Appunti critici a cura di Ono Arte Contemporanea
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Il rapporto di collaborazione tra Bowie e Sukita nasce nel 1972 quando il fotografo arriva a Londra per immortalare Marc Bolan e i T-Rex.
Sebbene ignaro su chi fosse David Bowie, Sukita decide di andare ad un suo concerto perché irresistibilmente attratto dal cartellone dal manifesto che lo promuoveva e raffigurava Bowie con una gamba alzata, su sfondo nero. Il fotografo ricorda: “Seeing David Bowie on stage opened up my eyes to his creative genius. I watched Bowie perform with Lou Reed and it was so powerful, Bowie was different to the other rock and rollers, he had something special that I knew I had to photograph”.
Sukita riesce ad incontrare Bowie di persona grazie all’aiuto dell’amica e stylist Yasuko Takahashi, mente delle prime sfilate londinesi di Kansai Yamamoto, lo stilista che poi avrebbe disegnato i costumi di scena di Bowie durante il periodo di Ziggy Stardust, abiti che sono ritratti anche nelle foto in mostra.
La Takahashi propose un portfolio con i lavori di Sukita (per lo più composto da campagne pubblicitarie e fotografia di moda) all’allora manager di Bowie, che gli accorda uno shooting. Bowie rimane folgorato dallo stile di Sukita e, sebbene il servizio proceda nel completo silenzio a causa della barriera linguistica, tra i due scatta qualcosa, un comune sentire basato sulla continua ricerca artistica che porta alla nascita di una relazione professionale e umana tra i due, che sarebbe durata fino alla scomparsa di Bowie.
Nel 1973 Sukita ritrae di nuovo Bowie, sia negli Stati Uniti che durante il suo primo tour in Giappone, ma l’incontro indubbiamente più significativo avviene nel 1977 quando Bowie torna a Tokyo per la promozione dell’album “The Idiot” di Iggy Pop, che aveva prodotto.
Sukita segue i due per la conferenza stampa promozionale ed i concerti, e durante un day off, chiede a Bowie e Iggy Pop di posare per lui in una breve sessione fotografica. In appena due ore, una per ogni artista, Sukita scatta 6 rullini e realizza anche la fotografia che non sapeva sarebbe divenuta la celebre copertina dell’album “HEROES”, una degli scatti più iconici della cultura popolare. Fu proprio Bowie infatti a contattare Sukita qualche mese dopo, quando doveva scegliere l’artwork per la copertina del suo nuovo disco, e a chiedere di poter utilizzare una delle immagini di quello shooting, e nello specifico proprio quella indicata dal fotografo come la sua preferita, perché era stato in grado di ritrarlo nel modo più veritiero possibile.
Durante il corso degli anni Bowie e Sukita lavorano assieme in quasi tutte le occasioni in cui il primo si trova in Giappone o in cui il fotografo è negli Stati Uniti; ma ai servizi posati in studio seguono presto sessioni fotografiche più intime e personali, come ad esempio quella realizzata a Kyoto nel 1980, in quelle che erano giornate di pura vacanza. Il rapporto privato instauratosi tra i due, alimentato da un ricco interscambio culturale, ha così permesso la nascita di alcuni delle immagini più famose che ritraggono Bowie, ma anche delle fotografie che ne mostrano la natura più vera.
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Masayoshi Sukita nasce nel 1938 a Nogata, nella prefettura di Fukuoka, in Giappone. Dopo essersi diplomato al Japan Institute of Photography studia con Shisui Tanahashi. In seguito, inizia a lavorare per la Daiko Advertising Inc. e, nel 1965, si trasferisce a Tokyo dove si unisce alla Delta Mondo occupandosi principalmente di realizzare servizi fotografici per la moda maschile, per i quali vince svariati premi. Dalla fine degli anni ’60 inizia a sviluppare un grande interesse per le sottoculture e partecipa al Festival di Woodstock nel 1969. Da quel momento inizia a frequentare le diverse scene musicali ed artistiche di città come New York e Londra. Nel 1972 è a Londra per realizzare un servizio a Marc Bolan dei T-Rex ed in quell’occasione riesce ad incontrare per la prima volta David Bowie.
Durante il lavoro con Bowie, Sukita immortala però molti altri artisti tra cui, Iggy Pop, Joe Strummer, Yellow Magic Orchestra di Ryuichi Sakamoto, B52, Devo, Pil, con collaborazioni anche nel modo del cinema (Jim Jarmusch, Shuji Terayama).
I suoi lavori sono stati esposti nei principali musei di tutto il mondo.
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DOVE Firenze, Palazzo Medici Riccardi Via Cavour, 1
QUANDO dal 30 marzo al 28 giugno
ORARI da lunedì a domenica dalle 9.00 alle 19.00 (mercoledì chiuso)
COSTO BIGLIETTO intero 10 euro ridotto 6 euro gratuito per i giovani fino ai 17 anni
INFO www.oeoart.com www.palazzomediciriccardi.it
biglietteria@palazzomediciriccardi.it
TELEFONO Palazzo Medici Riccardi +39 055 2760552;
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