Torna Spietati: lo spettacolo interattivo che si nutre delle relazioni del pubblico per affrontare il tema del “confronto con l’altro” con ironia e colpi di scena
Cosa può succedere quando due uomini decidono di incontrarsi per via di una donna? Una donna che è moglie del primo e amante del secondo?
Achille Vilardi, scrittore ricco e famoso, invita nella sua villa Charlie Burber, attore squattrinato e amante di sua moglie, Caterina. Vilardi si dichiara completamente disinteressato a riconquistare la donna. La sua preoccupazione sembra, piuttosto, che la precarietà economica del rivale possa portare Caterina, abituata ormai ad uno tenore di vita ben elevato, a tornare sui suoi passi. Propone, perciò, a Burber, di aiutarlo a truffare la propria assicurazione, mettendo in scena il furto dei gioielli che egli conserva in cassaforte, per poi dividersene il ricavato. Dopo qualche titubanza, Burber accetta, ma il vero piano dello scrittore è un altro.
Tra imbrogli, travestimenti e colpi di pistola, veri o presunti, Spietati mette in scena un confronto vivace, divertente e a tratti drammatico: una riflessione sul gioco, sulla menzogna e sul limite che l’uomo è disposto a superare una volta abbandonata la sua dignità.
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Note di regia
Il punto di partenza di questo spettacolo è stato l’incontro tra due uomini. Questa è una delle poche cose a cui nessuno può sottrarsi: il confronto con l’altro. Confrontarsi vuol dire conoscere sé stessi tramite l’altro, guardarsi dentro e accettarsi. Ma l’accettazione di sé è un atto di coraggio che non tutti sono disposti ad affrontare. A volte forse è più semplice e immediato cercare di imporsi sull’altro, intimorirlo, ingannarlo. Chi ne esce sconfitto, però, fino a che punto può accettare il suo stato di oppressione? Quali sono limiti che si è disposti a superare una volta abbandonata la propria dignità? Questi sono gli interrogativi che i due personaggi portano sulla scena, nella loro natura contorta e ambigua. Dall’implacabile e brutale confronto dei due uomini, interpretati da Andrea Perotti e Nicola D’Emidio, prende piede una battaglia senza scopo, che mette in evidenza le debolezze dell’animo umano, alimentate dalla solitudine e dalla paura di sentirsi inferiori. I due personaggi sono a tutti gli effetti lo specchio del pubblico, il vettore attraverso il quale esso si interroga sulle dinamiche della vicenda e grazie al quale prende vita il dramma.
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