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CivitaFestival: il teatro di Roberto Latini, Maurizio Scaparro, Giuseppe Manfridi, Marco Andreoli

Dal 3 al 6 settembre, il grande Teatro nel cortile quattrocentesco di Forte Sangallo, Civita Castellana (VT)

CivitaFestival3 settembre, La consuetudine frastagliata dellaverti accanto di Marco Andreoli

diretto e interpretato da Daniele Pilli e Claudia Vismara

5 settembre, In Exitu di Testori, regia di Roberto Latini

6 settembre, La Pianista Perfetta, prodotto dalla Compagnia MauriSturno, testo i Giuseppe Manfridi con Guenda Goria e Lorenzo Manfridi, regia di Maurizio Scaparro

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Forte Sangallo, imponente fortezza in terra falisca costruita nel 1495 su volere di Alessandro VI Borgia è la suggestiva scenografia del triplo appuntamento teatrale della trentaduesima edizione del CivitaFestival a Civita Castellana (VT). Il 3 settembre, apre la staffetta teatrale La consuetudine frastagliata dellaverti accanto di Marco Andreoli, diretto e interpretato da Daniele Pilli e Claudia Vismara, produzione di La fabbrica dellattore, il 5 settembre prosegue con In Exitu, dallomonimo romanzo di Giovanni Testori, nelladattamento, interpretazione e regia di Roberto Latini con musiche e suono di Gianluca Misiti, e il 6 settembre si conclude con La Pianista Perfetta, prodotto dalla Compagnia MauriSturno, testo i Giuseppe Manfridi con Guenda Goria e Lorenzo Manfridi, regia di Maurizio Scaparro. Tre appuntamenti nel segno del grande teatro che portano in scena, tra storia e contemporaneo, due produzioni raffinate e originali.

La consuetudine frastagliata dellaverti accanto di Marco Andreoli, diretto e interpretato da Daniele Pilli e Claudia Vismara, produzione di La fabbrica dellattore, il 3 settembre apre la staffetta teatrale del XXXII CivitaFestival. Un testo che parla di coppia, di quelluniverso criptico che sono le relazioni, del loro lento disgregarsi, dellostinazione con cui a volte ci si accanisce per mantenere con se stessi una facciata, una parvenza di felicità… un testo che parla di tempo, di fisica quantistica, di quelle scelte che si compiono nella vita e che una volta compiute la segnano per sempre. Di quanto un istante, a volte, faccia la differenza, tra la vita e la morte.  Un approccio drammaturgico che trae ispirazione dalle teorie dei Multiversidi Everett, esplorando il concetto di simultaneità del tempo nelle infinite possibilità di ogni singola scelta. 

Il teatro al CivitaFestival prosegue il 5 settembre con Roberto Latini che affronterà la furente inventività linguistica di In exitu (1988) e darà vita e corpo alla parola testoriana.  

L’uscita di scena di un tossico degli anni 80 in una città qualsiasi tra le Milano di un nord qualsiasi è dolore e solitudine straziante di una vita consumata in evasione, in eversione. La narrazione cede il passo alla forma e si sostanzia su un piano raffinatamente linguistico. Testori come fosse il pusher di una lingua teatrale che si fa linguaggio. Drogato è il testo e le parole sfidano il pensiero e la sintassi, come lUlisse di Joyce, il Lucky di Beckett, come agli orli della vita, direbbe Pirandello.  Tutto sembra svilupparsi nella sensazione del fondamentale e iniziatico Quem quaeritisdel Teatro S cro Medievale. In mezzo, c’è una nebbia incapace di fermare il tempo e la consolazione. In Exitu è come una Pietà. La parabola parabolica di vita vissuta da Riboldi Gino è quella di un povero Cristo tenuto in braccio da Madonne immaginate, respirate, disarticolate, nella fonetica di una dizione sollecitata fino allimbarazzo tra suono e senso, come fossero le parole ad essere infine deposte dalla croce sulle quali Testori le ha inchiodate. Chi cercate?”  “Non è qui!”,  risponderebbe langelo.  

La proposta teatrale del XXXII CivitaFestival si conclude il 6 settembre con La Pianista Perfetta, prodotto dalla Compagnia MauriSturno, testo i Giuseppe Manfridi con Guenda Goria e Lorenzo Manfridi, regia di Maurizio Scaparro. 

La mia immaginazione non può figurarsi una felicità più bella di continuare a vivere per l’arte”: così Clara Schumann descrive la sua vocazione più profonda, quella per la musica. Forgiata nella tecnica dal padre    Friedrich Wieck, Clara diventa sin da giovanissima concertista di fama mondiale: la più grande pianista dellottocento ma anche una donna coraggiosa, intellettuale, madre affettuosa di otto figli, innamorata. Ed è proprio lamore che permea nella sua musica, lamore per la vita e lamore per un uomo, Robert Schumann, compositore e figura di spicco del romanticismo tedesco. Un amore tormentato ma profondissimo quello tra Clara e Robert che trova il suo triste epilogo quando una malattia sopraggiunge a consumare le capacità intellettive di lui, fino a portarlo lentamente a spegnersi. E saranno le cinque linee del pentagramma il rifugio di Clara, le note saneranno le ferite del suo cuore e quellarmonica successione di tasti bianchi e neri darà conforto a questa grande donna che donerà alla musica tutta se stessa, che continuerà a lavorare dopo  la morte del marito per diffondere la sua musica troppo avanti per il gusto dellepoca ma che troverà postuma fortuna. Il Pianoforte, al  centro della scena, sarà il protagonista assoluto suonato dal vivo da Guenda Goria che, in una progressiva rarefazione di tempo e spazio, racconterà sin  nel profondo la forza vitale di  Clara, donna che ha tradotto in arte la sua intera esistenza in un momento preciso, il pomeriggio prima di un importante concerto che potrebbe cambiare le sorti della sua carriera; un pomeriggio sbagliato in tutto sembra far presagire il primo insuccesso della vita di Clara. Laccordatore che non arriva, il baule smarrito, le lettere che sopraggiungono ad annunciare linternamento  del marito Robert Schumann in ospedale psichiatrico offrono laffresco di una donna che a trentanni è già madre di otto figli e leggenda della musica mondiale.    

Il CivitaFestival è diretto da Fabio Galadini, attore, regista, musicologo, e si svolge in collaborazione con la Direzione Regionale Musei Lazio diretta dalla dott.ssa Edith Gabrielli.

Spettacoli ore 21.00, biglietti 7 euro. Info  info@civitafestival.it  – www.civitafestival.it

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