Per Primo Levi il ponte tra le sue due professioni è semplice: scrivere romanzi, che siano frutto di fantasia o che riportino accadimenti realmente avvenuti, è un “cucire insieme parole e idee”, esattamente come un chimico lega componenti diversi per la creazione di materiali o sostanze.
La lezione di chimica che Levi impartisce al Teatro Gobetti di Torino, attraverso il corpo e le parole di Sonia Bergamasco – regista e interprete unica di Ex chimico – sembra dunque rivolta agli scrittori, e in senso lato a tutti quelli che per mestiere creano, unendo elementi diversi per realizzare un’opera.
Nell’anno del centenario dalla nascita di Primo Levi, lo spettacolo omaggia la sua opera minore e meno nota, alternando la cruda descrizione della sua esperienza di deportato ai frutti della sua fantasia, racconti fantastici, fantascientifici e improbabili. La formula per la creazione di Levi, sostiene Bergamasco, rimane quella di una “chimica letteraria”, o di una “letteratura chimica”, il minuzioso lavoro di «pesare, separare, distinguere» (per usare la definizione di Levi stesso) che cadenza le solitarie giornate dei chimici come dei creatori artistici.
Il tavolo da lavoro, circondato da poche sedie e sormontato da un filo cui appendere i fogli acetati di laboratorio, diventa il palcoscenico della creazione chimico-teatrale di Bergamasco, ravvivando una scenografia semplice e ridotta al minimo, illuminata quanto basta dall’intervento tecnico di Cesare Accetta e animata dall’eleganza di gesti e parole dell’autrice milanese.
———
Ex chimico
ideato, diretto e interpretato da Sonia Bergamasco
tratto dall’opera di Primo Levi
luci Cesare Accetta