Bella, frizzante ed intrigante è stata “Sul bel Danubio blu”, l’operetta realizzata su adattamento e regia di Corrado Abbati alla quale s’è potuto assistere al Creberg Teatro di Bergamo davanti ad una platea numerosa che s’è divertita pure parecchio. È stato quasi come venire “trasbordati” per un attimo al Musikverein, ovvero nel salone degli amici della musica di Vienna dove suona stabilmente la Wiener Philharmoniker per assistere al tradizionale concerto di Capodanno, laddove la musica degli Strauss ed il valzer in particolare, la fanno da padroni. Il protagonista, naturalmente, altri non poteva essere che proprio Johann Strauss, l’autore, 150 anni fa, del celebre valzer che ha dato il titolo all’operetta – e le cui musiche rappresenteranno il fil rouge di tutta la rappresentazione – la cui figura ha aleggiato per tutto il corso della serata tra canti e dialoghi ambientati in un’Austria molto “italiana” e che ha ispirato l’adattamento di uno spettacolo portato in scena proprio dalla compagnia dello stesso Corrado Abbati.
Tutto ruota intorno alla figura del “ricco” gentiluomo di campagna Gabriel von Eisenstein condannato per diffamazione in prigione. E da qui è tutto un susseguirsi di esilaranti equivoci sin da quando l’amico dottor Falke gli porta un invito per partecipare alla festa di fine d’anno organizzata la sera stessa dal principe Orlofsky prima di recarsi in carcere. Gabriel accetta l’invito ed in modo “evasivo” cerca di distogliere la moglie Rosalinde affinché ella non sappia dove si stia in realtà recando prima di entrare in galera. Nel frattempo, Rosalinde riceve la visita del suo spasimante il cantante lirico Alfred che una volta entrato con qualche sotterfugio in casa dell’Eisenstein – mentre quest’ultimo era già uscito per andare alla festa – all’arrivo della polizia viene “scambiato” per il marito della signora Rosalinde e portato, a sua volta, in carcere con la forza. Ma il dottor Falke ha pronto il suo piano per vendicarsi dell’“amico” Gabriel per uno scherzo di cattivo gusto fattogli quando lo lasciò per strada a passare la notte da solo vestito da pipistrello, cosicché alla festa giungono la cameriera di Eisenstein, Adele e finanche la moglie Rosalinde sotto falso nome nei panni di una contessa ungherese celata da una maschera che le copre il viso da renderla irriconoscibile dinanzi allo stesso marito che le fa, oltretutto, una corte pazzesca da donargli addirittura un orologio di valore.
Le scene sono contraddistinte da balli, canti all’insegna del buonumore per l’arrivo del nuovo anno e da abbondanti bevute di “Champagne” mentre s’assiste alla discesa, a sorpresa, dal palcoscenico in platea dei protagonisti che girovagano tra le poltrone del pubblico festante che applaude a suon di musica.
All’alba Eisenstein va a costituirsi ma il buffo e simpatico, nonché ebbro secondino gli rivela che un Eisenstein è già in galera. Tutto ciò insospettisce il “vero” Eisenstein e cerca di capire come mai un uomo abbia visitato a casa sua moglie mentre egli non c’era. Tutto ciò suscita l’ira del Gabriel “gentiluomo” all’arrivo della moglie Rosalinde venuta a visitarlo in carcere, però lei ha buon gioco nel mostrargli l’orologio che le aveva regalato dopo, peraltro, aver scoperto tutte le furberie adottate dal marito per tradirla con altre donne, ma alla fine tutto, come d’incanto, si ricompone…