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La vita è bella

Barbara Altissimo tra riflessioni sul lignaggio e regressioni infantili

NeverendingPer le attrici e gli attori, per gli artisti in generale, per i personaggi pubblici, l’ombra della famiglia è particolarmente spessa. Il distacco da un genitore, da chi ha accompagnato i propri passi lungo tutta un’esistenza, è tuttavia ugualmente doloroso a prescindere dalla portata di quell’ombra.

È l’esperienza personale raccontata in scena da Barbara Altissimo, figlia di Renato, in Neverending, in scena al Teatro Astra di Torino dopo il debutto in forma di studio del 2017 e seguendo le rappresentazioni del 2018 a Milano e del 2019 a Roma. La storia è autobiografica: lei artista, il padre un politico ricordato soprattutto per la condanna degli anni ‘90 in piena tangentopoli.

Questa, almeno, l’immagine del politico, del personaggio pubblico che rimane nella memoria della collettività; un’immagine su cui prende immancabilmente il sopravvento il ricordo di un padre affettuoso, propositivo e ottimista agli occhi della figlia, che da lui ha imparato che «la vita è bella» in ogni caso, i valori sono sempre più forti delle incertezze.

Barbara racconta la vita del padre, e del nonno prima di lui, dal punto di vista di se stessa bambina, ricostruendo la genealogia della storia di famiglia nello spazio scenico allestito da Massimo Vesco. accanto ai preziosi accenti musicali di Ivana Messina e alla sorprendente incursione finale della drammaturga Emanuela Currao. Un racconto che inizia da una fine, dalla fine precisa del suo rapporto con il padre: la razionalizzazione del sofferto cordoglio porta a un’inversione di ruoli, una ruota infinita (neverending) che trasforma chi è cresciuto con il sostegno di un genitore in chi è pronto e impaziente di restituire quel sostegno negli ultimi, bisognosi istanti di vita.

Una figlia, un’artista che si fa matrioska come immagine e simbolo di una simile circolarità generazionale, raccontando senza futili sentimentalismi (e anzi con punte di indiscriminata poesia) una condizione condivisa da chiunque.

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Neverending

progetto Barbara Altissimo

drammaturgia Emanuela Currao

progetto musicale Barbara Altissimo e Ivana Messina

spazio scenico Massimo Vesco

in scena Barbara altissimo e Ivana Messina

produzione LiberamenteUnico

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