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Teatro Brancaccio, il Bardo innamorato in “Shakespeare in love”

Successo per la versione teatrale del celebre film in scena a Roma fino al 18 novembre

Shakespeare in loveSuccesso per il debutto romano di Shakespeare in love, lo spettacolo in scena al Teatro Brancaccio di Roma (fino al 18 novembre) versione teatrale del cult cinematografico del 1998 premiato con ben 7 Oscar che raccoglieva un cast all stars per raccontare uno Shakespeare in crisi creativa.

La versione italiana delladattamento londinese di Lee Hall tratto dalla sceneggiatura di Tom Stoppard e Marc Norman, aveva debuttato lo scorso luglio a Verona (e non poteva essere altrimenti, nel corso dell’Estate Teatrale Veronese) ottenendo un successo di pubblico che è stato replicato anche nella Capitale.

Che dire? Lo spettacolo funziona nonostante il confronto (inevitabile e un po’ ingombrante) con la pellicola: è però una piacevole sorpresa per chi (anche i pochi) che non hanno visto il film e resta una gradita conferma anche per chi ha amato il film che racconta la contaminazione fra vita e teatro immaginando la genesi della più celebre e infelice delle storie d’amore, quella di Romeo e Giulietta.

Shakespeare in love è uno spettacolo coraggioso prodotto da Alessandro Longobardi (per Officine del Teatro Italiano in collaborazione con Viola Produzioni) che ha creduto nel progetto mettendo su una compagnia di giovani attori selezionati (ben 19) come ribadito dai due registi, Giampiero Solari e il co regista Bruno Fornasari attraverso una serie di workshop.

Nel ruolo di Lady Viola De Lessep, Lucia Lavia che interpreta con freschezza, tenacia e determinano il ruolo della nobildonna mentre Marco De Gaudio interpreta il tormentato e giovane Will Shakespeare ora in piena crisi creativa, ora innamorato: una sfida vinta dai due giovani attori uniti da un buona alchimia rispettando via via la mutevolezza drammaturgica del testo.

Il segreto del successo della versione teatrale che ricalca in ogni dettaglio il film con qualche opportuno e inevitabile taglio consiste nella qualità della scrittura, qui nella traduzione italiana di Edoardo Erba che mantiene il legame strettissimo fra l’universo del Bardo e la storia: lo spettacolo ha un ritmo veloce, gode della freschezza degli interpreti giovani, negli squisiti riferimenti alla vita e alle opere di Shakespeare disseminati lungo il testo e che possono essere colti dai più attenti con un ricchissimo caleidoscopio di personaggi storici, il drammaturgo Christopher Marlowe, gli attori Edward Alleyn, Richard Burbage o la Regina Elisabetta.

La sceneggiatura di Tom Stoppard e Marc Norman, un piccolo capolavoro, una coltissima commedia degli equivoci, contaminava il mondo di Shakespeare con tante invenzioni diverse mostrando come il mondo della realtà e del teatro sconfinassero vicendevolmente: di fatto, nell’agile regia di Giampiero Solari con la co regia di Bruno Fornasari, emerge chiaramente l’omaggio al film, ma anche tutta la semplicità di un’impossibile storia d’amore nel periodo elisabettiano. Essenziali ed evocative le scene di Patrizia Bocconi che gioca sulle proiezioni e sui pannelli in movimento, mentre i ricchi e colorati costumi depoca, coloratissimi di Erika Carretta restituiscono i dettagli e le atmosfere della società elisabettiana contribuendo a costruire la personalità di ogni personaggio. Uno spettacolo energico e vivace che lascia emozionare e divertire un pubblico estremamente diverso e che vive dell’impegno di un gruppo di attori entusiasti e pronti a mettersi in gioco. In scena fino al 18 novembre a Roma, al Teatro Brancaccio (info e dettagli su teatrobrancaccio.it, botteghino@teatrobrancaccio.it, biglietti da 28.50 euro, 06 80687231), poi in tournée toccando Napoli, Torino, Padova, Reggio Calabria, Catania, Jesi e Pesaro.

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