con: Vinicio Marchioni e Massimo De Santis
e con: Augusto Fornari, Salvatore Caruso, Vito Facciolla, Antonio Grosso, Ivano Schiavi, Marilena Anniballi
adattamento teatrale: Antonio Grosso e Pier Paolo Piciarelli
tratto dalla sceneggiatura di: Mario Monicelli, Suso Cecchi D’Amico, Age & Scarpelli
scene: Luigi Ferrigno
costumi: Milena Mancini
luci: Giuseppe D’Alterio
musiche: Pino Marino
regia: Vinicio Marchioni
produzione: Gli Ipocriti – Melina Balsamo
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“Ci sono dei film che segnano la nostra vita e “I soliti ignoti” per me è uno di questi. Come uomo mi sono divertito e commosso di fronte alle peripezie di questo gruppo di scalcinati ladri. Come attore mi sono esaltato davanti alla naturalezza con cui recitano mostri sacri come Mastroianni e Gassman. Come regista ho amato il perfetto equilibrio con cui Monicelli rende un argomento drammatico in modo leggero”.
Così Vinicio Marchioni descrive il suo attaccamento all’opera di Mario Monicelli, “I soliti ignoti”, vero e proprio film cult del cinema italiano del dopoguerra, capostipite della cosiddetta “commedia all’italiana”, che insieme al neorealismo e agli spaghetti western consacrerà nel mondo la nostra cinematografia.
Dopo aver portato in scena nella scorsa stagione “Uno zio Vanja” di Anton Čechov, l’attore/regista romano si cimenta in una tragicommedia realistica, farsesca e molto vicina alla quotidianità italiana. Oggi come allora, pur essendo passato più di mezzo secolo, la rappresentazione del sistema sociale non si discosta molto da quei tempi e lo spettatore continua a rivedersi nella tradizione rappresentata, nei personaggi caricaturali, simboli di un sistema sociale che attraversa le classi e che critica duramente una certa società del benessere, mentendo sempre in primo piano i benevoli valori tradizionali di riferimento. “La povertà del dopoguerra è una piaga che resiste ancora oggi, sebbene in altre forme, in tante zone d’Italia. Voglio restituire al teatro l’urgenza sentita dai personaggi di superare la miseria che li affligge, insieme alla vitalità indistruttibile e alla magia di un’Italia passata, verso la quale proviamo nostalgia e tenerezza.” (V. Marchioni).
L’adattamento di Antonio Grosso e Pier Paolo Piciarelli si mantiene fedele alla sceneggiatura originale e l’interpretazione degli attori è impostata proprio sulla naturalezza e sulle caratteristiche degli interpreti originali del film del 1958.
Ad accompagnare Marchioni sul palco vi è un cast interessante di attori, tra i quali spicca Massimo De Santis, nel ruolo di “Er Pantera” che fu di Vittorio Gassman, il quale ai tempi dovette studiare un’andatura ben definita, fingere una balbuzie e ricorrere ad un pesante trucco per assumere quell’aria da pugile scanzonato e un po’ cialtrone di periferia. L’effetto comico allora fu molto potente ed è ciò che De Santis riporta in scena trovando questo sentimento nella propria interiorità e possedendo un ritmo particolare all’interno di se stessi: “L’aspetto più importante è cercare di divertirsi portando avanti questo ruolo talmente leggendario, soltanto così il pubblico riderà insieme a te.” (M. De Santis).
Sarebbe comunque stato inevitabile un raffronto con quei “mostri sacri”: far rivivere Gassman, Mastroianni, Totò, non era un’impresa facile e ciò che in fondo rimane ad ogni spettatore è una sorta di malinconia e tristezza, ma anche la leggerezza del beffardo e la commozione dell’aver rivissuto quei personaggi memorabili e indimenticabili.
Le due ore di rappresentazione scorrono molto velocemente, all’insegna della risata, dell’ironia e dell’autoironia.
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INCONTRO CON IL PUBBLICO
Giovedì 27 Febbraio 2020, ore 18.00, al Teatro della Pergola di Firenze, Vinicio Marchioni, Massimo De Santis e la Compagnia incontrano il pubblico. Coordina Matteo Brighenti. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.