La 45ª edizione del “Premio Born”, uno dei più prestigiosi premi teatrali di Spagna, la cui cerimonia di premiazione si svolge annualmente a Minorca, nelle Isole Baleari, è stata vinta dal catalano Josep Maria Miró con il testo inedito “Il corpo più bello che si sia mai visto da queste parti”. Grande soddisfazione per Miró, sia perché al premio hanno partecipato ben 571 testi, sia perché è la terza volta in dieci anni che riceve questo riconoscimento che lo accredita come uno dei più validi drammaturghi non solo spagnoli ma di livello internazionale.
Ancora una volta – come nel caso di Sergio Blanco – il centro di Produzione Pupi e Fresedde-Teatro di Rifredi è stato il primo in Italia a tradurre, pubblicare e portare in scena questo eccellente artista, ormai rappresentato in più di venti paesi nel mondo. Infatti nel febbraio 2018 è andato in scena prima a Firenze e poi a Roma “Il principio di Archimede”, tradotto e diretto da Angelo Savelli e interpretato da Giulio Maria Corso, Monica Bauco, Riccardo Naldini e Samuele Picchi. Lo spettacolo, spiazzante e toccante, ha riscosso ovunque un grande successo di critica e di pubblico e verrà riproposto in una nuova versione nella seconda parte della stagione al Teatro di Rifredi. Per questa occasione, – dopo il “focus” dedicato a Sergio Blanco e quello a Rémi De Vos – il teatro sta progettando un’iniziativa speciale in cui incontrare nuovamente l’autore e far conoscere, attraverso il contributo di un prestigioso artista nazionale, l’opera vincitrice del premio.
′′Il corpo più bello che si sia mai visto da queste parti” è il primo monologo di Miró ed ha la particolarità di essere stato scritto con libertà di genere, età o aspetto fisico. Infatti può essere interpretato indifferentemente da un’attrice o da un attore, che presta la sua voce a sette personaggi presenti e uno assente. Ambientato in un piccolo paese di provincia, il testo ruota intorno all’omicidio di un bellissimo ragazzo, mostra e denuncia i conflitti e le ipocrisie nascosti sotto una facciata di perbenismo e di comodi silenzi. Una vicenda fortissima ma segnata da quell’alone di ambiguità che contraddistingue sempre la scrittura di Mirò, ed epicamente raccontata da una serie di personaggi dalla forte personalità drammatica.
Alcune delle più rappresentative opere di Josep Maria Miró sono pubblicate, con la traduzione di Angelo Savelli, presso la casa editrice Cue Press.