In questa poesia Giovanni Luca Valea prende spunto da un celebre episodio narrato dal Secondo Libro di Samuele. Betsabea, che il poeta immagina come una ballerina, si lava sul terrazzo della reggia, mentre il Re David la osserva pieno di desiderio. Una voce – forse divina – tenta di ricondurlo al suo dovere, ma David sente il suono della cetra e il fuoco della donna.
… e dal tetto vide una donna
che si lavava
Samuele, II
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Quella fiamma porta il tuo nome
La voce induce il Re al trono
e allo splendore della corona,
ma la ballerina con i capelli
al vento lava piano le spalle sul
terrazzo della reggia. Un incanto
tale giace tra sospiro e carne.
Che dovesse danzare era legge,
ma un calore le prende la veste.
La cetra di legno umile suona
ma la musica pare infinita.
Ha un fuoco, la donna, che le turba
il sonno. Sii dolce, o eletto,
ma non lesinare la tua forza.
Quella fiamma porta il tuo nome.