Mozart Concerto per pianoforte n.27 in Si bemolle maggiore K595
Mahler Sinfonia n.5 in Do diesis minore
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Pianoforte Steven Osborne
Direttore Claus Peter Flor
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La musica di due geni assoluti, W.A.Mozart e Gustav Mahler, per festeggiare l’avvio della Stagione 2019-20 de laVerdi, che come ogni anno si inaugura al Teatro alla Scala di Milano.
Nel concerto straordinario di domenica 15 settembre 2019 (ore 20.00) a dirigere l’Orchestra sinfonica di Milano sarà il suo direttore musicale, Claus Peter Flor protagonista anche lo scorso anno del concerto straordinario. Un assoluto debutto con laVerdi è invece quello dello scozzese Steven Osborne, considerato il più grande pianista britannico contemporaneo, richiesto dalle orchestre di tutto il mondo, con un ampio repertorio che va da Mozart a Britten. Sul palco della Scala sarà impegnato in una delle pagine più intense dell’intera produzione di Mozart, il Concerto n.27 che è anche l’ultimo da lui composto, nel 1791, anno della sua morte, un concerto nel quale la chiarezza è perfettamente bilanciata con meravigliosi contrasti di dinamica e colore. Nella seconda parte del concerto sarà dato spazio alla musica di Gustav Mahler, compositore che nutriva un amore sconfinato per la musica di Mozart, inclusa spesso nel suo repertorio di direttore (nel primo concerto in assoluto che lo vide sul podio nel 1989, volle eseguire la sinfonia in sol minore di Mozart) e anche sul letto di morte, si racconta, è stato sentito ripetere il nome di Mozart in modo ossessivo. Di Mahler, compositore del quale l’Orchestra sta portando avanti la registrazione integrale delle sue sinfonie per il portale di musica streaming Idagio, laVerdi esegue la Sinfonia n.5, scritta tra il 1901 e il 1902, pagina di rara bellezza che riflette la piena maturità raggiunta dal compositore come artista e come uomo, un’opera poderosa che si inserisce, pur potenziandone la struttura e il discorso orchestrale, nella grande tradizione sinfonica tedesca.
Biglietti: da €15.00 a €95.00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, www.laverdi.org www.vivaticket.it.
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Programma
Mozart (1756-1791) Concerto per pianoforte n.27 in Si bemolle maggiore K595
È l’ultimo Concerto di Mozart e uno dei più fortunati dell’intera sua produzione. Iniziato nel 1788 e terminato tre anni dopo, nel 1791, il Concerto per pianoforte e orchestra K. 595, fu presentato nei locali (era forse un ristorante) di un certo signor Jahn, durante un’esibizione musicale con più autori ed esecutori, a beneficio del clarinettista Joseph Bähr. La disponibilità di un’orchestra ridotta per via del limitato spazio dei locali, la necessità di calibrare i tempi in base alle esigenze degli altri solisti, furono aspetti che, oltre agli ovvi bisogni espressivi, spinsero forse Mozart ad approntare un Concerto più contenuto per lunghezza ed organico rispetto alle precedenti produzioni per pianoforte e orchestra. Il Concerto K. 595 è infatti un ibrido tra un Concerto vero e proprio e una creazione cameristica: possiede infatti sia la brillante fluidità dialogica del Concerto che la ricercatezza di certe scelte cameristiche.
Di quel 1791 Mozart vide poi la primavera e l’estate: morì infatti il 5 dicembre di quello stesso anno. Analogamente a quanto succede per altre composizioni del suo ultimo anno di vita anche il Concerto in Si bemolle presenta quella padronanza dell’uso delle più complesse tecniche compositive, che hanno fatto parlare più di un critico di un “tardo stile” cui la prematura scomparsa del compositore non ha concesso ulteriore sviluppo. D’altro canto il carattere introspettivo della composizione, che presenta un’orchestra senza trombe né timpani, l’elaborato dialogo tra solista ed orchestra, che si intrecciano in un fittissimo gioco di motivi e di modulazioni, pongono questo Concerto in una posizione isolata rispetto al grosso della sua produzione concertistica.
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Mahler (1860 – 1911) Sinfonia n.5 in Do diesis minore
Nel 1897 Mahler fu nominato direttore dell’Opera di Vienna dove restò per dieci anni portando il teatro ad uno splendore sconosciuto prima di allora, sia per la qualità delle esecuzioni che per le scelte coraggiose ed innovative dei programmi. A quarant’anni compiuti egli era uno dei più stimati direttori d’orchestra dell’epoca; le sue composizioni erano inserite nei Festivals musicali e nei programmi di direttori d’orchestra importanti. Dopo il matrimonio con Alma Schindler anche la sua vita privata subì un cambiamento sostanziale, regalandogli una nuova serenità. E’ in questo fortunato periodo che si inserisce la composizione della Quinta Sinfonia nella quale Mahler decide di recidere i suoi legami con il mondo liederistico ed in particolare con la voce umana per concentrarsi su una musica puramente orchestrale. La Quinta, che riflette la piena maturità raggiunta dal compositore come artista e come uomo, fu scritta durante i mesi estivi del 1901 e del 1902 trascorsi a Maiernigg, ed eseguita per la prima volta in un concerto a Colonia il 18 ottobre 1904 sotto la direzione d’orchestra dello stesso autore; gli esiti contrastanti delle successive presentazioni a Praga e a Berlino indussero il musicista a rivedere la partitura e a pubblicarla in altre due versioni, alle quali va aggiunta quella stampata nel 1964. Così questa si rivelerà la sua creazione più difficile e l’evoluzione della sua tecnica di orchestrazione, oltre al suo bisogno di esprimere chiarezza, lo porterà a ritoccarla per tutto il resto della vita presentando l’ultima revisione nel 1910. Se il primo movimento con il suo carattere funebre ricorda l’angoscia provata da Mahler dopo la grave e dolorosa emorragia interna che lo aveva ridotto in fin di vita, lo Scherzo che diventa la parte centrale di tutto il lavoro, riflette la trasformazione del suo animo dopo il matrimonio con Alma. Il momento distensivo e contemplativo della sinfonia è racchiuso nell’ Adagietto per arpa e archi, dove la sensibilità creatrice mahleriana tocca uno dei punti più alti e commoventi. Non per niente essa è stata paragonata al romanzo-fiume di stile proustiano, dove realtà e immaginazione si fondono in un modello sintattico ed estetico in continuo sviluppo e cambiamento di situazioni psicologiche.
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Biografie
Steven Osborne, pianista
Steven Osborne, scozzese, è uno dei più celebri musicisti britannici, apprezzato per il suo approccio idiomatico a un ampio repertorio, dai pezzi classici di Mozart, Beethoven e Brahms alle atmosfere rarefatte di Messiaen, Tippett e Britten. Ha vinto molti premi e riconoscimenti tra i quali, nel 2009, il Gramophone Award con l’incisione delle opere di Britten per pianoforte e orchestra e il primo premio ai Concorsi Naumburg (New York) e Clara Haskil. Steven Osborne si esibisce con le orchestre di tutto il mondo – Yomiuri Nippon Symphony, Berlin Symphony, Deutsches Sinfonieorchester Berlin, Salzburg Mozarteum, Finnish Radio Symphony, Bergen Philharmonic, Residentie Orkest, Sydney Symphony, Hong Kong Philharmonic e Dallas Symphony Orchestra, collaborando con grandi direttori quali Christoph von Dohnanyi, Alan Gilbert, Vladimir Ashkenazy, Ludovic Morlot, Leif Segerstam, Andrew Litton, Ingo Metzmacher, Vladimir Jurowski e Jukka-Pekka Saraste. Il pianista ha partecipato nove volte ai Proms, l’ultima a luglio 2011 con “Notte nei giardini di Spagna” di de Falla. I suoi partner per la musica da camera sono il violoncellista Alban Gerhardt, Paul Lewis, Dietrich Henschel e la violinista Alina Ibragimova. Tra i più rilevanti impegni orchestrali recenti si ricordano i concerti con la London Philharmonic/Jurowski (Prokofiev), Vienna Symphony Orchestra/Adam Fischer (Stravinsky), Royal Flemish Philharmonic/de Waart (Britten), Orquesta Sinfonica de Castilla y Leon /Morlot (Messiaen), Oregon Symphony Orchestra/Kalmar (Britten) e BBC National Orchestra of Wales/Fischer (Ravel). Steven Osborne ha festeggiato quest’anno il diciottesimo CD prodotto per la casa discografica Hyperion. Oltre al Gramophone Award nel 2009 (Britten), l’interprete ha vinto anche un Schallplattenpreis. Nato in Scozia nel 1971, Steven Osborne ha studiato con Richard Beauchamp alla St. Mary’s Music School di Edimburgo e con Renna Kellaway al Royal Northern College of Music di Manchester. Nel 2013 è stato insignito del premio “strumentista dell’anno” dalla Royal Philarmonic Society e nel settembre dello stesso anno ha ricevuto il suo secondo Gramophone Award.
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Claus Peter Flor, direttore
Direttore musicale dell’Orchestra sinfonica di Milano Giuseppe Verdi. Riconosciuto a livello mondiale quale direttore dall’istintivo ed incisivo talento musicale, Claus Peter Flor ha costruito una prestigiosa carriera internazionale. È apprezzato per la sua competenza e per l’interpretazione del repertorio austro-tedesco (Bruckner, Mahler, Strauss, Brahms, Schumann e Mendelssohn), delle opere di Shostakovich ed ha una particolare affinità con il repertorio ceco di Dvorak e Suk di cui ha inciso molti brani durante il suo incarico di Direttore Principale della Malaysian Philharmonic. Il M° Flor ha iniziato la sua carriera musicale studiando violino nella sua città natale e a Weimar, prima di concentrarsi sulla direzione d’orchestra con Rolf Reuter ed in seguito con Rafael Kubelik e Kurt Sanderling. Nel 1984 è stato nominato General Music Director della Konzerthausorchester di Berlino, attivando allo stesso tempo regolari collaborazioni con le altre principali orchestre tedesche: la Gewandhaus di Lipsia e la Staatskapelle di Dresda. Nel 1988 ha debuttato con la Filarmonica di Berlino, dove è poi tornato in altre due occasioni. Nel corso della sua carriera ha ricoperto diverse posizioni presso un gran numero di importanti orchestre: la Philharmonia Orchestra, la Dallas Symphony Orchestra, la Zürich Tonhalle Orchestra e la Malaysian Philharmonic. Prima di diventare Direttore Principale della Malaysian Philharmonic Orchestra dal 2008 al 2014. Su invito personale di Riccardo Chailly (all’epoca Direttore Principale) Claus Peter Flor è stato nominato Direttore Ospite Principale dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi (2003-2008), con la quale ha svolto un intenso lavoro di approfondimento sul repertorio dell’Europa centrale. Il lungo rapporto con l’orchestra milanese culmina con la nomina a Direttore Musicale a partire da gennaio 2018. Nelle stagioni più recenti ha ottenuto importanti consensi di pubblico e di critica dirigendo la London Symphony Orchestra (Sinfonia n.4 di Bruckner) e l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma con un programma tutto dedicato a Mozart. Nella stagione 15/16 il M° Flor è stato nuovamente invitato dalla Tonkünstler Orchestra con concerti al Festival di Grafenegg, dalla Singapore Symphony Orchestra e dalla Osaka Philharmonic. Importanti appuntamenti nella stagione 16/17 e in quella successiva includono concerti in Europa con l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, la RAI di Torino, la Het Gelders Orkest e la RTE National Symphony, in Asia (Giappone e Cina) e negli Stati Uniti (Aspen). Come direttore d’opera, il M° Flor mantiene una stretta collaborazione con il Theatre du Capitole di Tolosa. Nella scorsa stagione ha diretto una ripresa di Faust di Gounod e Tristan und Isolde di Wagner. Nel corso della sua lunga collaborazione con il Theatre du Capitole, Claus Peter Flor ha diretto diversi titoli d’opera tra cui Madama Butterfly di Puccini, Die Zauberflöte di Mozart, Hansel und Gretel di Humperdinck. Tornerà nella prossima stagione per una nuova produzione de Le Prophète di Meyerbeer e Die Walküre di Wagner. Precedenti collaborazioni in ambito operistico includono una produzione di Siegfried di Wagner con la regia di David McVicar all’Opera di Strasburgo ed un elevato numero di titoli presso la Staatsoper Berlin, la Deutsche Oper Berlin e nei teatri di Monaco, Dresda, Amburgo e Colonia. Ha diretto Le Nozze di Figaro di Mozart e Die Meistersinger di Wagner al teatro La Monnaie di Brussels, portando l’opera wagneriana in tournée a Tokyo, Die Zauberflöte di Mozart alla Grand Opera di Houston, Euryanthe di Weber alla Netherlands Opera con la Royal Concertgebouw Orchestra e La Bohème di Puccini alla Dallas Opera. Claus Peter Flor ha un’estesa e variegata discografia, che include una serie di incisioni con la Bamberg Symphony dedicate a Mendelssohn che sono state particolarmente apprezzate e che Sony/BMG ha recentemente deciso di ripubblicare. Tra le incisioni effettuate con la Malaysian Philharmonic per la casa discografica BIS vanno certamente menzionate la Asrael Symphony di Suk (2009) e le Sinfonie n.7 e n.8 di Dvorak (2012).