commedia in due atti di Carlo II Colla
musica originale di Luca Esposito
direzione musicale di Danilo Lorenzini
scene e luci di Leone Mens e Achille Lualdi
costumi di Carlo II Colla
realizzati dalla Sartoria della Compagnia
direzione tecnica di Tiziano Marcolegio
regia di Eugenio Monti Colla
ripresa da Franco Citterio e Giovanni Schiavolin
i marionettisti: Franco Citterio, Maria Grazia Citterio, Piero Corbella, Camillo Cosulich, Debora Coviello, Cecilia Di Marco, Tiziano Marcolegio, Pietro Monti, Giovanni Schiavolin, Paolo Sette
voci recitanti (edizione registrata nel 1988): Enzo Oddone, Marco Balbi, Gianni Quillico, Maurizio Dotti, Elisabetta Di Mambro, Maria Grazia Citterio, Roberto Carusi
esecuzione musicale dal vivo
i musicisti
Daniele Sozzani Desperati, direttore e primo pianista
Luca Esposito, secondo pianista
Luca Volontè, sassofono soprano
produzione ASSOCIAZIONE GRUPPORIANI – Milano
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Il testo, entrato a far parte del repertorio della Carlo Colla & Figli nel 1876 col titolo Lucindo il crudele ovvero I solitari di Tebe, proviene dal filone marionettistico che mescola elementi della commedia dell’arte come la presenza di maschere in ruoli poco consoni alla loro tradizione drammaturgica, a fonti arcaiche legate a racconti epici, a miti e a leggende.
Nel 1914 (la Compagnia era già stabile al Teatro Gerolamo da otto anni) nella geniale e tenace opera di rivisitazione degli antichi manoscritti in repertorio, Carlo II Colla si accinse al rifacimento di questo testo conferendogli una dignità drammaturgica che gli era assolutamente ignota. La titolazione muta in Gerolamo fra gli antropofaghi e annuncia già le peripezie eroicomiche di un personaggio beniamino del pubblico, che non sarebbe corso ad affollare la sala del Gerolamo se non avesse avuto la certezza che la commedia aveva come interprete questo personaggio la cui funzione, al di là della drammaturgia dell’azione di cui era protagonista, era quella di essere tramite fra un mondo epico e la realtà del vivere quotidiano. Infatti, alla maschera di Gerolamo è affidata, nel secondo atto, una “tirata a soggetto” che descrive in forma “colorata” il sopraggiungere di un uragano. Questo personaggio abbigliato con livrea settecentesca, con copricapo a lanterna napoleonica in una Spagna cinquecentesca, senza grondare acqua come vorrebbe un così terribile naufragio può restituire per intero il pathos dell’avventura per il realismo di ciò che narra.
Quanto alla storia vera e propria, siamo nella Spagna del sedicesimo secolo e Gerolamo è appena stato rinchiuso in un carcere. Viene subito raggiunto da Alfonso e i due fanno presto amicizia. I rispettivi padroni hanno preparato la loro fuga, corrompendo il carceriere. Alfonso e Gerolamo riescono a scappare, ma una violenta burrasca li porta a naufragare su un’isola. L’isola è popolata da selvaggi che recano la giovane Costanza in sacrificio al simulacro della divinità. Gerolamo, nascosto tra i cespugli, si finge la divinità e afferma che il sacrificio non gli è gradito. Il capo degli indigeni si accorge di lui e inizia così un girotondo attorno al simulacro della divinità, finché i due non si trovano faccia a faccia. Gerolamo sarà sacrificato insieme a Costanza. Sopraggiunge però un’imbarcazione: sono il capitano e alcuni marinai scampati alla burrasca. Il corteo salva Gerolamo e Costanza che rientrano in terra spagnola insieme ad Alfonso.
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da giovedì 27 febbraio a domenica 1 marzo 2020
giovedì 27 e venerdì 28 febbraio, ore 20
sabato 29 febbraio, ore 16 e ore 20 (spettacoli di Carnevale)
domenica, ore 16
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al Teatro Gerolamo
piazza Beccaria, 8 – Milano
tel. 02 36590120
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biglietti
da 34,00 euro a 6,00 euro
per i ragazzi fino a 14 anni biglietti a 10 euro