Venerdì 6 dicembre alle ore 21:00 Silvia Costa e Claudio Rocchetti presentano in anteprima per il Teatro Cantiere Florida il secondo capitolo del dittico ispirato alla figura della poetessa italiana Amelia Rosselli. Lo spettacolo è per un massimo di 50 spettatori.
Se in Midnight Snack viene incorporato il suo sguardo inquieto che non trova una collocazione, sempre oscillante tra un dentro e un fuori, il giorno e la notte, la realtà e il sogno, in Upon the hearing of certain dissonances, muovendosi fuori dai muri di quella dimensione intima, vengono attraversati quegli spessori domestici per dare concretezza alle voci di quell’allucinazione notturna. La poesia della Rosselli diventa un sistema di pensieri e di suoni che se da una parte produce gesti di choc, dispendio di energia e brividi corporei, dall’altra si fa labirinto sonoro dell’inconscio, dove attraverso l’uso di suoni qualsiasi, vocali, oggettuali, picchiati, strusciati e registrati, il grido disperato e fragile della fanciulla si fa urlo spietato del mostro.
Midnight Snack è un’intensificazione di azioni e trame che si accendono quando tutto intorno tace e dovrebbe riposare. E’ un’attività inappropriata, un’affamata pulsione adolescenziale che si nutre saccheggiando selvaggiamente la cattedrale poetica eretta da Amelia Rosselli, poetessa della ricerca, che ha fatto del verso un problema musicale, del contenuto una pulsione psichica. Le chiediamo che ci dia parola. Pensiero, corpo, suono. Entriamo di soppiatto nei suoi urti e allarmi, nei suoi collassi e controlli, nel suo territorio di allucinazione. Ci facciamo trascinare in una vertigine linguistica e dei sensi che deforma, corrode, spacca, intacca con acidi la fotografia del reale. Incorporiamo il suo sguardo inquieto che non trova una collocazione, sempre oscillante tra un dentro e un fuori, il giorno e la notte, la realtà e il sogno. Nella notte immobile qualcuno veglia. Si nutre, pensa, parla, prepara, costruisce, si ferma, si affanna.
“Dai tabaccai metà delle sigarette erano drogate. Intanto i telefoni saltavano, le conversazioni telefoniche erano ascoltate e si udivano addirittura reazioni psicologiche di divertimento o di minaccia. Venivo auscultata. Nell’aria, in casa, v’erano rimbombi e come lontane conversazioni. Una notte mi svegliai soffocando, e sentii come la stanza piena d’onde elettromagnetiche, e me con le gambe addormentate e formicolanti” (Amelia Rosselli)
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Amelia Rosselli è stata una poetessa, organista ed etnomusicologa italiana. Nacque a Parigi, figlia dell’esule antifascista Carlo Rosselli, teorico del Socialismo Liberale, e di Marion Catherine Cave, nata in Inghilterra e attivista del partito laburista britannico. Nel 1940, dopo l’assassinio del padre e dello zio, ordinato da Mussolini e Ciano, ad opera delle milizie fasciste (cagoulards) in Francia (1937), esulò con la famiglia, esperienza che determinò il carattere apolide della sua opera. Si trasferì dapprima in Svizzera e quindi negli Stati Uniti, copiendo (senza regolarità) studi letterari, filosofici e musicali, ultimati in Inghilterra, poiché in Italia, dove era tornata nel 1946, non le poterono essere riconosciuti.
Negli anni quaranta e cinquanta si occupò di teoria musicale, etnomusicologia e composizione. Nel 1948 cominciò a lavorare come traduttrice dall’inglese per alcune case editrici e per la Rai; nel frattempo continuò a dedicarsi a studi letterari e filosofici. In questi anni cominciò a frequentare gli ambienti letterari romani (tramite gli amici Carlo Levi e Rocco Scotellaro) e gli artisti che avrebbero successivamente dato vita all’avanguardia del Gruppo 63. Negli anni sessanta si iscrisse al PCI e cominciò a pubblicare i suoi testi principalmente su riviste, attirando l’attenzione di Zanzotto, Raboni e Pasolini. Nel 1963 pubblicò su Il Menabò ventiquattro poesie. L’anno successivo uscì la sua prima raccolta “Variazioni belliche”, edita da Garzanti, e nel 1969 la raccolta “Serie ospedaliera”. Nel 1966 iniziò a pubblicare numerose recensioni letterarie su giornali come Paese Sera e L’Unità. Notevole anche la sua ricerca plurilinguistica in poesia (poesie e prose giovanili in francese e in inglese, la successiva raccolta in inglese “Sleep”). Alcune prose italiane, autobiografiche, di vari periodi, furono raccolte e pubblicate nel 1990, con il titolo Diario ottuso. Figura di scrittrice unica per il suo plurilinguismo e per il tentativo di fondere l’uso della lingua con l’universalismo della musica. Ha vissuto gli ultimi anni della sua vita a Roma, nella sua casa a via del Corallo, dove è morta suicida l’11 febbraio 1996.
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Silvia Costa: artista, regista e performer italiana. Diplomata in Arti Visive e dello Spettacolo all’università IUAV di Venezia nel 2006, propone un teatro visivo e poetico che si nutre di una ricerca profonda sull’immagine, come motore di riflessione e di scuotimento dello spettatore. Di volta in volta autrice, regista, interprete o scenografa, quest’artista proteiforme utilizza senza discriminazioni ogni campo artistico per condurre la propria personale esplorazione del Teatro. Nomade della forma, ha realizzato performance(La quiescenza del seme, A sangue freddo,Alla Traccia, Midnight Snack), spettacoli teatrali (Figure,Stato di Grazia, Quello che di più grande l’uomo ha realizzato sulla terra, Poil de Carotte), installazioni e video (Musica da Camera, Tabula, Emotional Intelligence, Descrizione di un quadro). Dal 2012 ha creato numerosi spettacoli e installazioni per bambini.La sua ultima creazione, Nel Paese dell’inverno, ispirata al Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese, ha visto il suo debutto internazionale al Festival d’Automne 2018 all’ MC93 di Parigi. Inoltre ha diretto Wry Smile Dry Sob, un’installazione coreografica ispirata allo spettacolo di Beckett Commedia, peril Landestheater Vorarlberg di Bregenz.Per il triennio 2017-19 è stata artista associata del Teatro dell’Arte / Triennale di Milano e nel 2019 anche al teatro Le Quai d’Angers CND.Dal 2020 farà parte del gruppo artistico della Comédie de Valence. Dal 2006 è collaboratrice artistica e interprete nelle produzioni teatrali e operistiche del regista Romeo Castellucci.
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Claudio Rocchetti: musicista sperimentale, svolge da anni un lavoro di ricerca sul suono con strumenti analogici ed elettronici, basato sulla manipolazione dal vivo di hardware, giradischi, vari oggetti e fonti registrate. Oltre al suo progetto solista, ha fatto parte di 3/4HadBeenEliminated con Valerio Tricoli e Stefano Pilia, del duo Olyvetty con l’artista visivo Riccardo Benassi, e suona con In Zaire. Ha collaborato con Jooklo Duo (come Hypnoflash), con il contrabbassista Klaus Janek e con Mattin, Bowindo, Fabio Orsi e MB, tra gli altri. I lavori più recenti includono collaborazioni con Atelier impopulaire, con il videoartista Davide Luciani, con la regista e performer Silvia Costa, e con la compagnia Lenz. Ha pubblicato con Hundebiss, Hapna, Die Schachtel, Presto?!, Soleilmoon e Holidays Records. E’ anche fondatore (con Kam Hassah) di Musica Moderna, un’etichetta specializzata in field recordings, poesia sonora e sound art.
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La biglietteria è aperta dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 18.00; nei giorni di spettacolo serale è aperta dalle ore 20.00 alle ore 21.00 e nei giorni di spettacolo pomeridiano dalle ore 15.30 alle ore 16.30.
+39 055 71 35 357 +39 055 71 30 664
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