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 “James Hook – Il pirata che navigò in cielo” di Mario Petillo 

Vi siete mai chiesti come Capitan Uncino sia arrivato all’Isola che non C’è? Ecco il romanzo d’esordio del giornalista Mario Petillo

 “James Hook – Il pirata che navigò in cielo”, il romanzo d’esordio del giornalista Mario Petillo È in libreria “James Hook – Il pirata che navigò in cielo”, il romanzo d’esordio del giornalista Mario Petillo pubblicato dalla casa editrice Scatole Parlanti (collana Mondi, pp. 200, euro 15).

Protagonista del libro è James M. Turner, meglio noto come Capitan Hook, il leggendario pirata che da più di un secolo fa sognare i lettori. Petillo nel suo romanzo cambia la prospettiva degli eventi, fornendoci dei dettagli importanti sulla vita del capitano della Jolly Roger. È davvero lui il “cattivo” oppure le sue azioni hanno motivazioni particolari? E chi è davvero Peter Pan, leader indiscusso di Neverland?

Per scoprirlo non resta che ripercorrere le origini dell’unico uomo che ha saputo tenere testa a Barbanera, scoprendo che nel suo cuore hanno albergato sentimenti contrastanti, compromessi troppo presto dagli eventi di un’esistenza difficile. Tra l’Inghilterra di inizio Settecento, gli oceani e le sponde di un’isola incantata, il mito di James Hook, a distanza di tanti anni, è ancora in grado di riservare delle sorprese. Il romanzo unisce il fantastico allo storico, ripercorrendo gli eventi che hanno visto protagonista Barbanera e la sua ciurma, fino a fornirci una finestra su quella che è stata l’infanzia di James, tra il college di Eton e le strade di Crowthorne, senza dimenticare chi gli è stato accanto per tutta la vita, da Spugna a Starkey.

«Per tanti anni» scrive Petillo «ci siamo identificati in Peter Pan, l’eroe positivo che non voleva mai mollare la sua giovinezza, che ambiva a restare un fanciullo per tutta la vita. Ma non abbiamo considerato la figura di James Hook, non ci siamo mai soffermati sul domandarci quali fossero i motivi dietro il suo odio nei confronti di Peter Pan. Tutti noi abbiamo perso qualcosa, così come il giovane James, che ha dovuto rinunciare a tutto, nella sua vita. Lui era uno di noi. Per questo la sua figura andava riabilitata agli occhi del pubblico. Spero di avercela fatta, perché dopotutto il mio obiettivo è sempre e solo ristabilire l’ordine con l’immaginazione, infondere speranza. La speranza che un giorno James Hook possa riavere ciò che gli è stato tolto».

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Mario Petillo è nato nel 1990 a Salerno e vive a Milano. Storyteller e sceneggiatore, ha lavorato per dieci anni come giornalista nel settore dei videogiochi, del cinema e del calcio. Ha scritto e diretto il cortometraggio “Le coppie hanno i baci contati” (2014), realizzato video virali sul calcio ed è stato finalista al “Premio Solinas” con la web serie “02.37” (2015). Lavora in un’agenzia di comunicazione e ricopre il ruolo di ufficio stampa e social media manager per diversi brand internazionali.

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