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Teatro dell’Opera di Roma, “Il lago dei cigni” fra tradizione e innovazione

Il nuovo allestimento di Benjamin Pech nella sontuosità delle scene di Aldo Buti. In scena fino al 6 gennaio a Roma

il lago dei cigni
Foto di Yasuko Kageyama

La tradizione prima di tutto? Sì, ma non solo. Il Teatro dell’Opera di Roma apre la stagione di balletto 2018/2019 nel periodo di Natale con Il lago dei cigni di Cajkovskji, il più iconico dei titoli di repertorio, nella nuova coreografia di Benjamin Pech da Petipa – Ivanov: una versione costruita intorno al tradimento del nuovo villain Benno-Rothbart, anima nera del balletto nel fiabesco e incantevole allestimento del Costanzi con le scene e i costumi del maestro Aldo Buti.

Libertà interpretativa e tradizione sono i cardini entro cui si muove questo allestimento sontuoso e classico che raccoglie il subito il favore del pubblico: la nuova versione di di Benjamin Pech già étoile dell’Opéra di Parigi e assistente alla Direzione del Ballo con l’arrivo della direttrice Eleonora Abbagnato, è molto snella e alleggerita (con un solo intervallo) con una decisa riedizione drammaturgia e musicale (con qualche taglio nel primo atto, le danze di carattere nel terzo atto ridotte a quattro), che mantiene un taglio molto drammatico con un forte senso teatrale, fin dall’ouverture con la trasformazione di Odette in cigno.

Pech in realtà interviene e non poco sulla storia: la trama diventa così la storia di un tradimento dove l’anima nera del balletto non è più lo stregone Rothbart, ma Benno, insospettabile amico del Principe Siegfried, geloso della nobiltà del suo amico che trama nell’ombra contro di lui. Certo, se di Rothbart, come sottolinea Pech, non si conosce con esattezza la provenienza, è anche vero che il suo Benno è un personaggio malefico mosso dall’invidia, ma è anche dotato della magia che gli consente di lanciare sortilegi, di trasformare le fanciulle in cigni per poi controllarle.

La rivelazione del tradimento di Benno però è ben costruita e viene effettivamente rivelata solo con un colpo di scena finale: Pech ha ben disseminato una serie di indizi per mantenere viva l’attenzione del pubblico: Benno è un personaggio che acquista notevole importanza, sempre molto presente, insieme al principe Siegfried arrivando a svelare il drammatico senso di fatalismo di Cajkovskji legato alla sua omosessualità riportata alla luce da Pech che regala anche un paio di passi a due fra uomini, sempre molto complici.

Una rilettura audace con finale tragico che condanna Odette, tormenta e lo redime Benno, ma che diventa catartico per Siegfried che si trasforma in eroe ferito ed è pronto a perdonare subito l’amico: forse un po’ frettolosamente, ma come osserva Pech citando Baudelaire “quando il sentimento è eterno, non c’è tradimento che non possa essere perdonato

Le coreografie da Petipa secondo Pech sono tanto classiche e pulite, senza affettazione anche nella pantomina, ma altrettanto impegnative da un punto di vista tecnico: a impreziosire il debutto della coppia Guest, i principal dancer del Teatro Bol’šoj di Mosca, Anna Nikulina – Semyon Chudin per la prima e altre due recite (il 31 dicembre) nei ruoli principali di Odette/Odile e Siegried, impeccabili tecnicamente sempre e anche nelle impervie variazioni del terzo atto e dal solista, di una bellezza sofisticata, Giacomo Castellana, nel ruolo di Benno.

A sostenere una rilettura alquanto audace per chi conosce bene il balletto, ma che funziona per il pubblico, tutta la tradizione esaltata dall’atmosfera fiabesca con le meravigliose creazioni di Aldo Buti nella magnificenza del palazzo con le tende azzurre, nella sontuosità degli ori del terzo atto, nelle atmosfere oniriche del lago con L’isola dei morti di Böcklin che accentua il senso della favola. Bellissimi i costumi in perfetto stile ottocentesco in un primo atto connotato da azzurri e celesti, nel terzo atto in nero e avorio, fra la ricchezza dei tessuti, fra la crinolina all’insegna della fantasia, la bellezza del tulle o l’eleganza del velluto, quintessenza dell’eleganza.

Inoltre, come sempre accade dalla nomina di Eleonora Abbagnato a direttrice del Corpo di Ballo, ogni risorsa artistica viene coinvolta anche nei ruoli principali consentendo di mettere in evidenza il proprio talento e la propria interpretazione e di crescere ampliando il repertorio: nelle repliche, si alterneranno nei ruoli principali l’ètoile Alessandra Amato e il primo ballerino Claudio Cocino (anche il 3 e 5 gennaio 2019 ore 20.00), la prima ballerina Susanna Salvi e Germain Louvet, étoile de l’Opéra di Parigi (4 e 6 gennaio 2019), i giovani Marianna Suriano e Michele Satriano (5 gennaio 2019 ore 15.00). Nel ruolo di Benno si alternano a Giacomo Castellana, Alessio Rezza, Walter Maimone, Loïck Pireaux. Tradizione e innovazione si innestano sulla direzione musicale affidata allo specialista Nir Kabaretti contenuta e quasi analitica nei tempi, mai eccessivamente vivaci. Info su operaroma.it. In scena fino al 6 gennaio.

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