Il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, lancia una serie di cinque brevi documentari video dal 5 al 22 novembre, online per “raccontare” l’Archivio storico del Teatro. “L’archivio dei tesori” sui social del Maggio, la domenica e il giovedì sera alle 20:45.
Un “dietro alle quinte” spettacolare e attraente quanto una vera messa in scena.
Il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, lancia “L’Archivio dei tesori”, una serie di cinque brevi appuntamenti video trasmessi on line sui propri social (Facebook, Twitter, Instagram) per “raccontare” l’archivio storico del Teatro. A iniziare da domenica 8 novembre – ma con una puntata introduttiva trasmessa on line il 5 novembre – e con un appuntamento serale alle 20.45 al giovedì e poi alla domenica successiva e così fino al 22 novembre, in compagnia di Manuel Rossi, responsabile dell’archivio, in una serie di video della durata di qualche minuto ognuno, verranno svelati alcuni segreti, molte curiosità partendo dall’archivio propriamente detto, poi parlando dei bozzetti e figurini che vi sono conservati, i modellini, i diari e le dediche, i costumi, si abbracceranno i novant’anni della vita e della storia del Maggio. Cinque interessantissime puntate come per affondare le mani in quello che è quasi un forziere dei tesori del Maggio, inaugurato poco più di un anno fa.
5 novembre – Benvenuti nell’Archivio del Maggio
8 novembre – L’hardware ‘cartaceo’
12 novembre – I bozzetti e i figurini: grandi artisti al Maggio
15 novembre – I modellini: allestimenti in scala
19 novembre – Il diario delle firme: testimonianze dal passato fino a oggi
22 novembre – I costumi di scena visti da vicino
Quando nel 1928, Vittorio Gui fondò l’Orchestra Stabile Fiorentina, forse non avrebbe mai potuto immaginare che quasi un secolo dopo, si sarebbe potuta accumulare, anno dopo anno, grazie alle stagioni successive e soprattutto alla fondazione del Festival, tanta storia di cultura che è stata fondamentale non solo per Firenze ma per tutto il mondo nell’ambito delle arti figurative e musicali. L’Archivio della Fondazione del Maggio conserva quindi questo inestimabile patrimonio di storia non solo italiana ma internazionale. L’obbiettivo di questa breve serie di documentari è di accompagnare il pubblico all’interno dell’archivio e di farlo scoprire “camminando” insieme passo a passo in quelle che sono le sue peculiarità principali: gli abiti e i costumi di scena, le donazioni, i modellini, i bozzetti, gli autografi, la documentazione più preziosa.
L’Archivio del Maggio conserva un valore incalcolabile composto da quasi 13mila tra bozzetti, figurini disegnati e realizzati da alcuni degli artisti più importanti del Novecento come per esempio Guttuso, De Chirico, Sironi, Savinio; questi e molti altri caratterizzano il patrimonio – quasi incredibile – del Teatro che è a disposizione sia degli studiosi che degli appassionati del Teatro, sia ai semplici curiosi. Sono conservati in quasi mezzo chilometro di scaffali più di 100mila documenti a partire dal 1928 fino alla più recente contemporaneità, un migliaio di manifesti tra cui 200 prodotti da artisti di fama internazionale, circa 300 modellini, maquette, plastici, e tutta la serie completa degli autografi e dei programmi di sala.
L’Archivio del Maggio non può essere considerato come un luogo “chiuso”, un luogo dove si entra solo per studiare il passato, ma è uno spazio espositivo dinamico e di consultazione su due piani che continua a vivere quotidianamente insieme al teatro, continua a ricevere documenti, materiali nuovi e delle nuove produzioni; riceve le donazioni come quelle dei costumi di scena offerti al Maggio da Renata Tebaldi o da Ebe Stignani e che sono esposti a rotazione assieme ad altri cinquanta di interesse storico.
In questo periodo nel quale non è appunto possibile venirci di persona, il Maggio cerca di restare comunque vicino al pubblico, attraverso i suoi social e in questo caso offrendo e descrivendo uno spazio non ancora molto noto, aprendo una delle sue porte, ancorché virtuali, in modo di mostrare un “dietro alle quinte” spettacolare e attraente quanto una vera messa in scena.