In programma dal 30 maggio al 2 giugno la fase finale della terza edizione di conCorto, il concorso per corti teatrali del Teatro San Genesio di Roma, riservato a testi teatrali editi e inediti di qualsiasi genere e tipologia, della durata massima di 20 minuti.
Un’edizione più ricca quella di quest’anno che vedrà in gara ben 12 spettacoli, in luogo dei 9 in concorso nelle precedenti edizioni: sintomo che la risposta all’iniziativa sta andando verso una crescita sostanziale, permettendo un ampliamento della proposta in scena. Numerosissime infatti le domande di partecipazione pervenute quest’anno alla Direzione del Teatro San Genesio che ha, ancora una volta, realizzato una programmazione eterogenea: in calendario per questa edizione di conCorto, infatti, spettacoli di teatro civile, esempi di drammaturgia tradizionale, teatro dell’assurdo, fino al teatro in maschera.
I dodici corti selezionati dalla Direzione Artistica del Teatro San Genesio, in seguito alla partecipazione al relativo bando di concorso, si affronteranno in scena nelle tre serate di giovedì 30 maggio, venerdì 31 maggio e sabato 1 giugno. Lo spettacolo vincitore di ogni giornata, accederà alla serata finale (2 giugno), durante la quale, tra i tre corti finalisti, sarà decretato il vincitore di conCorto al quale andrà il primo premio della somma di 1.000,00 euro, assegnato da una giuria tecnica composta da composta da addetti ai lavori tra cui attori, registi e giornalisti.
Questi i giurati dell’edizione 2019: l’attrice Claudia Campagnola, Davide Frasnelli, autore e regista, Gaia Riposati attrice, regista e performer, Maria Francesca Stancapiano, critica teatrale per Liminateatri.it, Scenacritica.it e LaNouvelleVague.it e l’attore Andrea Tidona.
A votare, invece, i lavori nelle serate preliminari e decretare così i finalisti, uno per ogni sera, sarà come sempre il pubblico in sala che, nel corso della serata finale, avrà anche l’occasione di votare lo spettacolo al quale conferire il premio della giuria popolare del valore di 500,00 euro.
Anche quest’anno la quantità e la qualità degli spettacoli proposti sono state tali da rendere molto difficile la selezione dei finalisti – dichiara Tommaso Ippoliti, responsabile organizzativo di conCorto e del Teatro San Genesio. Siamo felici che così tanti artisti di talento, provenienti da tutta Italia, abbiano deciso di partecipare a conCorto, che è nato proprio con l’obiettivo di sostenere e mettere in luce progetti teatrali di qualità, e siamo convinti che quella che andrà in scena dal prossimo 30 maggio sarà una grande edizione, per qualità e varietà degli spettacoli in scena.
Segue calendario completo degli spettacoli in programma.
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Teatro San Genesio
Via Podgora, 1, 00195, Roma
Ingresso unico per ogni serata: 8 euro
Tel. 063223432
Mail. info@teatrosangenesio.it
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Calendario degli spettacoli
Giovedì 30 maggio dalle ore 21:00
È buio intorno a me
drammaturgia e regia di Francesco Vittorio Pellegrino
con Carolina Ellero, Simone Chiacchiararelli, Francesco Vittorio Pellegrino
Due ragazzi e una ragazza sembrano provenire da un medesimo luogo: una campagna remota, lontana dalle luci della città e dai rumori metropolitani. In questo paesaggio si consuma il rapporto fra i tre. Uno ricorda numerose passeggiate che faceva insieme alla sua ragazza sui colli al crepuscolo, l’altro ricorda una serata finita male insieme alla medesima ragazza nella periferia di una non precisata città. Entrambi sembrano cercare una risposta alle domande: “Perché sei andata via da me? A cosa pensavi mentre stavi con me?”. La risposta che da lei inizialmente è “non lo so”.
Pian piano però, in una sorta di romanzo di formazione della ragazza, diventa inevitabile un confronto diretto con i fantasmi della sua memoria per capire cosa è davvero successo in quei momenti assieme ai due uomini.
Legami (in)Felici
liberamente ispirato a Metti, una sera a cena di Giuseppe Patroni Griffi
diretto e interpretato da Eugenia Faustini e Paolo Marconi
Lo spettacolo è una rilettura a due dalla pièce Metti, una sera a cena di Giuseppe Patroni Griffi. Legami (in)Felici centra il focus sulla contrastata relazione tra Ric e Nina, personaggi apparentemente incompatibili ma legati dalla volontà del superamento delle barriere borghesi. Nina è l’annoiata moglie di un noto scrittore ed ha già una relazione extraconiugale con l’attore Max, il quale le propone come “diversivo” Ric, giovane studente contestatore che per sopravvivere si concede a pagamento a uomini e donne. Ed è qui che ha inizio l’opera rappresentata. Tra un incontro e l’altro, Ric s’innamora veramente di Nina e lei, più per conquistare la sua libertà e sciogliere così le catene della fredda borghesia in cui si sente vincolata, decide di lasciare il marito e l’amante per stabilirsi definitivamente con lui. Il rapporto però non sarà come Ric se lo aspetta e ben presto il giovane si troverà nuovamente a fronteggiare la sua solitudine, in un’atmosfera tutt’altro che felice.
Infelici notti
testo e regia di Raffaele Bruno
con Federica Palo
Disagio mentale, aborto, femminicidio, sono alcune delle tematiche che “abitano” questo spettacolo, nato dalla decennale attività del collettivo “delirio creativo” e ispirato alla carne viva dei laboratori teatrali tenuti in carcere, nelle comunità di recupero, negli ospedali psichiatrici e nelle scuole. Una donna intrappolata in un (non) luogo: un manicomio, la fine del mondo o un sogno? chissà. La donna inveisce contro un mondo che non l’ascolta, non la capisce e per questo forse l’ha reclusa, allontanata, nascosta. Soffrirebbe troppo a sentire la sua verità che sa di perdità di umanità, violenza, e paura. La donna vorrebbe solo essere capita, vorrebbe il suo spazio, uno spazio di incontro che in tempi come i nostri si fa sempre più fatica a trovare. Ed ognuno viene lasciato a se stesso, a fronteggiare le belve feroci all’angolo di strade buie, in notti infelici, che sembrano non finire mai.
La schedina
scritto, diretto e interpretato da Oriana Fiumicino
musiche dal vivo di Roberto Pentassuglia
Lo spettacolo racconta la storia della nascita del Totocalcio in Italia. L’anno è il 1946, un anno di ricostruzione dopo la distruzione inflitta dalla guerra al nostro Paese. Massimo Della Pergola, l’ideatore della schedina, vive a Trieste e assiste a partire dal 1938 alla persecuzione messa in atto dal governo fascista degli ebrei. Lui stesso, Della Pergola, ne sarà coinvolto in quanto ebreo e per tale motivo verrà inizialmente allontanato dal giornale per il quale lavora e in seguito costretto a lasciare l’Italia facendosi internare in un campo di lavoro in Svizzera. Sarà proprio nella terra elvetica che nascerà l’idea di un gioco capace di coniugare la passione per il calcio che da sempre gli italiani nutrono e la necessità di ricostruire una nazione. I ricavati delle scommesse infatti saranno impiegati per riedificare stadi, palestre e campi da calcio. Il corto intreccia le vicende personali del protagonista con gli eventi tragici della seconda guerra mondiale e in particolare l’emanazione delle leggi razziali del 1938.
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Venerdì 31 maggio dalle ore 21:00
I buchi bianchi
scritto, diretto e interpretato da Massimo Sconci
musiche dal vivo di Jose de la Paz
I Buchi Bianchi è la storia di un bombardamento in una guerra silenziosa vissuta da un giovane ragazzo siriano. I Buchi Bianchi è una serie di racconti vissuti oppure mai accaduti. I Buchi Bianchi è l’ironia del protagonista, in tutta la sua fragilità e la sua forza d’animo. Con un monologo teatrale è possibile cambiare il Mondo in pochi minuti? Questo progetto teatrale vuole essere uno spunto di riflessione sulla condizione di guerra silenziosa in cui si trova oggi il Nostro Mondo. La messa in scena è ridotta all’essenziale, con Massimo Sconci in veste di autore e narratore che ci racconta la storia di Ahmir, un ragazzo capace di ancora di osservare e di guardarsi attorno. Una vicenda che è quella di tanti altri individui del Mondo, personaggi ironici e amari, in una condizione umana che non cede e continua a resistere.
Sopravvivere con orgoglio
di Valentina Celentano
regia di Martina Sperotto
con Valentina Celentano
Una scrittrice, alle prese con la scrittura del suo prossimo racconto, s’immedesima a tal punto con la sua protagonista da diventare lei stessa protagonista. È la storia di Clara, una delle tante vittime di violenza. Com’è caduta in questa trappola? Perché lui la tratta così? E se provasse a farlo ragionare? Forse l’unica cosa sulla quale si deve focalizzare è trovare il coraggio di provare a salvarsi.
Lo Sciuscià
scritto, diretto e interpretato da Marica Pace
Inizi del Novecento: Leonardo è un ragazzo di diciotto anni. Ama la sua terra, il caloroso Sud, sua madre Antonia e nonna Rosa.. ma al tempo stesso sente che il suo futuro è altrove, oltreoceano. Incoraggiato dal suo amico Gigi, parte alla volta della “Merica”. Il viaggio, l’arrivo e la permanenza a New York cambieranno molto il giovane ragazzo partito pieno di speranze da un’Italia affamata e povera..non troppo dissimile da scenari quotidiani di migranti in arrivo nel nostro paese. Emigranti di ieri… e oggi?
Io sugno
scritto, diretto e interpretato da Davide Paciolla
L’inadeguatezza esistenziale raccontata da un attore. Un attore che sogna di recitare, ma che, inconsapevolmente, ogni giorno, lo fa nella realtà. Ed ecco che l’attore dà inizio ad un miscuglio di dialetti, di aneddoti della propria vita e di quella altrui nella disperata ricerca di riappropriarsi di un’immagine che lo definisca.
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Sabato 1 giugno dalle ore 21:00
Voci
testo e regia di Sara Parolai
con Elisa Becce e Fabio Dessi
Su una spiaggia un uomo siriano e una donna somala si raccontano ad una telecamera nell’ombra, uniti da un filo comune, un terzo personaggio che viene solo narrato. I due personaggi, unici protagonisti sul palco per quasi tutta la durata dello spettacolo, raccontano la loro vita, il loro viaggio, le loro motivazioni: mondi così diversi che si incontrano nell’obiettivo comune di arrivare in Europa. Obiettivo per cui sono pronti a tutto, anche ad azioni di cui non si sarebbero creduti capaci. E mentre le loro tragedie prendono forma, un occhio semi indifferente osserva fugacemente, giusto un attimo prima di immergersi nella sua quotidianità così lontana da quella spiaggia.
Preludio in amore e non
testo e regia di Andrea Nardin
con Andrea Nardin e Silvia Weisz
effetti sonori di Christian Colombera
Partendo da Pirandello ma senza Pirandello. Alcune delle tematiche care allo scrittore come la pazzia, la maschera, il contrasto tra illusione e realtà affrontate con ironia senza mettere in scena un opera dell’autore. Ispirato dall’opera poetica “Ipersonetto” di Andrea Zanzotto, è stato costruito un testo di ipercitazioni, riguardanti il teatro, la maschera, dove la citazione viene spogliata della sua funzione e viene piegata, plasmata e fusa con un’altra “ridiventando” testo, un testo “altro” da quello di origine. Il protagonista stesso è una citazione nell’ Enrico IV di Pirandello che diventa personaggio principale in questo corto teatrale. Recitato con la maschera, posto cronologicamente prima del testo pirandelliano, ambientato in un teatro chiuso dove si svolge la vicenda di Tito (personaggio solo “citato” nell’opera Enrico IV, perché già morto al momento dei fatti) in qualità di attore della commedia dell’arte (o presunto tale, affabulatore e ciarlatano più che altro) che tenta di sedurre la giovanissima Frida (tra i protagonisti invece “qualche anno dopo” della suddetta opera di Pirandello) sfruttando il palcoscenico del teatro come mezzo di fascinazione, e ammaliandola con frasi fatte riguardanti il mondo del teatro e degli attori. Un corteggiamento crescente sempre più fisico ed esplicito intervallato da “pezzi” di E. Rostand e W. Shakespeare, fino al sopravvenire di un imprevisto.
Abbonati
testo e regia di Marco Cappuccini
con Marcello Sbigoli e Maurizio Pistolesi
Due abbonati con poltrone adiacenti, scoprono all’ultimo spettacolo della stagione di non essersi mai visti. L’estratto si focalizza sul pubblico teatrale degli abbonati, sempre più lontani dal linguaggio teatrale e sempre meno interessati. Se Brecht profetizzava un pubblico più preparato e consapevole, in questa scena, la platea è ancora legata al teatro come status symbol o forse solo come scusa valida per guadagnarsi una serata lontano dal tetto familiare. Tra assurdo e paradosso, vi racconteremo lo spettatore che vi siede accanto, ma forse, parleremo anche di voi.
Se telefonando
testo e regia di Stefano Cangiano
con Francesco Pietrella, Lorenzo Guerrieri, Maria Luisa Zaltron
Francesco ha davanti a sé un telefono e sta aspettando. Francesco ha scelto di aspettare e ha trasformato la sua attesa in vita. Mentre aspetta incontra Maria Luisa e Lorenzo, una vecchia coppia di amici che si erano dimenticati di lui. Questo incontro apre un vuoto e in questo vuoto finiranno proprio Maria Luisa e Lorenzo, messi una di fronte all’altro, alla propria storia e a quello che hanno dimenticato. Intanto Francesco continua ad aspettare.
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Domenica 2 giugno dalle ore 17:00
SERATA FINALE e Premiazione dei corti vincitori