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L’ABC del Buffo

Il concerto si è svolto il 18 agosto in Piazza del Popolo a Pesaro nell'ambito del Rossini Opera Festival 2020

L’ABC del Buffo
Foto di Amati Bacciardi

Un grande sfoggio di voci e di vis comica ha caratterizzato il concerto dei tre buffi sul palco all’aperto del Rossini Opera Festival, allestito nella vasta Piazza del Popolo di Pesaro.

Martedì 18 agosto alle 20.30 i massimi rappresentanti del repertorio buffo rossiniano e dintorni si sono esibiti in duetti, terzetti e brani solistici, accompagnati da un’orchestra complice e coprotagonista.

Foto di Amati Bacciardi

I noti baritoni Antoniozzi, Bordogna e Corbelli, L’ABC del Buffo appunto, hanno messo in scena un piacevolissimo concerto a tema, comprendente pagine di Rossini, Cimarosa, Donizetti, Rota, Verdi. Ho detto “messo in scena” perché gli artisti non si sono limitati a cantare, ma hanno sceneggiato i brani con gestualità appropriata, espressioni caricaturali del viso, mimica e posture spinte (ben visibili sui due grandi schermi laterali), un fiasco di vino, una sedia bianca che andava e veniva all’occorrenza, perfino un travestimento per portare alle stelle il divertimento del pubblico.

Nulla hanno lasciato al caso questi tre mattatori, dotati di straordinari mezzi vocali, tecnica perfetta e consolidata, padronanza del palcoscenico, attorialità geniale, perché registi di se stessi.

Foto di Amati Bacciardi

Il viterbese Alfonso Antoniozzi, già allievo del grande marchigiano Sesto Bruscantini, è un affermato baritono e regista, che ha espresso il suo talento in vari teatri del mondo. Col Monologo di Falstaff “Ehi! paggio! … L’onore!” da Falstaff di Giuseppe Verdi ha egregiamente chiuso il concerto con la comicità amara di questo personaggio così vicino alla condizione umana. Ma prima con voce di bel colore e notevole spessore, sempre ben proiettata e l’accento comicamente scandito ha interpretato Don Magnifico in “Intendente! Direttor!

Il 5 settembre 2020 sarà regista e interprete di Pepito, opéra comique in un atto di Jacques Offenbach con l’Orchestra Sinfonica Rossini alla Mole Vanvitelliana di Ancona.

Il basso-baritono Paolo Bordogna è di Milano, ma ha la residenza artistica a Pesaro, nel senso che è stato protagonista rossiniano in molte edizioni del R.O.F.. Memorabili le sue interpretazioni ne La scala di seta e ne La pietra del paragone, tanto per citare le più caratteristiche. I migliori teatri, registi e direttori d’orchestra se lo contendono per la versatilità e la creatività che vanno ad arricchire la preziosità del suo patrimonio vocale. Nel 2017 gli è stato conferito il Premio lirico Tiberini d’oro.

Maestro del canto di coloratura e del sillabato fitto con articolazione chiara, l’Aria di Geronio “Se ho da dirla, avrei molto piacere” da Il Turco in Italia, con la quale ha aperto il concerto pesarese, è stata una magnifica carta di presentazione.

Foto di Amati Bacciardi

Nell’Aria di Magnifico “Sia qualunque delle figlie” da La Cenerentola di Rossini Bordogna ha fatto sfoggio di un mezzo vocale solido e duttile al servizio di un virtuosismo sciolto e fiati così lunghi da poter eseguire sillabati interminabili senza respirare. WOW!

Conoscendo la fantasia dell’artista, non poteva mancare il travestimento. Nella Cavatina di Agata “Lazzarune, scauzacane” da Le Convenienze ed inconvenienze teatrali di Gaetano Donizetti si è presentato in sontuosi abiti femminili con un boa al collo che roteava all’occasione, suscitando ilarità e divertimento. Ma Bordogna non si limita ai ruoli di carattere del repertorio buffo.

Nell’Aria tesa e intrisa d’angoscia di Beaupertuis “È una cosa incredibile” da Il Cappello di paglia di Firenze di Nino Rota il cantante ha messo in luce un corpo e un colore vocale adatti anche a ruoli drammatici.

Foto di Amati Bacciardi

Il baritono torinese Alessandro Corbelli è un vero caratterista che sprigiona comicità con un aplomb tipicamente “turineis”. Veterano del palcoscenico, è insuperabile nei ruoli di carattere di Mozart, Rossini, Donizetti ed è ospite di successo nei principali teatri del mondo. A Pesaro è stato insignito del Premio Rossini d’oro dagli Amici della Lirica qualche anno fa ed ha vinto il Premio Abbiati per il suo Leporello nel Don Giovanni della Scala. Appena possibile sarà suo anche il Tiberini d’oro.

Voce robusta e di notevole spessore, allenata al canto di coloratura e con smalto ancora intatto, ha snocciolato con disinvoltura il canto ritmato del Cantabile di Don Pasquale “Ah! un foco insolito” di Donizetti e le agilità e il canto di sbalzo della Cavatina di Magnifico “Miei rampolli femminini” dalla Cenerentola.

Il 1° settembre 2020 sarà Il Maestro di Cappella con l’Orchestra Filarmonica Italiana alla Mole Vanvitelliana di Ancona.

Geniale l’idea di far cantare a tutti e tre un’aria di Don Magnifico.

Le doti vocali e attoriali dei tre artisti sono esplose nei duetti e terzetti: Aria di Germano “Amore dolcemente” da La Scala di seta (Corbelli, Antoniozzi), il divertente scambio di idee e di usanze tra Geronio e Selim “D’un bell’uso di Turchia” da Il Turco in Italia (Bordogna, Antoniozzi), il Duetto spiritosissimo Dandini-Magnifico “Un segreto d’importanza” da La Cenerentola (Antoniozzi, Corbelli), il Duetto Geronimo-Conte Robinson “Se fiato in corpo aveteda Il Matrimonio segreto di Domenico Cimarosa (Bordogna, Corbelli) e l’esilarante Duetto Malatesta-Don Pasquale “Cheti, cheti immantinente” da Don Pasquale di Donizetti (Antoniozzi, Corbelli), dove i due cantanti attori si sono lanciati in un virtuosismo da manuale;

E come Bis un terzetto delizioso “Ma dov’eri tu, stordito…”, dell’atto primo de Il Barbiere di Siviglia di Paisiello.

All’altezza di questi bravissimi artisti, la Filarmonica Gioachino Rossini, diretta con gesto preciso dal M° Michele Spotti, ha assecondato e sostenuto le voci con la dovuta accortezza e discrezion. Nella brillante Sinfonia de La Scala di seta di Rossini e nella elegante Sinfonia de Il Matrimonio segreto di Domenico Cimarosa ha restituito fluidità e pulizia del tessuto sonoro, flessibilità e fluidità del suono, grazie alla padronanza dello strumento e alla conoscenza approfondita della partitura dei professori d’orchestra e alla sensibile concertazione del direttore.

Alla fine TUTTI… SODDISFATTI.

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