Un telefono squilla in lontananza e una donna senza nome sobbalza, per poi voltarsi nella direzione da cui proviene il suono. Il cuore batte freneticamente nel petto mentre la distanza per arrivare all’apparecchio si fa sempre più insormontabile; la ‘sconosciuta’ prende un bel respiro prima di sollevare la cornetta e guardare, sorpresa, davanti a sé non appena ode a chi appartiene la voce all’altro capo. Inizia così l’inseguimento di un amore che sappiamo essere non corrisposto, quindi sofferto da parte della donna per la sua perdita. A ogni domanda o replica della protagonista risponde un vuoto, che può essere colmato dalla musica di Francis Poulenc (1899-1963) o dall’immaginazione del pubblico; sottoposto al processo di creazione della stessa opera de La voix humaine.
Le frequenti interruzioni, o sovrapposizioni, di segnale contribuiscono però a rendere la comunicazione particolarmente difficoltosa e a far sì che svaniscano le ultime possibilità di contatto tra la donna e il suo interlocutore. Un contatto comunque labile, surreale perché oltrepassa i confini della realtà per abitare solo la dimensione emotiva del personaggio principale. Con i suoi picchi melodici taglienti, in parte avvicinabili a quelli di Leoš Janáček e alla sua Jenufa, Poulenc non racconta semplicemente la dolorosa fine di un amore, quanto piuttosto il riscatto della sua donna al telefono. Mettiamo infatti che non esista nessuno all’altro capo dell’apparecchio, mettiamo che questo non abbia mai squillato e, soprattutto, mettiamo che la protagonista non sia una, passatemi i termini, pazza ossessiva e delirante.
Al contrario, proviamo a vedere in quest’ultima una figura rassegnata, nostalgica, memore dei momenti felici passati con un uomo che ha veramente amato. E ancora, un personaggio che parla, si muove, per simboli; che non tenta realmente il suicidio, ma che vuole ‘uccidere’ quella parte di sé dipendente da una relazione ormai tramontata. Il risultato sarebbe un’opera in musica, tutt’altro che drammatica, quanto ‘positiva’ nel celebrare la rinascita della donna che ha detto addio alla vecchia sé.
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La voix humaine (La voce umana) è una tragédie lyrique in atto unico del compositore francese Francis Poulenc, derivata dalla pièce omonima di Jean Cocteau, che firma il libretto.