INTRODUZIONE PROGRAMMATICA
Il nostro Festival è un laboratorio dove spesso le idee si sviluppano sul campo, in una modalità site-specific e site-responsive, rispondendo al luogo in cui avvengono, appunto.
Lo spettro dell’emergenza COVID-19 ha aggiunto una dimensione nuova ai nostri luoghi e ci ha invitato a rivedere i bilanci interni delle drammaturgie, alleggerendole da alcune parti e appesantendole in altre (sostituendole perfino, in alcune occasioni).
VAGO FIORE era partito da un cumulo di oggetti, come quelli che si trovano ai piedi del giovane modello (Cecco?) ritratto nell’ “Amor vincit omnia” caravaggesco, e doveva contenere alcune allusioni a un trasporto seicentesco della Macchina di Santa Rosa. E’ diventato, nell’anno in cui Trasporto e esposizione della Macchina non saranno possibili, un omaggio a quel 1690 a cui si deve il primo bozzetto di una Macchina, con forti riferimenti agli spartiti ritratti nei dipinti di Caravaggio e con una serie di parole e battute magiche desunte perlopiù da Michelangelo Buonarroti Jr, nipote dell’illustre artista visivo. Anche in THE WAY IT SOUNDED abbiamo calcato l’aspetto del cumulo, in una sorta di accatastamento delle varie epoche che hanno attraversato i luoghi che ospitano l’evento. E a questo ha corrisposto una sorta di sinestesia. Potremmo dire che abbiamo virato le drammaturgie sviluppate quest’anno al Festival verso l’abbraccio barocco, necessariamente virtuale e concettuale.
Sono molti i compositori, gli interpreti musicali, gli storici dell’arte e gli artisti visivi che hanno contribuito a queste nostre drammaturgie all’insegna del carnevale e del Barocco. Tra questi vorrei almeno citare Gianni Politi, Arturo Annecchino, Alfonso Antoniozzi, Federico Paris, Francesco De Grandi, Marcello Carriero, Davide Sarchioni, Gianni Papi, Francesco Di Mauro. Ed è significativo che questa edizione del Festival festeggi la nascita del collettivo (trans)artistico ANNA OSSO. E molte sono le figure importanti del nostro cinema e del nostro teatro e della vita pubblica cittadina viterbese che, sempre nell’ottica dell’abbraccio Barocco, hanno voluto costituire il cast vocale e sonoro del rito VAGO FIORE: Sara Allegrucci, Michela Andreozzi, Alfonso Antoniozzi, Raffaele Ascenzi, Alessio Boni, Massimiliano Bruno, Cesare Ceccolongo, Gian Maria Cervo, Luigi Cosimelli, Gregorio de Paola, Michele Dirodi, Riccardo Festa, Carlo Fineschi, Viola Graziosi, Diana Hoebel, Gianluca Iumiento, Sandro Mabellini, Aleksandros Memetaj, Giulio Mezza, Monica Nappo, Valeria Pacini, Andrea Palermo, Sante Paolacci, Loredana Parrella, Yoris Petrillo, Graziano Piazza, Antonio Piccolo, Giovanni Prosperi, Massimo Risi, Claudio Santamaria, Francesco Scianna, Massimiliano Vado, Marco Vallarino.
Con drammaturgie barocche su fatti e figure dell’epoca barocca risuonano drammaturgie barocche e polivocali contemporanee (FREETIME) mentre personaggi caravaggeschi come lo stesso Merisi, Cecco Boneri e Artemisia Gentileschi vengono, attraverso varie opere programmate al Festival, accostati a figure che li hanno preceduti o che sono loro succedute, da Giulia Farnese a Ipazia, da Santa Caterina ai fratelli Veber, da Sebastiano del Piombo a Alejandro Moreno, protagonista della stagione barthesiana del teatro di drammaturgia che produsse anche i capolavori di Sarah Kane.
In un anno come questo ci pareva irrinunciabile, anche a costo di editing produttivi importanti, mantenere un rapporto stretto e forte sia con la drammaturgia internazionale contemporanea che con quella giovane. E per questo siamo orgogliosi di poter ospitare figure a diversi stadi delle loro carriere come Gianluca Iumiento, Jon Jesper Halle, Flavio Murialdi, Erdem Rasim Avsar e molti altri.
Gian Maria Cervo
Direttore Artistico QdA
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CALENDARIO
2 settembre / 5 novembre 2020
02 Settembre/15 Ottobre | Ex-Chiesa degli Almadiani – Viterbo PRIMA ASSOLUTA
Dal Martedì al Venerdì dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 19.00 Sabato e Domenica dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 alle ore 19.00
VAGO FIORE. Ri-immaginando il Trasporto della Macchina di Santa Rosa del 1690.
Mostra-Installazione-performance (Dance & Theatre Version).
Impianto visivo e disegni: Francesco De Grandi. | Drammaturgia del tappeto vocale-sonoro: Gian Maria Cervo | A cura di Loredana Parrella e Marcello Carriero
Una coproduzione del Festival con Cie Twain, La Dramaturgie e Sound design Fox Sound. In collaborazione con il Centro Studi Santa Rosa
10 Settembre | ore 17.00 | Diretta Streaming tramite la pagina Facebook Quartieri dell’Arte
FREETIME
Di Gian Maria Cervo e i Fratelli Presnyacov | Regia di Pierpaolo Sepe | Con Cesare Ceccolongo, Chiara Degani, Gregorio De Paola, Riccardo Festa, Noemi Francesca, Martina Galletta, Giorgia Masseroni, Giuseppe Orsillo.
Prodotta dal Festival Quartieri dell’Arte per il Teatro Reale di Zetski Dom – Cettigne- Montenegro in coproduzione con la Dramaturgie
19/ 20 Settembre | ore 12.00 | Giardini di Ararat – Bagnaia
L’ASINO
Di Jon Jesper Halle | Regia di Gianluca Iumiento | con Stefano Sabelli e Anna Paola Vellaccio
Una coproduzione del Festival con KHIO Oslo, Florian Metateatro e Teatri Molisani
PRIMA NAZIONALE ASSOLUTA
25 Settembre | ore 20.30 | Piazza San Lorenzo – Viterbo
LA GENTE DI MONTMARTRE TIRA IL DIAVOLO PER LA CODA
Una performance di Yoris Petrillo
Una produzione Associazione Culturale Twain
PRIMA ASSOLUTA
25 Settembre | ore 21.00 | Piazza San Lorenzo – Viterbo
CATERINA ARTEMISIA IPAZIA…E LE ALTRE
Di Laura Curino e Patrizia Monaco / Regia Consuelo Barilari / Con Laura Curino Openwork del progetto omonimo di drammaturgia collettiva
27 Settembre | ore 21.00 | PRIMA ASSOLUTA
28 Settembre | ore 00.30 | Palazzo Orsini – Bomarzo
THE WAY IT SOUNDED
Installazione e performance di Arturo Annecchino | Con Elisabetta Mazzullo | Musica dal vivo: Arturo Annecchino
02/04 Ottobre ore 17.00 | Borgo/Bassano in Teverina PRIMA NAZIONALE
I VEBER
Un ciclo drammaturgico dedicato ai fratelli Jean e Pier rispettivamente pittore e drammaturgo | a cura di Gabriele Paupini | ALT QVM in collaborazione con il Festival
3 Ottobre | ore 19.00-19.30-20.00 | Palazzo Orsini – Bomarzo
LO STUFATO
Scritto e diretto da Flavio Murialdi | Con Flavio Murialdi e Massimo Risi
05/10 Ottobre, 12 e 13 Ottobre 2020 | Tutti i giorni alle 13.00 | Sabato 10 Ottobre alle ore 20.00 Vari Locali di Viterbo – PRIMA MONDIALE
THE WAY IT SOUNDED
Una co-realizzazione del Festival con Haiku e La Dramaturgie | Guest Artist: Federico Paris
11 Ottobre | ore 12.00 | Castello Farnese – Carbognano
MOLLY BLOOM
Da Joyce | Diretto e interpretato da Diana Höbel | Produzione Trento Spettacoli
14/16 Ottobre | ore 21.00 | Teatro Pocci – Tuscania PRIMA NAZIONALE
BERLINO NON È TUA
Di Alejandro Moreno | Traduzione di Gian Maria Cervo e Alberto Pichardo y Gallardo |
Regia di Alessio Pizzech | con Turi Moricca | Produzione Sicilia Teatro
17 Ottobre 2020 ore 17.00 – Piazza Umberto I – Bassano Romano PRIMA ASSOLUTA
CARAVAGGIO E IL TEATRO
Di e con Gianni Papi
18 Ottobre 2020 a partire dalle ore 12.00 | Piazza Umberto I – Bassano Romano PRIMA NAZIONALE
CECCO DEL CARAVAGGIO
di Gian Maria Cervo e Francesco Di Mauro
THE CECCO CYCLE Poesie di AlbertOstermaier
CARAVAGGIO E IL TEATRO
23 Ottobre ore 21.00 Palazzo Gallo – Bagnaia PRIMA ASSOLUTA
24 Ottobre ore 23.30
25 Ottobre ore 20.30
I MORTI NON MUOIONO. UN AMICO DI UN AMICO È UN MIO AMICO
Di Gianni Politi | Regia di Riccardo Festa | con Cesare Ceccolongo Luigi Cosimelli e Massimo Risi |
ANNA OSSO | Una coproduzione del Festival con Urteatro e La Dramaturgie
A partire dalle ore 18.00 | Palazzo Gallo – Bagnaia
CECCO DEL CARAVAGGIO
di Gian Maria Cervo e Francesco Di Mauro
CARAVAGGIO E IL TEATRO
24/25 Ottobre | a partire dalle ore 16.00 | Palazzo Gallo – Bagnaia
CECCO DEL CARAVAGGIO
di Gian Maria Cervo e Francesco Di Mauro
THE CECCO CYCLE
CARAVAGGIO E IL TEATRO
5 Novembre | ore 21.00 | Teatro Pocci – Tuscania PRIMA ASSOLUTA
DARK PINK
Di Erdem Avsar | con Cesare Ceccolongo Luigi Cosimelli e Massimo Risi | Una coproduzione del Festival con Galleria Toledo di Napoli, Associazione Culturale Twain
PRESENTAZIONE DEGLI SPETTACOLI
02 Settembre / 15 Ottobre | Ex-Chiesa degli Almadiani – Viterbo
Dal Martedì al Venerdì dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 19.00 Sabato e Domenica dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 alle ore 19.00
VAGO FIORE. Ri-immaginando il Trasporto della Macchina di Santa Rosa del 1690.
Mostra-Installazione-performance (Dance & Theatre Version).
Impianto visivo e disegni: Francesco De Grandi. | Drammaturgia del tappeto vocale-sonoro: Gian Maria Cervo | A cura di Loredana Parrella e Marcello Carriero
Una coproduzione del Festival con Cie Twain, La Dramaturgie e Sound design Fox Sound. In collaborazione con il Centro Studi Santa Rosa
In un anno segnato dall’emergenza COVID e dalla mancanza del Trasporto della Macchina di Santa Rosa, il Festival Quartieri dell’Arte ha voluto far evolvere uno dei suoi progetti centrali in un omaggio ai viterbesi e alla festività a loro più cara. Centrale nel programma 2020 sarà infatti la commissione al pittore, esponente di spicco della scuola palermitana contemporanea, Francesco De Grandi di 9 disegni che facciano fare al pubblico un’esperienza connessa al passato remoto della Macchina e della Festa di Santa Rosa.
A De Grandi sarà infatti richiesto di immaginare momenti del Trasporto della Macchina del 1690 (la prima di cui si abbia una rappresentazione grafica) e di riprodurli attraverso l’intensa drammaticità della sua pittura e del suo tratto. All’ artista palermitano, dal curriculum internazionale consolidato, che vanta tra l’altro anche esposizioni alla Biennale di Venezia, è stato anche chiesto di immaginare una sorta di corteo grafico ideale che riassumesse in sé gli elementi distintivi della Festa di Santa Rosa.
La mostra andrà a costituire un ambiente all’interno del quale ci saranno interventi performativi di teatro e danza, costituirà dunque una esperienza sensoriale a 360 gradi. Alla mostra, con curatela di Marcello Carriero, cui aderiscono anche il Monastero di Santa Rosa e il Centro Studi intitolato alla Santa, con l’apporto della studiosa Eleonora Rava e a cui ha dato il patrocinio il Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa, è abbinato anche un catalogo esclusivo, realizzato in 400 esemplari con interventi originali di Francesco De Grandi.
Una parte consistente del ricavato degli ingressi alla mostra sarà donato al Monastero di Santa Rosa e al Sodalizio dei Facchini per la realizzazione di iniziative benefiche.
Francesco De Grandi è nato a Palermo nel 1968, dopo gli studi presso l’Accademia di Belle Arti della sua città, nel 1994 si trasferisce a Milano, dove vi resterà fino al 2008. Dal 2009 al 2012 lavora a Shanghai [1] ma poi decide di tornare a Palermo, dove trova un luogo più adatto per continuare la sua ricerca.
Francesco De Grandi ha un rapporto diretto con la pittura, quasi un corpo a corpo, e la sua ricerca pittorica si è evoluta negli anni spogliandosi sempre di più dalle contaminazioni dell’immagine forzatamente contemporanea, per ritrovare con se stesso una forma di purezza e onestà. Interessato alla matrice ontologica della Pittura come percorso di conoscenza, trova nei motivi archetipici della sua storia una via per l’elevazione spirituale in una forma del dipingere quasi meditativa. Nei suoi lavori sono fondamentali l’esperienza e la visione dell’opera nella sua forma originale, verso una concezione immediatista dell’esperienza pittorica.
Dal 2016 è docente di pittura all’Accademia delle Belle Arti di Palermo
10 Settembre | ore 17.00 | Diretta Streaming tramite la pagina Facebook Quartieri dell’Arte
FREETIME
di Gian Maria Cervo e dei Fratelli Presnyakov. Regia di Pierpaolo Sepe
Con Cesare Ceccolongo, Chiara Degani, Gregorio De Paola, Riccardo Festa, Noemi Francesca, Martina Galletta, Giorgia Masseroni, Giuseppe Orsillo.
Con la partecipazione in voce di Vukan Pejovic.
Scene e costumi di Christin Vahl. Costumista collaboratrice Rossella Oppedisano.
Make-up Valeria Pacini.
Disegno luci Stefano Berti.
Coordinamento Luigi Cosimelli, Massimo Risi, Marco Vaccari e Diego De Grandis.
Prodotta dal Festival Quartieri dell’Arte per il Teatro Reale di Zetski Dom – Cettigne- Montenegro in coproduzione con la Dramaturgie
“Freetime” scritta da G.M. Cervo e dai Fratelli Presnyakov (Oleg e Vladimir Presnyakov), adotta la serie teatrale originale di Gian Maria Cervo “Il tempo libero” come found materials che prendono nuova forma in un’opera teatrale in cui le situazioni liquide dei lavoratori contemporanei e i viaggi attraverso il tempo e gli universi paralleli diventano metafore le une degli altri.
Al centro del testo sono le paure, la solitudine, la materia oscura dell’universo, il bisogno di qualcuno nella propria esistenza di un gruppo di persone le cui relazioni ed esperienze erratiche descrivono il mondo erratico di oggi che è sempre solo a un passo dalla caduta.
Iniziando con il crollo della Lehman Brothers, ambientata nelle oscure atmosfere dell’economia contemporanea, l’opera attraversa gli ultimi dieci delicati anni di storia europea e globale.
La storia è stata sviluppata attraverso un “treatment” (emendato e perfezionato nel corso degli incontri) che Cervo e i Fratelli Presnyakov hanno composto durante la prima settimana di lavoro collettivo. In quella stessa settimana gli autori si sono divisi i compiti di scrittura delle scene. In una fase successiva Cervo ha dato feedback ed emendato le scene dei Presnyakov e i Presnyakov hanno fatto lo stesso con le scene di Cervo. Un duo di traduttori, Amedeo Pagliaroli e Polina Tsypilova, è stato a disposizione dei drammaturghi per le traduzioni rispettivamente dal russo all’italiano e dall’italiano al russo.
Gli incontri diretti tra gli autori si sono invece tenuti in lingua inglese e in inglese è stato proposto il primo reading del testo all’Oslo International Acting Festival (nella traduzione dell’attore e drammaturgo inglese Giles Smith).
Racconta Gian Maria Cervo a proposito del processo creativo: “Alla fine del reading a Oslo ho fatto vedere a Oleg e Vova (Vladimir) l’immagine che mi aveva accompagnato durante la stesura delle mie sezioni del testo, l’affresco di Luca Signorelli La resurrezione della carne che si trova nel Duomo di Orvieto. All’inizio pensavo che fosse un’immagine molto personale ma poi quando ho visto la scena di Oleg e Vova in cui sono protagonisti TORSO e MANO (che ho solo molto minimamente e parzialmente modificato) ho capito che per qualche strana ragione l’idea della resurrezione della carne doveva essere stata pervasiva in tutti noi. Ma c’è anche un’altra opera pittorica che per me evoca la struttura narrativa dell’opera: La deposizione di Viterbo di Sebastiano del Piombo, realizzata su cartone di Michelangelo. Lì ai piedi della Madonna si vede un bellissimo Cristo morto la cui pelle non è pallida come quella che normalmente avrebbe un cadavere. La carnagione è piuttosto scura. Sebastiano vuole rappresentare una specie di pre-fase o primissima fase della resurrezione. Quella del Cristo morto di Sebastiano è un’immagine ambigua, non si capisce se di un cadavere o di un uomo che sta risorgendo. Credo che con l’alternanza di scene cinematografiche (con dei momenti cool fun) e monologhi di storiografia critica io, Oleg e Vova abbiamo inconsciamente creato l’immagine di un’umanità cadavere che potrebbe essere sul punto di risvegliarsi ma che non può essere ancora vista risvegliata.”
La versione inglese di “FREETIME” di Gian Maria Cervo e dei Fratelli Presnyakov è stata proposta in forma di mise en espace diretta dai Fratelli Presnyakov all’Oslo International Acting Festival nel giugno 2018 con il seguente cast in ruoli multipli: Kate Pendry, Samantha Lawson, Rebekka R. Jynge e Joakim Thrane. Il testo è stato poi incluso nell’antologia “Collaborative Playwriting” pubblicata da Routledge nel 2019 e curata da Paul Castagno.
19/20 Settembre | ore 12.00 | Giardini di Ararat – Bagnaia
L’ASINO
Di Jon Jesper Halle | Regia di Gianluca Iumiento | con Stefano Sabelli e Anna Paola Vellaccio
Una coproduzione del Festival con KHIO Oslo, Florian Metateatro e Teatri Molisani
L’asino è un testo che descrive il sentimento di sentirsi intrappolati nella propria vita, nel proprio passato, oppressi da una società della quale non ci si sente parte. Il testo esplora anche il sentimento d’aggressione che un individuo può sviluppare contro il conformismo della massa informe che è la classe media scandinava. Il dramma esplora il desiderio viscerale di immaginarsi rapito, sradicato da tutto e da tutti, lontano dagli occhi della gente e infondo anche dai propri. Nella commedia ci sono solo due personaggi, Kari e la Voce, e l’azione nel testo è il viaggio di Kari che fugge da una società della quale non vuol più far parte, verso una della quale non conosce ancora niente.
La piece inizia con Kari che urla: “Aiutatemi. Non posso più stare qui. Non ho mai chiesto di stare qui. Per favore, se riuscite a vedermi, aiutatemi.” Inseguito spunta il personaggio della Voce che promette di aiutare la donna a patto che lei racconti tutta la verità sulla propria storia. In questo modo i due si imbarcano in un lungo e difficile viaggio comune. La voce sfida costantemente Kari con nuovi interrogativi, lei risponde raccontando e confidandosi. In questo modo viaggiano insieme e migrano di posto in posto. L’asino è un testo polivocale, che si ispira alle teorie di scrittura di Paul C. Castagno, e nel quale il linguaggio è il vero motore del testo. L’azione è un intreccio tra il piano narrativo realistico – la storia di Kari – quello satirico – una critica della claustrofobica società norvegese – e quello mistico e metaforico – dove la narrazione prende improvvisamente forme mitologiche. 62 Kari sogna di fuggire, la voce l’aiuterà a farlo, ma il prezzo da pagare sarà molto alto.
25 Settembre | ore 20.30 | Piazza San Lorenzo – Viterbo
LA GENTE DI MONTMARTRE TIRA IL DIAVOLO PER LA CODA
Una performance di Yoris Petrillo
produzione Associazione Culturale Twain. Una coproduzione ispirata a un quadro di Jean Veber, contemporaneo di Toulouse Lautrec, vignettista, pittore e animatore delle notti parigine. E’ un quadro che parla di giustizia sociale e di prendersi rischi, una cosa che la gente tende a fare sempre meno. Lo spettacolo realizza una sinestesia tra immagine pittorica, drammaturgia e danza in una performance divertente ma anche provocatoria.
ore 21.00 | Piazza San Lorenzo – Viterbo
CATERINA ARTEMISIA IPAZIA…E LE ALTRE
Di Laura Curino e Patrizia Monaco / Regia Consuelo Barilari / Con Laura Curino Openwork del progetto omonimo di drammaturgia collettiva
Teatro e Arte si intrecciano nei diversi personaggi femminili che Laura Curino evoca ed interpreta, in un racconto ironico, tagliente e molto spesso comico: Artemisia Gentileschi, Caterina d’Alessandria, Giovanna d’Arco, Ipazia, Lucrezia, Susanna e i Vecchioni, Giuditta. I personaggi nella narrazione e le immagini delle principali opere d’arte di Artemisia Gentileschi e di altri artisti del ‘500 e ‘600, si intrecciano di continuo e vanno a comporre su tulle una suggestiva scenografia a più livelli di grandi video proiezioni. Scorrono, appaiono sorprendendoci, vibrano, si frammentano e si alternano nella narrazione le opere di Artemisia Gentileschi: Giuditta che decapita Oloferne, Santa Caterina di Alessandria, Danae, La ninfa Corisca e il satiro, Autoritratto con liuto, Cleopatra, Autoritratto come allegoria della Pittura, Sansone e Dalida, Davide e Betsabea, Giaele e Sisara, Clio, la musa della storia, Santa Cecilia, Conversione della Maddalena, Ester e Assuero… E le opere dei maestri che Artemisia evoca e invoca come Giuditta e Oloferne di Caravaggio La scuola di Atene di Raffaello, Tre arcangeli e Tobiolo di Filippo Lippi, Tre arcangeli e Tobiolo di Francesco Botticini, Stanza dell’Aurora di Agostino Tassi e il Guercino, Il concerto musicale con Apollo e le Muse Agostino Tassi e Orazio Gentileschi e molti altri. “Sulla tela vendicherò il mio stupro. Datemi un esercito, che voglio combattere; datemi un campo di battaglia e sentirete lo schianto della mia forza contro la sua mitezza; il clangore della mia violenza contro il bisbiglio della sua bontà da sacrestia. Datemi una guerra perché, a 21 anni, possiedo armi già ben forgiate, spade da affondare nella lussuria di principi e cardinali in forma di Cleopatre, Lucrezie, Veneri e Susanne; picche da infilzare nelle perversioni dei miei committenti a guisa di Giuditte, Maddalene e Giaele. Tutti desiderabili nudi di donne cui infliggere torture o da cui ricevere dolore: questo mi hanno fatto gli uomini, questo io voglio restituire alla loro impudica bramosia. Ero in mezzo a due fazioni di luride canaglie e ho pagato per tutti quei miseri uomini che si sono affrontati sul mio corpo non avendo il fegato di sfidarsi apertamente fra loro. ORA IO VI SFIDO. Mi farò vendetta con la pittura, dipingerò quadri potenti come nemmeno ho visto fare a Caravaggio. Bazzicava in bottega Caravaggio, si intendeva con mio padre. La conosco la sua Giuditta che taglia la testa a Oloferne: l’ho rifatto uguale il movimento delle braccia, ma la mia eroina non ha quell’espressione schifata quando fa zampillare la vena giugulare, né tira indietro il busto per paura di sporcarsi l’abito. Io affonderò la mia spada con voluttà. Dove siete, pittoruncoli? Io posso uccidere e sgozzare il più grande dei vostri campioni con le vostre stesse armi. IO, la figlia diun farabutto, la disonorata daundelinquente, io nonvoglio che mi sia concesso dipingere, io lo farò e basta.
27 Settembre | ore 21.00 |
28 Settembre | ore 00.30 | Palazzo Orsini – Bomarzo
THE WAY IT SOUNDED
Installazione e performance di Arturo Annecchino | Con Elisabetta Mazzullo | Musica dal vivo: Arturo Annecchino
The Way It Sounded è un progetto teatrale che prova a riprodurre suoni, voci e opinioni relativi alle funzioni originali di luoghi che, attraverso anni o secoli, hanno cambiato destinazione d’uso, oppure sfida il pubblico a immaginarli.
Com’era il Palazzo Orsini di Bomarzo quando era la misteriosa dimora di Vicino Orsini?
Che suoni c’erano in un ormai noto caffè del centro quando era una camiceria?
Per raggiungere lo scopo il Festival crea un ensemble fatto di compositori (va almeno citato per tutti il grande Arturo Annecchino), artisti visivi, performer, modelli e attori.
Arturo Annecchino Romano d’adozione, è autore di musica per teatro e danza. Ha collaborato con registi e artisti della scena nazionale e internazionale. Dai primi anni Novanta partner artistico del regista Peter Stein, ha composto le musiche non solo per gli spettacoli del maestro tedesco, ma anche per altri artisti tra cui: Alfredo Arias, Susan Sontag, Massimo Castri, Deborah Warner, Valerio Binasco, Luigi Squarzina, Janush Kika, Giuseppe Patroni Griffi, Jean Claude Berutti, René de Ceccatty, Attilio Corsini, Lindsay Kemp, Sosta Palmizi, Glauco Mauri, Giorgio Ferrara, Paolo Magelli, Walter Pagliaro, Luca Zingaretti, Massimo Giuseppe Chiesa.
Autore di opere radiofoniche, ideatore di performance teatrali, ha affrontato con gli album “Midnight piano” (2007) e “Midnight piano 2” (2009) la ricerca della musica “pura” affidata ai timbri del pianoforte solo, mentre nel terzo capitolo, diventato “Midpiano 3”, affianca al suo strumento elementi e musicisti derivati dalla musica popolare, rock e contemporanea. Annecchino ha lavorato per il cinema d’autore, collaborando agli ultimi film di Sergio Castellitto, ottenendo una nomination come “migliore canzone” (Twice born) per il film Venuto al mondo del regista sopracitato.
02/04 Ottobre ore 17.00 | Borgo/Bassano in Teverina
I VEBER
Un ciclo drammaturgico dedicato ai fratelli Jean e Pierre rispettivamente pittore e drammaturgo | a cura di Gabriele Paupini | ALT QVM in collaborazione con il Festival.
Jean Veber (1864 –1928) nacque a Parigi. Formatosi come pittore, divenne illustratore quando suo fratello Pierre lo esortò a entrare a far parte dello staff del quotidiano Gil Blas. Nel 1897, il suo disegno raffigurante Otto von Bismarck come un macellaio della sua stessa gente ha causato una grande controversia. Alcune delle sue caricature sono state pubblicate anche su L’Assiette au Beurre e Le Rire. Veber si arruolò volontario nella prima guerra mondiale all’età di cinquant’anni. Fu intossicato da gas velenosi e smobilitato nel corso del 1918.
Pierre Veber (Parigi 1869 – ivi 1942), divenne assai noto agli inizî del Novecento come autore di brillanti opere drammatiche, per lo più scritte in collaborazione con altri. Pubblicò anche romanzi e saggi, soprattutto di argomento teatrale.
3 Ottobre | ore 19.00-19.30-20.00 | Palazzo Orsini – Bomarzo
LO STUFATO
Scritto e diretto da Flavio Murialdi | Con Flavio Murialdi e Massimo Risi
Lo stufato è un testo che ha a che fare con la gravità di una situazione. Due personaggi si incontrano in un luogo non precisato e tramite i vari significati delle parole passano da un argomento all’altro e scavano nel proprio animo delineando sempre più il loro carattere e il loro passato. I due rappresentano una grande fetta di umanità contemporanea, infatti non si chiamano mai per nome. Sono le parole, le ambivalenze, le ambiguità delle frasi le vere protagoniste dello spettacolo: sono loro che fanno accedere ai ricordi, che infiammano gli animi dei nostri personaggi. + e – si incontrano in uno spazio vuoto, e cominciano a parlare degli argomenti più disparati, si capisce che si conoscono. I loro discorsi li porteranno a toccare un tabù: verrà nominata, tramite un gioco linguistico, una donna, e da quel momento si arriverà ad un punto di svolta che porterà lo spettatore ad accedere al passato dei personaggi. Entrerà in gioco sia il rapporto che i due hanno con il ricordo sia quello con la violenza: una più fisica e l’altra più psicologica. Lo stufato è un corto teatrale, la sua durata di venti minuti, fa sì che sia facilmente replicabile anche in una stessa serata. La sua struttura è fatta in modo che possa essere ripetuta all’infinito, come se i due fossero condannati a rivivere il ciclo dello spettacolo e a ricordare frammenti dolorosi del proprio passato.
La scena de Lo stufato è volutamente povera, infatti oltre agli attori sono presenti solo due sedie. In questo modo il luogo di rappresentazione sarà caratterizzante per creare una cornice dentro cui si svolgerà la scena.
Dal 05 Ottobre al 10 Ottobre, 12 e 13 Ottobre 2020 | Tutti i giorni alle 13.00 | Sabato 10 Ottobre alle ore 20.00 Vari Locali di Viterbo
THE WAY IT SOUNDED
Una co-realizzazione del Festival con Haiku e La Dramaturgie | Guest Artist: Federico Paris
The Way It Sounded è un progetto teatrale che prova a riprodurre suoni, voci e opinioni relativi alle funzioni originali di luoghi che, attraverso anni o secoli, hanno cambiato destinazione d’uso, oppure sfida il pubblico a immaginarli.
Com’era il Palazzo Orsini di Bomarzo quando era la misteriosa dimora di Vicino Orsini?
Che suoni c’erano in un ormai noto caffè del centro quando era una camiceria?
Per raggiungere lo scopo il Festival crea un ensemble fatto di compositori (va almeno citato per tutti il grande Arturo Annecchino), artisti visivi, performer, modelli e attori.
Arturo Annecchino Romano d’adozione, è autore di musica per teatro e danza. Ha collaborato con registi e artisti della scena nazionale e internazionale. Dai primi anni Novanta partner artistico del regista Peter Stein, ha composto le musiche non solo per gli spettacoli del maestro tedesco, ma anche per altri artisti tra cui: Alfredo Arias, Susan Sontag, Massimo Castri, Deborah Warner, Valerio Binasco, Luigi Squarzina, Janush Kika, Giuseppe Patroni Griffi, Jean Claude Berutti, René de Ceccatty, Attilio Corsini, Lindsay Kemp, Sosta Palmizi, Glauco Mauri, Giorgio Ferrara, Paolo Magelli, Walter Pagliaro, Luca Zingaretti, Massimo Giuseppe Chiesa.
Autore di opere radiofoniche, ideatore di performance teatrali, ha affrontato con gli album “Midnight piano” (2007) e “Midnight piano 2” (2009) la ricerca della musica “pura” affidata ai timbri del pianoforte solo, mentre nel terzo capitolo, diventato “Midpiano 3”, affianca al suo strumento elementi e musicisti derivati dalla musica popolare, rock e contemporanea. Annecchino ha lavorato per il cinema d’autore, collaborando agli ultimi film di Sergio Castellitto, ottenendo una nomination come “migliore canzone” (Twice born) per il film Venuto al mondo del regista sopracitato.
Federico Paris Artista poliedrico, sfrutta la molteplicità di esperienze in vari campi in un linguaggio trasversale, imperniato su una continua ricerca di tecniche e materiali e concetti. Ha al suo attivo numerose personali e collettive in Italia e all’estero, in spazi istituzionale importanti
E’ autore di molte performance urbane, famosa quella per i mondiali di nuoto del 2009 a Roma quando ha riempito molte piazze della capitale con delle teste scultura di nuotatori fino a piazzarne più di cento in un blitz non autorizzato a piazza Navona.
Ha numerose collaborazioni nel campo della moda soprattutto con la Maison “Gattinoni” con l’agenzia “AltaRoma” con la Camera Nazionale della Moda. Ha collaborato con il “Gruppo Lineapiù” Ha lavorato inoltre per “Gucci”, “Emilio Pucci”, lo stilista “Dennis Basso” (New York), e Dior, ha ideato scenografie per allestitori quali Redstudio, Mazzini eventi e FROM STUDIO.
E’ ideatore e fondatore del “Gruppo Cicala” associazione culturale che si occupa della promozione di linguaggi artistici, teatro, musica e arti visive. Nel cinema ha collaborato con registi come Barry Morrow premio Oscar per Rain Man per il film Smitten! (2016) o Ridley Scott nei film All the Money in the World (2017) e Exodus: Gods and Kings (2014).
11 Ottobre | ore 12.00 | Castello Farnese – Carbognano
MOLLY BLOOM
Da Joyce | Diretto e interpretato da Diana Höbel | Produzione Trento Spettacoli
Di notte, a letto, incapace di dormire, Molly, moglie di Leopold Bloom, ripensa a tutti gli uomini che ha incontrato. Liberamente, senza inibizioni, attraversa ogni genere di fantasie e perversioni, sue o di quelli. È una marea conturbante di immagini che le impediscono di prendere sonno, sulle quali si innesta un altro pensiero ricorrente: la gelosia verso il marito, certamente traditore. Alla fine, però, arriva il ricordo del giorno “…che eravamo stesi tra i rododendri sul promontorio di Howth con quel vestito di tweed grigio e il cappello di paglia il giorno che mi sono fatta fare la proposta sì…”. È il vagheggiamento della vita come è percepita nella prima giovinezza, in tutta la sua accecante forza, quando i colori, i sapori, le sensazioni sono totalizzanti ed estreme. “La mia versione – ridotta – del celebre monologo corre verso la rievocazione di quell’istante. La passione è assoluta. Pura, perché non ancora inficiata dalla consapevolezza della caducità di ogni trasporto, percepita da sensi non ancora saturi. Pura nel pronunciamento del primo, fatidico, Sì, lo voglio…Sì.” (Diana Höbel)
Diana Hoebel nasce a Napoli, per metà tedesca, vive tra Roma e Trieste. Attrice, autrice e regista, diplomata alla “Paolo Grassi” nel ’95. Ha studiato con K.Ida, M.Consagra, T. Salmon, S.Soldini, perfezionandosi con M. Martone e K. Lupa. Appena diplomata, incomincia a lavorare con la Compagnia di Attori e Marionette di G. e C. Colla. È stata diretta da K.Bogomolov, G. Costa, Massimo Castri, J.Wisniewski ,M.Conti S. Sinigallia, S.Mabellini. Ha lavorato nel cinema nelle pellicole “Il ragazzo invisibile”, di G.Salvatores (Prof.Siani), “Se chiudo gli occhi non sono più qui”, di V.Moroni (Prof.Giustozzi),”Santa Veronica Giuliani” (Santa Veronica), di G.Ziberna, “Cento anni” di D.Ferrario. Autrice e interprete di: “Vulcano”, finalista Premio Scenario 2001; “Carmen”, storia di una partigiana, prod. Fondazione Benetton (2006); “Frau Bach”, prod. Comune di Rimini per Sagra Musicale Malatestiana(2008); “Max Fabiani,e l’anima del mondo” , “8558 Hack”, “Paolo Budinich e i paradossi dell’avventura”,prod.Sissa (2016); “De Tuoni”, (2016) e “Ugly Duckling”, prod.Museo Joyce, Trieste(2017). Regie: “Anche le pulci hanno la tosse”,di F.Tomizza,prod.La Contrada, Dramma Italiano di Fiume (2017),”Le amanti” di E.Jelinek, prod.Miela Bonaventura(2017), “Mary Rose”, di J.Barrie,prod.Cut Trieste(2018)
14/16 Ottobre | ore 21.00 | Teatro Pocci – Tuscania
BERLINO NON È TUA
Di Alejandro Moreno | Traduzione di Gian Maria Cervo e Alberto Pichardo y Gallardo |
Regia di Alessio Pizzech | con Turi Moricca | Produzione Sicilia Teatro
BERLINO NON E’ TUA In una nuova produzione di Siciliateatro diretta da Alessio Pizzech.
Turi Moricca incontra la scrittura passionale -dai toni che ricordano la drammaturgia di Sarah Kane e la cinematografia di Pedro Almodovar- di Alejandro Moreno, autore e cineasta cileno, restituita in una nuova versione di Gian Maria Cervo e Alberto Pichardo y Gallardo.
Alessio Pizzech, nasce a Livorno nel 1972, ancora bambino si dedica al canto, lavora in un circo fino a 18 anni e in un attimo, da promessa del teatro, la critica lo definisce come uno dei più significativi registi italiani. Con straordinaria energia mette in scena circa 120 spettacoli fra prosa e lirica collaborando con tutti i principali teatri e festival italiani
17 Ottobre 2020 ore 17.00 – Piazza Umberto I – Bassano Romano
CARAVAGGIO E IL TEATRO
Di e con Gianni Papi
Gianni papi uno dei più grandi esperti di Caravaggio del mondo, ci offre ipotesi di rapporti tra Caravaggio ed il teatro aprendoci nuove porte sul mondo Caravaggiesco
Gianni Papi è uno dei massimi studiosi di Caravaggio e dell’ambiente caravaggesco a Roma e a Napoli. Ha curato le mostre: Artemisia (Firenze, 1991); Giovanni Serodine 1594/1600 – 1630 e i precedenti romani (Rancate, 1993); Il genio degli anonimi (Milano, 2005), La “schola” del Caravaggio. Dipinti dalla Collezione Koelliker (Ariccia, 2006); Caravaggio e caravaggeschi a Firenze (Firenze, 2010); Andrea Commodi (Firenze, 2012); Gherardo delle Notti (Firenze, 2015). Ha pubblicato i seguenti volumi monografici: Cecco del Caravaggio (1992 e 2001), Orazio Borgianni (1993), Andrea Commodi (1994), Antiveduto Gramatica (1995), Gerrit Honthorst in Italia (1999), Spadarino (2003), Ribera a Roma (2007), Bartolomeo Manfredi (2013). Numerosi contributi sono comparsi nelle maggiori riviste, fra cui oltre quaranta in ‘Paragone’, ma anche in ‘The Burlington Magazine’, ‘Bollettino d’arte’, ‘Arte cristiana’, ‘Storia dell’arte’, ‘Studi di storia dell’arte’, ‘Ars Magazine’, ‘Artibus et historiae’, ‘Artitalies’.
18 Ottobre 2020 a partire dalle ore 12.00 | Piazza Umberto I – Bassano Romano
CECCO DEL CARAVAGGIO
di Gian Maria Cervo e Francesco Di Mauro
“Cecco del Caravaggio” si è sviluppato grazie a una scoperta fortuita e misteriosa, accompagnata da circostanze “junghiane” come dice uno degli autori, Gian Maria Cervo, verificatesi tra il Teatro Stalla Matteo Latino di Mattinata e il Santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo. Mentre Cervo si trovava in visita alla grotta del Santuario, infatti, in una pausa di riposo da una residenza drammaturgica e dopo aver parlato per 3 giorni di Caravaggio e del suo modello, assistente e compagno Cecco, scorse un graffito dalla datazione non chiaramente leggibile, inciso con grande maestria da un Francesco Boneri, bresciano. Francesco Boneri è il vero nome di Cecco del Caravaggio e sono ancora in corso delle ricerche per capire se il Francesco Boneri autore del bellissimo e artistico graffito possa essere un membro della famiglia a cui apparteneva Cecco, una famiglia storica di pittori e artisti visivi, attiva in Lombardia come minimo dal Cinquecento.
Dalle incredibili circostanze è nata una narrazione affascinante a cui hanno partecipato artisti noti e emergenti a livello nazionale e internazionale: tra questi Fausto Cabra, apprezzato giovane attore shakespeariano che ha aperto, nel ruolo di protagonista (Vindice) quest’anno, la scorsa stagione teatrale del Piccolo Teatro di Milano, ponendosi al centro dell’attesissima messa in scena del grande regista britannico Declan Donnellan; Federico Russo, giovanissimo attore protagonista delle serie della Disney Italia, assediato dalle teenager durante le fasi di sviluppo del progetto, Christin Vahl una delle più apprezzate scenografe e costumiste del teatro tedesco e internazionale.
Il progetto trova una sua prosecuzione con uno spettacolo ibrido tra museo, teatro e cinema a Bagnaia dove Cecco ha realizzato l’unico affresco della sua vita: THE CECCO CYCLE – Poesie di AlbertOstermaier
23 Ottobre ore 21.00 | 24 Ottobre ore 23.30, 25 Ottobre ore 20.30 | Palazzo Gallo – Bagnaia
I MORTI NON MUOIONO. UN AMICO DI UN AMICO È UN MIO AMICO
Di Gianni Politi | Regia di Riccardo Festa | con Cesare Ceccolongo Luigi Cosimelli Riccardo Festa e Massimo Risi | Una coproduzione del Festival con Urteatro e La Dramaturgie
Un ricordo di Cecco del Caravaggio all’insegna del cool fun.La drammaturgia concepita da Gianni Politi “I MORTI NON MUOIONO. UN AMICO DI UN MIO AMICO E’ MIO AMICO” si pone l’obiettivo di far riemergere la memoria di Cecco del Caravaggio in una modalità completamente innovativa e divertente.
In collaborazione con la prestigiosa GNAM (Galleria Nazionale di Arte Moderna) di Roma. Una performance in cui i fantasmi della pittura del passato si riappropriano del territorio, ironicamente intelligente, particolarmente adatta a un pubblico giovane ma ricca di densità culturale e riflessioni sull’arte in Italia.
Gianni Politi, autore e artista visivo è nato a Roma nel 1986. Ha esposto i suoi lavori in numerosi musei e istituzioni, tra cui Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma, Nomas Foundation di Roma, American Academy in Rome e Italian Cultural Council di Praga.
Riccardo Festa dopo essersi diplomato alla scuola Quelli di Grock prosegue la sua formazione in seminari tra i quali quelli di: Lella Heins, Serena Sinigaglia, Mamadou Djoume, Robero Lun e Danio Manfredini. Comincia quindi la sua carriera artistica in teatro, recitando nel 1999 in Edoardo II e Maybe, spettacoli diretti da Brunella Andreoli. Successivamente lavora nell’Amleto di Gaddo Bagnoli e con Wyn Johnes, della Guildhall School of Music and Drama di Londra, nella messinscena di Closer di Patrick Marber. Sempre in ambito teatrale a Orzinuovi, è regista e drammaturgo della Compagnia URTeatro. Appare in alcuni spot pubblicitari e fiction, tra le quali La squadra, Carabinieri 5, Un ciclone in famiglia 2, R.I.S. 2 – Delitti imperfetti, Terapia
D’urgenza e Un posto al sole, in cui copre il ruolo del dottor Alberto Marotta. Esordisce al cinema nel 2006 con A casa nostra di Francesca Comencini.
5 Novembre | ore 21.00 | Teatro Pocci – Tuscania
DARK PINK
Di Erdem Avsar | con Cesare Ceccolongo Luigi Cosimelli e Massimo Risi | Una coproduzione del Festival con Galleria Toledo di Napoli, Associazione Culturale Twain
Mehmet. Ha una stanza a Istanbul e un materasso. E i suoi clienti. “Signore, Mehmet è qui. Dicono che è scappato. Da casa. Da Bursa. Dicono che fa la marchetta o una cosa del genere. ‘Mai nelle vita,” lui dice, ‘farò il militare’ lui dice.” Havva. La madre di Mehmet. Lasciata tutta sola dopo Mehmet. Se suo figlio non avesse detto che aveva bisogno di lei, ché i soldati l’hanno chiamata che doveva venire a Istanbul, non avrebbe nemmeno saputo che lui era vivo. Non è la riunione che lei immaginava. Ma è meglio che niente. Mehmet e Havva si incontrano per la prima volta dopo quattro anni. E devono imparare a vivere insieme.
Rasim Erdem Avsar, giovane drammaturgo turco, vincitore del prestigioso Kevin Elyot Award, ha completato questa sua opera alla prestigiosa International Residency del Royal Court Theatre di Londra, con la supervisione di tre drammaturghi conosciuti in tutto il mondo come Zinnie Harris, Mark Ravenhill e Richard Twyman. Ora la residenza periferie artistiche e il Festival Quartieri dell’Arte gli danno l’opportunità di confrontarsi con un cast e un team creativo internazionali (che include l’emergente regista norvegese Martin Thomas) per la messa in scena della prima mondiale del suo lavoro.
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STAFF QUARTIERI DELL’ARTE 2020
Fondatore: Gian Maria Cervo
Direttore artistico: Gian Maria Cervo
Condirettore: Alberto Bassetti
Associates della direzione artistica e responsabili ufficio organizzativo: Cesare Ceccolongo Luigi Cosimelli e Massimo Risi
Responsabile degli allestimenti: Comitato scientifico Manuel Anselmi Marcello Carriero Ione Ciccioli Alberto Pichardo y Gallardo Federico Meschini Isaco Pracsolu Fabio Vincenti
Collaborazioni curatoriale : Eleonora Rava
Personale di sala mostra “Vago fiore”: Alessia Corinti Davide Cosimelli Lucia Retta Giulia Rutigliano Gaia Spadafora
Responsabile Luciaio: Stefano Berti
Grafica ed editing: Rocco Franceschi Arth Creative Italia
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INFO E PRENOTAZIONI:
ufficiostampaquartieridellarte@gmail.com
www.quartieridellarte.it