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Teatro dell’Opera di Roma, “Serata Philip Glass” con i costumi di Dior

Eleonora Abbagnato in Dior danza Nuite Blanche di Bertaud nella serata dedicata al compositore statunitense. In scena fino al 2 aprile a Roma

Serata Philip Glass
Foto di Yasuko Kageyama

L’haute couture incontra la danza contemporanea sulle note del minimalismo: l’esclusiva anteprima della Serata Philip Glass, appuntamento di danza del Teatro dell’Opera di Roma (in scena fino al 2 aprile) è stato un evento mondano curato dalla Maison Dior che ha così celebrato i costumi di scena firmati da Maria Grazia Chiuri, direttore artistico di Christian Dior Couture.

Una serata interamente dedicata alla danza contemporanea in cartellone come voluto di consueto dall’étoile Eleonora Abbagnato, direttrice del Corpo di Ballo romano, che stavolta ha scelto il minimalismo musicale del grande compositore americano (da Mishima, Akhnaten, Glasswork) come fil rouge di tre coreografie in prima romana, Hearts and Arrows di Benjamin Millepied, Glass Pieces di Jerome Robbins, danzando con Friedmann Vogel in Nuit Blanche di Sébastien Bertaud, in prima assoluta con i costumi griffati Dior.

È la moda che sembra catalizzare l’attenzione di un evento mondano del genere che mette il Costanzi al centro della cronaca, ma la protagonista resta sempre la danza con tre coreografie completamente diverse l’una dall’altra in un programma che viene costruito sostanzialmente come sfida e momento di crescita per i ballerini, i solisti, i primi ballerini e l’intero Corpo di ballo romano e che viene costruito come un climax sulle musiche ipnotiche di Glass dirette dal maestro Carlo Donadio sul podio dell’Orchestra romana.

Il sipario si apre su Hearts and Arrows di Benjamin Millepied, dalla trilogia Gems, rivisitazione di Jewels di Balanchine: il francese lo trasforma in una coreografia con otto danzatori in body e maledette casual colorate, fra assoli asimmetrici e pas de deux che imita il modo dei diamanti di catturare la luce sulla base registrata del quartetto per archi n.3, Mishima.

Non c’è alcuna pretesa narrativa neppure in Glass Pieces, di Jerome Robbins che porta sul palco un coreografia postmoderna, energica e sofisticata, con ben 42 danzatori. Sulla scena di un bianco luminoso accecante e simmetrico, i danzatori si moltiplicano dinamicamente, si intrecciano, le coppie si triplicano (bellissimo il passo a due) a ricreare la folla della metropoli fino agli ossessivi ritmi delle percussioni finali che accompagnano il linguaggio contemporaneo sposando il minimalismo dove l’architettura fisica si traduce in rigorosi schemi di movimento.

Ma il pubblico non riesce a trattenere lo stupore quando si alza il sipario sul momento clou della serata con Nuit Blanche di Sébastien Bertaud, nuova creazione del talentoso coreografo francese che vanta una carriera all’Opéra.

A catturare l’attenzione sono gli eterei costumi disegnati da Maria Grazia Chiuri, lunghe e ampie nuvole di tulle leggerissimi in viola e verde scuro, ricercatissime applicazioni floreali sulle trasparenze e tute (per gli uomini) indossati dai danzatori che appaiono dalle scene polverose e oniriche.

Il tripudio però è tutto per la coppia di étoiles, la stella Eleonora Abbagnato (che ha saputo convogliare il glamour della serata a Roma) e Friedemann Vogel in sofisticati abiti dai toni iridescenti e cipriati: due visioni, lei con un incredibile abito con fiori di seta incastonati tra gli strati di tulle di gonna e body.

Bellissima, sempre più intensa la coppia che interpreta un incantevole e romantico pas de deux lasciando spazio all’eleganza, alla bellezza, alla grazie e alla quintessenza del romanticismo: Nuit Blanche evoca le atmosfere da sogno di un viaggio ideale nel tempo e nel suo reiterarsi fra passi molto classici e misurati, ma arricchiti da un tocco di modernità esaltata dall’atmosfera onirica tremendamente suggestiva che pare voler esaltare proprio la bellezza dei costumi.

I 16 danzatori in scena, fra emozione e virtuosità tecnica, indossano gli abiti dal tocco inconfondibile di haute couture che sposa la danza: per l’occasione Maria Grazia Chiuri ha riproposto in chiave funzionale tutti i segni iconici di Dior, il tulle, i fiori, ridisegnando con tessuti funzionali il mitico abito Miss Dior in un alternarsi di fiori leggerissimi e di corolle in tulle e realizzando gli abiti in collaborazione con i laboratori del Teatro dell’Opera. Plauso ai solisti, ai ballerini, al corpo di ballo del teatro romano sempre più bravi. Sul podio del Teatro, il maestro Carlo Donadio che svela una passione innata per i minimalisti e per il celebre musicista-compositore statunitense che ha avuto un impatto senza eguali sulla vita intellettuale musicale del nostro tempo.

Ma lo spettacolo, mondano, si è tenuto dopo, con l’esclusivo cocktail presso il Laboratorio di scenografia del teatro, eccezionale location in via dei Cerchi, e prima con l’arrivo dei più cari amici della Maison che si sono conquistati un posto in platea per l’evento esclusivo: in un tripudio di Lady Dior, tulle, pelle, paillettes e ruches, pizzi e outfit da gran sfilata, sfilano personalità e volti noti, ospiti di Dior, coe Isabella Ferrari, Bebe Vio, Chiara Ferragni, Roberto D’Agostino, Sara Serraiocco, Frida Giannini, Rossella Brescia, Giovanna Melandri, Matilde Brandi, Federico Balzaretti, l’ambasciatore francese Christian Masset e consorte, Silvia Fendi con Delfina Delettrez, la coppia Dante Ferretti – Francesca Lo Schiavo, che hanno conquistato i flash dei fotografi e dei curiosi in piazza Beniamino Gigli.

E così, dopo la Traviata di Sofia Coppola con i costumi di Valentino nel 2016, l’Opera di Roma raccoglie un nuovo strepitoso successo a siglare il connubio fra la danza e la moda. In scena e sabato 30 marzo (alle ore 15 e alle ore 20), domenica 31 marzo (alle 16.30), martedì 2 aprile (alle 20).

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