Nel corso del Giugno Antoniano 2019, la Veneranda Arca di S. Antonio ha voluto manifestare il suo impegno per la tutela e la valorizzazione della Basilica del Santo come luogo in cui la musica strumentale e vocale, nel corso dei secoli, risuonò in tutta la sua magnificenza.
Nasce da questa volontà il concerto “Cosmiche armonie” che si terrà in Basilica giovedì 20 giugno alle 20.45, promosso dalla Veneranda Arca insieme all’Università di Padova, nel quale di esibiranno il Coro grande e l’orchestra del Concentus Musicus Patavinus, diretti rispettivamente dai maestri Antonio Bortolami e Mauro Roveri, con la partecipazione del Coro Polifonico di Piove di Sacco diretto dal maestro Raffaele Biasin. Ad affiancare le note compagini orchestrali e corali cittadine saranno il soprano Rosanna Lo Greco, il mezzosoprano Victoria Massey, il tenore Nicolò Dal Ben e il basso Maurizio Franceschetti.
«Queste dimensioni tanto radicate in città, nel nome di Antonio e dell’Ateneo patavino, aperte verso il mondo e capaci di espandersi senza confini – racconta Emanuele Tessari, Presidente Capo della Veneranda Arca di S. Antonio- ci è sembrato non potessero trovare forma migliore della musica, nella certezza che questi spazi coronati dalle cupole offriranno grazie a essa, una straordinaria esperienza estetica a tutti noi»
Il concerto esplorerà il genio di Wolfgang Amadeus Mozart come compositore di musica sacra, segno di un legame profondo con la religione e la spiritualità di cui lo stesso compositore dà testimonianza in una lettera indirizzata al padre il 25 ottobre del 1777: «Ho sempre Iddio dinanzi agli occhi. Riconosco la sua Onnipotenza, temo la sua ira, ma riconosco pure il suo Amore, la sua Compassione e la sua Misericordia in relazione alle sue creature; egli non abbandonerà mai i suoi servi. Tutto ciò che va secondo la sua volontà, questo piace anche a me, di conseguenza nulla può mancarmi, ed io sono felice e contento»
Inter natos mulierum, KV 72 è un inno offertoriale composto nel 1771 da un giovanissimo Mozart, per la festa di san Giovanni Battista del 24 giugno, ed è caratterizzato dalla qualità espressiva del coro e del suo dialogo con l’orchestra. Il testo è derivato dal vangelo di Matteo (11,11) e di Giovanni (1, 29). I toni allegri e fanciulleschi che descrivono la giovane figura del Battista, lasciano già intravedere nella composizione la maestria del giovane compositore. Il Graduale Sancta Maria, mater Dei, KV 273, scritto tra l’estate e l’autunno del 1777, all’età di 24 anni, appartiene all’ultimo, contrastato periodo al servizio dell’arcivescovado di Salisburgo, immediatamente prima del viaggio parigino. Scritto con uno spontaneo spirito devozionale, nell’imminenza del lungo viaggio in carrozza attraverso l’Europa, il Graduale si caratterizza per un’espressività libera e sentita. Il Te Deum, inno in onore della Santissima Trinità di antica tradizione cristiana (IV secolo?), e di autore non certo, è recitato e cantato soprattutto in occasioni di ringraziamento. Diversi compositori, dal Barocco in avanti, ne hanno musicato il testo. Mozart compose il suo Te Deum KV 141 all’età di 13 anni, verso la fine del 1769. L’opera è relativamente breve e caratterizzata da una maturità e una abilità compositiva sorprendente, che si evidenzia nel trattamento delle voci e nella scrittura strumentale, chiusa dalla fuga finale sulle parole In te Domine speravi. Laudate Dominum è la denominazione abituale del Salmo 116 (117), concluso dalla dossologia trinitaria (Gloria Patri et Filio) e nelle celebrazioni liturgiche in genere è cantato nell’occasione della benedizione del Santissimo Sacramento. La composizione di Mozart, (KV 339) è probabilmente quella più famosa: il testo è eseguito dal soprano solista e il coro interviene nella dossologia, all’interno dei Vesperae Solennes de Confessore KV 339 (1780), che trovano il proprio centro nel Laudate Dominum sfumato nel suggestivo alone finale del coro. La Krönungsmesse in do maggiore KV 317 fu composta a Salisburgo e ultimata il 23 marzo 1779, come risulta da una nota autografa del musicista, venendo eseguita per la prima volta nel corso delle festività pasquali di quell’anno. Solamente nel corso dell’Ottocento la Messa assunse la denominazione ‘di Incoronazione’, sulla base di una tradizione, non acclarata e oggi tendenzialmente respinta, che la vorrebbe legata alla commemorazione dell’incoronazione dell’immagine sacra della Vergine (rito che si tiene il 27 giugno di ogni anno) della chiesa barocca di Maria Plain, vicino a Salisburgo, uno dei santuari mariani più amati di area alpina. Una seconda tradizione spiegherebbe la denominazione in quanto la Messa fu eseguita nel corso della cerimonia di incoronazione di Francesco II di Asburgo-Lorena (1791, anno della morte di Mozart), con la direzione di Antonio Salieri. Divenuta una delle messe più celebri del compositore, per la sua profonda intensità, appartiene a quel periodo della prima maturità, al ritorno dallo sfortunato viaggio a Mannheim, Monaco e Parigi, che tuttavia sortì nel compositore la consapevolezza che il suo ruolo di ‘servitor’ dell’arcivescovo Colloredo, a Salisburgo, era ormai angusto e non più sostenibile.
Ingresso gratuito
Informazioni
veneranda@arcadelsanto.org
www.santantonio.org