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Tarzan ragazzo selvaggio

Il 26 maggio, ore 19, al Teatro Kismet, Bari

di Francesco Niccolini e Luigi D’Elia

molto liberamente ispirato a Tarzan of the Apes di Edgar Rice Burroughs

con Luigi D’Elia

regia di Francesco Niccolini e Luigi D’Elia

spazio scenico Deni Bianco e Luigi D’Elia

luci Paolo Mongelli

una coproduzione Teatri di Bari e INTI

con il sostegno di Giallo Mare Minimal Teatro Empoli

nell’ambito del progetto “Residenze” Art. 43 Mibact-Regione Toscana

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Lo spettacolo sostiene Survival International, movimento mondiale per i popoli indigeni, e la sua campagna per un nuovo modello di conservazione, efficace e rispettoso dei popoli indigeni, contro la conservazione coloniale che ruba la terra ai popoli nativi che la custodiscono e la abitano da sempre.

Alla fine del mondo. All’inizio di un altro.

Dopo oltre dieci anni di ricerca sul racconto della natura selvaggia e il successo di Zanna Bianca (Premio Eolo 2019, Miglior Spettacolo), l’attore, autore e scenografo Luigi D’Elia e il drammaturgo e regista Francesco Niccolini tornano insieme a confrontarsi con il pubblico dei più giovani con la testarda convinzione che ragazzi e adulti possano trovarsi insieme a vivere storie vere e selvagge senza nessuno sconto, senza paracadute e buonismi, senza compromessi.

Lo spettacolo Tarzan ragazzo selvaggio, al suo debutto nazionale, aprirà mercoledì 26 maggio alle ore 19 il Maggio all’Infanzia, festival promosso dalla Fondazione S.A.T. dedicato alle nuove produzioni di teatro ragazzi.

In questo nuovo lavoro che ci porta dal cuore del Congo al tempo che viviamo, il personaggio di Tarzan si libera della tradizione hollywoodiana: non ci sono alligatori uccisi dopo lunghe e pericolose nuotate, Cita – meglio dirselo subito – non esiste, e il rapporto con Jane è molto più complicato. La base del racconto teatrale è Tarzan of the Apes di Edgar Rice Burroughs, primo romanzo dell’infinita saga di Tarzan (scritto poco prima dello scoppio della Grande Guerra) che si mescola alla scrittura scolpita nel legno dei due autori, ma anche a Il Ragazzo selvaggio di Truffaut, Cuore di Tenebra di Conrad e la Londra povera e disperata descritta da Jack London nel suo Popolo dell’Abisso.

Uno spettacolo essenziale e volutamente scarno dove tutto è affidato alla narrazione, al corpo, alla voce, alla relazione organica con il pubblico. Siamo nella natura profonda e palpitante ma, anche e all’improvviso, nella grande città dell’uomo bianco. E’ uno spettacolo sui regni viventi, animale, vegetale e su un ragazzo che li attraversa senza sapere nulla della sua storia personale. Ma è soprattutto uno spettacolo sulla ricerca di una terra, un corpo, un’identità dove essere.

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Mercoledì 19 maggio 2021, h 16.30-18.00

COSA STAI CERCANDO QUI?
Tra teatro, pedagogia e sogno.

Un incontro di studio ispirato allo spettacolo TARZAN RAGAZZO SELVAGGIO

Intervengono
Teresa Ludovico, Direttrice artistica TEATRI DI BARI
Luigi D’Elia, autore e attore
Chiara Scardicchio, Docente di pedagogia Università di Bari
Francesco Niccolini, drammaturgo
Conduce l’incontro Nella Califano

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Note allo spettacolo

Esistono pochi casi reali di bambini cresciuti da soli nella natura o allevati dagli animali. E’ accaduto che siamo stati cresciuti da lupi, cani, scimmie, animali della Savana. Le loro storie si perdono nel tempo tra cronaca e leggenda, tra sogno e realtà. Qui abbiamo il dono del teatro che fa esistere per un’ora nel rito antico e carnale del racconto, del corpo dell’attore e del respiro del pubblico la storia un bambino rimasto orfano nella foresta del Congo e cresciuto volando da un albero all’altro come le scimmie. Tarzan, si diceva, era lo strano verso che facevano le scimmie per chiamarlo o indicarlo. Che nella loro lingua, perché ogni animale ha una sua lingua e un suo canto, voleva dire pelle bianca. Questo spettacolo, nato durante la più importante crisi sanitaria e ambientale del nostro tempo, racconta la sua storia, nuda e cruda, senza nessuna concessione alle promesse degli adulti e del progresso. Con il più grande amore per il mistero intoccabile della crescita, dell’umano e della nostra Terra.

Il progetto, come già successo altre volte nella ricerca di Luigi D’Elia (in passato lo spettacolo Storia d’amore e alberi è stato generatore di due boschi reali nati in collaborazione con le comunità locali), travalica lo spazio del teatro e mette i piedi nel mondo: Tarzan ragazzo selvaggio sosterrà Survival International, movimento mondiale per i popoli indigeni, e la sua campagna per un nuovo modello di conservazione, efficace e rispettoso dei popoli indigeni, contro la conservazione coloniale che ruba la terra ai popoli nativi che la custodiscono e la abitano da sempre.

Interazioni tra pubblico, di ragazzi e non, e le azioni di Survival saranno linfa che viaggerà con lo spettacolo che in epoca pandemica o post-pandemica non può ignorare la responsabilità dell’arroganza colonizzatrice dell’uomo civilizzato nei confronti della natura nel costringerci a vivere distanziati, con mascherina e a relazioni umane interrotte. Dad compresa.

Luigi D’Elia e Francesco Niccolini

La collaborazione con Luigi e Francesco viene da lontano. Probabilmente dal Maggio all’Infanzia e da quello che il festival ha rappresentato per il loro percorso. Ogni bivio o tappa importante ha avuto luogo qui. Ma è anche una condivisione piena di poetica e di un modo di pensare all’arte e alla narrazione per l’Infanzia e non solo. L’incontro con i temi di Tarzan è stato un dono in questo tempo, ma probabilmente ci saremmo incontrati comunque, anche intorno ad un’altra storia, solo per il desiderio di fare finalmente un pezzo di strada insieme.

Teresa Ludovico, direzione artistica TEATRI DI BARI

Quando ero piccolo, a Carnevale mi vestivo da Zorro o da Peter Pan, ma sognavo Tarzan: sognavo di lottare nei fiumi con i coccodrilli, e di saltare da un albero all’altro insieme a Cita. E poi volevo salvare Jane. Ora chiudo gli occhi e, finalmente, sono nella giungla. Eppure, dopo i tanti chilometri nella neve e nei boschi insieme a Luigi, dopo tanta natura selvaggia, ora questa giungla è molto diversa da come me la aspettavo…

Francesco Niccolini

Lo studio delle scimmie, la foresta di notte, il corpo di questo ragazzino perso nella giungla sono stati la mia compagnia durante il primo lockdown. Forse anche una salvezza. Sicuramente un altro luogo ancora di quel tempo. Non possiamo tornare alla normalità, perché la normalità era il problema, si ripeteva come un mantra. Vorrei essere sempre lì con questo spettacolo. In quella foresta. Alla fine del mondo. All’inizio di un altro.

Luigi D’Elia


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Francesco Niccolini

Francesco Niccolini nato ad Arezzo il primo giugno 1965, si è laureato in Storia dello Spettacolo all’Università di Firenze. Attraverso il suo lavoro di drammaturgo, vigila sul malessere dell’umanità. Da molti anni lavora, studia e scrive con Marco Paolini e insieme a lui ha realizzato Il Milione, Appunti Foresti, Parlamento chimico. Storie di plastica, la versione televisiva del Vajont, i racconti del Teatro civico di Report per RAI3, insieme ad Andrea Purgatori, ITIS Galileo e – proprio allo Stabile di Bolzano, Il calzolaio di Ulisse.

Negli ultimi anni ha stretto sodalizi artistici speciali con alcuni attori, compagnie e registi che ne stanno caratterizzando il lavoro: Arca Azzurra, Emanuele Gamba, Tonio De Nitto, Alessio Boni, Giuseppe Miale e gli attori del NEST, ma soprattutto con Luigi D’Elia, con il quale da undici anni ha intrapreso un costante progetto di teatro e natura selvaggia che li ha portati ormai quasi a mille repliche dei loro spettacoli e a tournée fino a Santiago del Cile.

Ha scritto testi e spettacoli per Simone Cristicchi, Banda Osiris, Alessandro Benvenuti, Giuseppe Cederna, Angela Finocchiaro, Arnoldo Foà, Sandro Lombardi, Vetrano e Randisi.

Pubblica per Mondadori, Einaudi, BeccoGiallo, Carthusia e CuePress.

http://www.francesconiccolini.it/

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Luigi D’Elia

Autore, attore, scenografo nato a Brindisi in Puglia. Ha portato in scena la stagione d’oro di Jack London, l’amore senza paura di Don Milani, lupi, naufragi, foreste e storie selvagge. Soprattutto storie selvagge.

Si è formato in natura prima in progetti di conservazione e narrazione dei luoghi poi Riserva Naturale di Torre Guaceto, in Puglia. Da questo luogo e da questa esperienza sono nati incontri e altre formazioni sempre in simbiosi tra teatro, arti visive e cura dei luoghi naturali. Dalla sua ricerca sono nati spettacoli, eventi di attraversamento poetico dei luoghi, progetti d’arte pubblica, festival, pubblicazioni, progetti di forestazione partecipata.

Da oltre dieci anni collabora stabilmente con Francesco Niccolini. Insieme hanno vinto il Premio Eolo con “La Grande Foresta” (Migliore novità 2013) e “Zanna Bianca” (Migliore Festival Festebà di Ferrara (2011, 2013, 2019). Il libro illustrato “Aspettando il vento” (Becco Giallo 2014) tratto dall’omonimo spettacolo è stato finalista al Premio Andersen di Letteratura per l’Infanzia. Hanno raccontato in Italia, Svizzera, Spagna, Cile, in italiano e in spagnolo.

Nel 2016 hanno realizzato la narrazione per un pubblico adulto “Cammelli a Barbiana”, diretta nazionale su Radio Rai 3. Nel 2019 Cuepress ha pubblicato “Della natura selvaggia- Il Teatro nel bosco di Luigi D’Elia e Francesco Niccolini”, un’antologia a più mani dedicata alla ricerca sul racconto della natura dei due autori.

La nuova compagnia che sviluppa la sia ricerca si chiama INTI e porta il nome del Dio del Sole delle popolazioni Inca. L’ultima produzione è stata lo spettacolo per un pubblico adulti “Preludi all’amore, paesi, sogni, stagioni”, un ritratto neorealista e magico della gente delle campagne del Salento, insieme al gruppo musicale Bevano Est. Lo spettacolo è pubblicato come CD audio nel 2020 con il titolo “Cinque racconti di fine estate”.

https://www.luigidelia.it/

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