show con Carlo Conti e all’Isola dei Famosi, conducendo su Rai4 un programma dal titolo Kudos. Nella sua giovane ma già proficua carriera, ha ricevuto ambiti premi e riconoscimenti come 3 Wind Music Avards, TRL Avards e Venice Music Avards, sufficienti per motivare il premio Navicella, quale ambasciatore nel mondo e giovane talento.

Dal suono all’immagine con il regista Peter Marcias, originario di Oristano. Comprende da subito, dopo aver studiato alla Facoltà di Scienze Politiche, e per delusione della mamma non aver concluso gli studi per soli tre esami, di dover migrare a Roma patria del Cinema, per intraprendere la strada della regia. Il suo esordio è nel 2006 con il film collettivo Bambini, con l’episodio Sono Alice, che partecipa al Giffoni film Festival e Sao Paulo International Film Festival in Brasile, poi Istambul e Kiev. Nel 2007 è la volta del lungometraggio docufilm Ma la Spagna non era cattolica?, sul tema delle unioni omosessuali e della riforma di Zapatero. Il primo film lungometraggio è del 2008 dal titolo Un attimo sospesi. Seguono nel 2010 e 2013, camei, ritratti di donne, con docufilm, in cui ritraggono la poetica visiva teatrale e cinematografica dell’attrice Piera Degli Esposti e della regista Liliana Cavani, per cui si aggiudica il Nastro d’Argento. Il ritorno a Cagliari è per girare il suo secondo film I bambini della sua vita, scritto da Marco Porru, che ottiene numerosi premi, tra cui la nomination al Ciak d’Oro e il Globo d’Oro. La passione per l’animazione lo coinvolge nel suo primo cortometraggio animato intitolato Il mondo sopra la testa. Nella motivazione trapela uno sguardo del filmmaker, con l’occhio ai temi sociali e politici, che non esula mai di inserire nei suoi progetti, impronta anche del maestro Marco Bellocchio, con cui ha studiato.

Non poteva mancare una giornalista, Elvira Serra, barbaricina, nata a Nuoro. Muove i primi passi scrivendo per l’Unione Sarda, il Centro di Pescara, per approdare a Milano al Corriere della Sera, dove si occupa di costume e cronaca. Con una rubrica fissa sul settimanale F la forza delle donne, nel 2013 vince il Premio giornalistico Maria Grazia Cutuli-Einaudi e il Premio Nazionale Natale Ucsi. Pertanto poco importa se la gaffe di essere blu vestita come le hostess, non le impediscono di ritirare il Premio Navicella, con la motivazione che più le si addice. “Una penna asciutta, ironica, diretta, essenziale, come l’anima sarda, che arriva al cuore della gente, nella sostanza”.

Non ultima, la ricercatrice, dottoressa oncologa Lia Palomba, sassarese d’origine. Soprannominata “killer dei tumori”, lavora e vive a New York da oltre 30 anni. L’ematologa Palomba opera in uno staff in team con altri studiosi, al Memorial Sloan Kettering di N.Y., per individuare nuove terapie contro i linfomi e leucemie. “…Forse siamo prossimi nell’aver trovato un rimedio, senza usare il trattamento chemioterapico”. Lia Palomba, dopo essersi laureata a Pavia, spinta anche dalla passione per il teatro, comprende presto che il futuro per la ricerca è altrove, oltre oceano in America. Pertanto, si riqualifica dando esami dopo esami negli U.S.A., per poter accedere ai posti tanto ambiti. Nel 2009 viene ribattezzata Dottoressa House, salvando un giovane di Pittsburgh, dato morente, e il New York Time, nel reportage sul Medical Detectives, la menziona come colei che risolve casi impossibili. Una donna speciale per un premio prestigioso, così calzante, la Navicella, emblema profetico di migrazione, a cui i popoli sono costantemente soggetti a seguire per vedere realizzate le proprie aspirazioni, la propria vocazione, come in questo caso, o duramente la rinascita e la fuga da una realtà di miseria e guerra.

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