Ed anche il piccolo ma suggestivo Teatro del Grillo di Soverato – di cui è direttore artistico Claudio Rombolà – si apre al nuovo in uno dei primi esperimenti mondiali di teatro in realtà virtuale con uno spettatore al quale verranno dati occhiali immersivi e cuffie per una visione a 360 gradi dello spettacolo. Ci prova l’attore Elio Germano con: “Segnale d’allarme – La mia battaglia VR”. Germano – che è pure il coregista insieme a Omar Rashid e che ha scritto il testo assieme a Chiara Lagani – si presenta al cospetto del pubblico calabrese nelle prossime date di sabato 22 e domenica 23 febbraio nei consueti orari delle 17 e 20,45 con questa curiosa e particolare novità nel panorama teatrale italiano.
«Che il nostro appello si diffonda a ogni individuo che vogliamo avvicinare a noi: il passato è stato illuminato da una nuova e millenaria generazione di Italiani!», si legge in una nota di regia, laddove un attore, o forse un comico, ipnotizzatore non dichiarato, durante uno spettacolo d’intrattenimento, manipola gli spettatori in un crescendo di autocompiacimento, anche verbale, fino a giungere, al termine del suo show, a una drammatica imprevedibile svolta. Portatore di un muto volere collettivo diffuso nell’aria, l’artista da figura autorevole si farà a poco a poco sempre più autoritario, evocando lo spettro di un estremismo di ritorno travestito da semplice buon senso. Appellandosi alla necessità di resuscitare una società agonizzante, tra istanze ecologiste, nazionaliste, socialiste, planetarie e solitarie, mutuali e solidali, tra aneddoti e proclami, tra appelli appassionanti e affondi lirici deliranti, il nostro trascinerà l’uditorio, in un crescendo pirotecnico, a una straniata sospensione tragica fino a condurlo a una terribile conseguenza finale. “Segnale d’allarme” è la trasposizione in realtà virtuale de “La mia Battaglia”, spettacolo tratto dalla traduzione italiana di “Mein Kampf” di Adolf Hitler. L’esperienza permette allo spettatore, attraverso i visori, di rivivere la pièce teatrale dalla prima fila immergendosi completamente fino a confondere immaginario e reale.
“Un tema importante nel quale il testo di Germano e Lagani – si legge in una nota dello spettacolo – ci trascina con intelligenza. Chi indossa il visore si ritrova nel bel mezzo della platea, seduto tra gli altri, a tifare per questo o quel concetto, a partecipare attivamente al dibattito in un gioco metateatrale e al contempo meta cinematografico”.